Martedì, 7 Gennaio 2025 Abruzzo

“A L’Aquila le scuole sono a rischio crollo"

Il prof. Salvatori, docente Univaq, dice “Subito gli isolatori sismici”

 “A L’Aquila ci sono scuole come quelle dell’infanzia di Capocroce e quella del Torrione che hanno indici di vulnerabilità sismica di appena l0 0,15 che in caso di terremoto collasserebbero anche in caso di terremoto di magnitudo inferiore a quello del 6 aprile 2009. Eppure è stato consentito agli studenti di rientrare in condizioni di non sicurezza. Voglio ricordare che a Teramo è stata posta sotto sequestro, giustamente, il palazzo del liceo classico Delfico di Teramo che eppure ha un indice di vulnerabilità dello 0.30”.

La bomba, descitata ad alimentare nuove polemiche, l’ha lanciata l’ingegnere Antonello Salvatori, docente di Costruzioni area sismica dell’Università dell’Aquila, nel corso di una conferenza stampa al Senato della Repubblica sulla vulnerabilità sismica degli edifici scolastici dell’Aquila, organizzata dal senatore del Pd, Michele Fina, che ha presentato una interrogazione parlamentare a firma di altri 11 senatori dem.

A questo proposito, si è scatenata una polemica tra  il Comitato scuole sicure L’Aquila e il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, di Fdi. Il Comitato ha puntato il dito sul fatto che a quasi 16 anni dal terremoto del 6 aprile 2009, “3.587 studenti fanno ancora lezione nei 17 Musp rimasti attivi sul territorio” e “più del 60% delle scuole comunali in muratura o cemento armato” hanno “indici di vulnerabilità sismica tra 0.15 e 0.46”.   Nella stessa interrogazione si afferma che “i valori della vulnerabilità sismica dei plessi in esercizio presentano gravi criticità con indici al di sotto dello 0,60 per 11 istituti sui 17 presi in esame.

Il comitato, del resto, cita a supporto la delibera comunale 577 del 10 dicembre, dove è scritto a chiare lettere che “a seguito di verifiche di vulnerabilità sismica”, le scuole aquilane mostrano “indici di sicurezza inferiori a quelli previsti dalla normativa”. commentando sarcasticamente che “ci sono voluti 8 anni di amministrazione Biondi per scoprire che ci sono scuole comunali insicure”.

Dall’altra parte Biondi ha ricordato che “per la ricostruzione delle scuole ad oggi, sono a disposizione una programmazione chiara degli interventi e finanziamenti certi per oltre 100 milioni di euro”, e “altri 33 milioni di euro circa, di cui 9 per le strutture del Comune dell’Aquila sono in arrivo con l’approvazione, nella prossima seduta Cipess  nel del terzo Piano annuale di ricostruzione degli edifici scolastici”.

A questo proposito Salvatori rivela anche un atto del Comune dell’Aquila, a firma dello stesso sindaco Biondi, in cui si sarebbe autorizzata una impresa a modificare un progetto di messa in sicurezza sismica eliminando l’istallazione di isolatori, come quelli ad esempio utilizzati per palazzo dell’Emiciclo, sede del consiglio regionale, a favore  “di una economia di gestione e possibilità di innalzamento della qualità abitativa del comfort ambientale”.

L’appello di Salvatori è quello dunque di intervenire con urgenza, con l’istallazione di isolatori sismici, che avrebbero costi e tempi sopportabili, e senza nemmeno interrompere nella fase di cantiere la funzionalità e l’attività didattica che si svolge dentro l’edificio. Come si è fatto insomma nel 2018 con il palazzo dell’Emiciclo, sede del consiglio regionale, tra i primi in Italia ed Europa a essere dotato di un moderno sistema di isolamento sismico alla sua base

“L’indice di vulnerabilità – premette Salvatori – indica quanto un edificio è capace di resistere ad un terremoto rispetto a un edificio di nuova costruzione, in base al rispetto delle norme del 2018, abbastanza recenti dunque, e devo dire anche avanzate, a livello mondiale.

