Sabato, 4 Gennaio 2020 Abruzzo

La giornalista Lilli Mandara condannata a pagare 25mila euro

Per un articolo scritto sul ruolo della moglie del parlamentare Camillo D'Alessandro

"Sono stata condannata, Maperò è stato condannato a pagare 25 mila euro piu le spese alla moglie del parlamentare Camillo D'Alessandro, un politico di esclusivo corso".

Un commento su facebook, della giornalista abruzzese Lilli Mandara, ha informato sull'esito della causa civile al Tribunale di Pescara, scaturita da un suo articolo del maggio 2015 sul popolare blog Maperò, a cui ha fatto seguito la querela per diffamazione di Elena Tiberio, moglie di D'Alessandro, ex sottosegretario di giunta del Pd in Regione Abruzzo, poi eletto parlamentare nel 2018, passato recentemente nelle file di Italia Viva. Mandara aveva sollevato il caso della Tiberio “divenuta referente cardine dell’Expo come responsabile Ricerca e innovazione di Abruzzo sviluppo, società in house della Regione”, quando proprio D'Alessandro aveva la delega alla partecipazione dell'Expò di Milano. Ipotizzando isomma un caso di "familismo". 

Rabbiosa fu all'indomani della pubblicazione dell'articolo, la reazione di D'alessandro, "mia moglie - aveva spiegato - è diventata dipendente di Abruzzo sviluppo nel 1999”, prima del matrimonio avvenuto nel 2006, e quando lui ne era nemmeno consigliere regionale, e che “non ha ricevuto nessun incarico retribuito con o per Expo, né svolge ruolo cardine”, ma si limita a fare il suo lavoro di dipendente di Abruzzo sviluppo. A seguire querela.

Mandarà nel suo post commenta ancora: "sono stata condannata per aver raccontato della Parentopoli in Regione e dell'Expo' gestito da Abruzzo sviluppo per cui la signora Elena Tiberio lavorava e che si svolse con la regia dell'allora consigliere regionale con delega, appunto, all'Expo', Camillo D'Alessandro".