Martedì, 27 Marzo 2012 VastoUn medico di Vasto protagonista oggi nel processo per l'omicidio di via PomaIl prof. Corrado Maria Cipolla d'Abruzzo, con la sua perizia, ha scagionato Raniero BuscoUn professionista vastese, il prof. Corrado Maria Cipolla d'Abruzzo, anatomopatologo, docente presso le Università di Bologna e Chieti, è stato oggi protagonista al processo d'appello a carico di Raniero Busco, condannato in primo grado a 24 anni di carcere perchè ritenuto l'omicida di Simonetta Cesaroni. Processo noto alle cronache nazionali come il "delitto di via Poma".
Il prof. Corardo Maria Cipolla d'Abruzzo è il figlio del prof. Luigi Cipolla d'Abruzzo, per anni primario del reparto di Chirurgia dell'Ospedale di Vasto. Il prof. Cipolla d'Abruzzo, incaricato assieme ad altri due medici come consulenti della Procura di Roma, ha deposto sostenendo la sua tesi che così si riassume. «È un non senso pensare che da queste due escoriazioni possano dipendere da un morso. Si tratta di una ricostruzione che appare assurda». È il giudizio espresso dal professor Corrado Cipolla D'Abruzzo, uno dei consulenti nominati dalla procura, in merito alla ferita presente sul seno sinistro di Simonetta Cesaroni, uccisa con 29 coltellate il 8 agosto del 1990 a via Poma, a Roma. In circa otto ore sono stati affrontati, nel corso di una vera e propria battaglia tra periti e consulenti, gli snodi-chiave del processo di primo grado che si è concluso con una condanna a 24 anni di reclusione per l'ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, Raniero Busco. La ferita sul seno, l'orario della morte e le tracce di Dna presenti sui reperti, gli elementi che sembtrano rimettere in discussione la condanna di Busco. La perizia sulla ferita sul seno. «È un non senso pensare che queste due escoriazioni possano dipendere da un morso. Si tratta di una ricostruzione che appare assurda» dice il professore Corrado Cipolla D'Abruzzo, uno dei consulenti. «Solo un criceto - ha affermato mostrando in aula la foto degli atti - avrebbe potuto lasciare un morso del genere, sempre assumendo per buona l'ipotesi che quello sul capezzolo sinistro sia un morso. Comunque a prescindere non sarebbe stato possibile identificarne l'autore. Ad ogni modo l'arcata umana è decisamente più ampia e quello non è un morso: si tratta di due piccole escoriazioni di cui non si può definire con certezza la natura, oltre non si può andare». «Ipotesi suggestiva». Il perito ha definito le indagini passate come «affascinati e suggestive» ma con una «ricostruzione inverosimile» anche per la posizione in cui questo morso sarebbe stato inferto: «possibile per una giraffa, un tacchino o un cammello ma non per un uomo», taglia corto Cipolla D'Abruzzo che ha aggiunto che quella del morso «è una interpretazione ipotetica e sulle ipotesi non si possono costruire certezze». |