Ebbene, prosegue Salvatori, “le scuole in muratura presentavano delle criticità già prima del 2009, molte scuole hanno avuto dei danni, ma alcune sono state riparate in maniera molto leggera, e in queste scuole è stato consentito agli studenti di rientrare con indici di sicurezza molto bassi, dello 0,15. Questo significa che queste scuole hanno una capacità di resistenza a un terremoto di energia del 15% rispetto a un terremoto in cui normalmente progettiamo gli edifici”.

Il parole povere, in queste scuole, “i meccanismi di collasso avvengono molto prima, anche terremoti molto più debole anche di quello del 2009”.

Rivela dunque, senza citare la scuola: “in un atto comunale leggo che una ditta incaricata di un intervento su un edificio scolastico, per qualche motivo ha chiesto al commissario, ovvero al sindaco Pierluigi Biondi, di togliere dal progetto gli isolatori antisismici inizialmente previsti, a vantaggio di una ‘economia di gestione e possibilità di innalzamento della qualità abitativa del comfort ambientale’. E leggo, in una successiva comunicazione, che il sindaco ha autorizzato l’operatore economico a valutare soluzioni strutturali che prevedano l’eliminazione degli isolatori antisismici”.

La sicurezza degli edifici scolastici, si accalora dunque Salvatori, dovrebbe invece allarmare le amministrazioni comunali che ospitano studenti in scuole con questi indici di vulnerabilità così bassi,  “il terremoto del 2009 ha avuto come noto  una magnitudo del 6.3. Ma negli Appennini possiamo arrivare a terremoti anche di magnitudo 7.0 e anche di magnitudo 7.5, più violenti del terremoto dell’Irpinia del … di Avezzano del 1915. Il terremoto dell’Aquila del 2009 è durato 30 secondi, con 5-6 secondi di fase distruttiva, Un evento di magnitudo 7.0  dura invece in media oltre un minuto, con almeno 30 secondi distruttivi. Ciò significa che una struttura sismicamente non adeguata è destinata a collassare. E in questa sede stiamo parlando di scuole dove ci sono dentro studenti e studentesse,  bambini di 4-5 anni cioè parliamo di persone assolutamente indifese”.

Salvatori sfata poi la diceria secondo la quale “tanto a L’Aquila il prossimo grande terremoto ci sarà tra 300 anni”.

Nulla di più falso: “i terremoti sono imprevedibili, ma sappiamo che nella nostra area appenninica ci saranno perché conosciamo i movimenti crostali e le faglie. Ed hanno una caratteristica preoccupante: sono raggruppati nel tempo e e nello spazio. I terremoti di Norcia e Amatrice, per intenderci,  non sono scollegati, indipendenti da quello dell’Aquila, appartengono alla stessa sequenza sismica”

Venendo dunque alla proposta operativa: per l’ingegner Salvatori la soluzione ottimale è quella degli isolatori sismici.

“Abbiamo per fortuna gli strumenti per adeguare anche gli edifici esistenti, e quando vi raccontano è impossibile non si dice il vero. Ad esempio l’isolamento sismico è una tecnologia tra l’altro nata in Italia e  poi sviluppata in tutto il mondo, che ha dimostrato anche in caso di eventi di  magnitudo 9, come in Giappone nel 2012, di permettere agli edifici di resistere senza danni, di muoversi  molto dolcemente e come essere una barca a vela. Questo ha anche il vantaggio, da non sottovalutare, perché estremamente pericoloso, che nella popolazione scolastica non mi si scateni l’effetto panico, il fuggi fuggi generale e disordinato. Si determinerebbero poi grandi risparmi per le casse dello Stato, per la ricostruzione post sisma e l’assistenza, garantendo anche la continuità didattica. Ricordo infine che  il costo di un terremoto è anche quello sociale, non interrompere le funzioni delle scuole è prioritario. Lo dobbiamo alle generazioni future, noi ormai abbiamo già dato”.