Mercoledì, 1 Aprile 2009 AbruzzoMafia: operazione “Alba d'Oro”, ripetute le ordinanze di custodiaGli arresti sono stati eseguiti dalla Guardia di FinanzaAGI - A seguito del trasferimento dalla Procura della Repubblica dell'Aquila - direzione distrettuale antimafia - alla Procura della Repubblica di Avezzano della nota indagine sulle infiltrazioni mafiose in abruzzo, questa mattina i militari del Gruppo investigativo sulla criminalita' organizzata (Gico) delle Fiamme Gialle dell'Aquila, hanno eseguito nuove misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell'amministratore delegato e dei due soci dell' 'Alba D'Oro s.r.l.', con sede a Tagliacozzo. Si tratta di Nino Zangari di 44 anni, ex assessore alle opere pubbliche del Comune di Tagliacozzo e i fratelli Augusto Ricci (47) e Achille Ricci (51), tutti di Tagliacozzo. I finanzieri del gruppo investigazione criminalita' organizzata del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza dell'Aquila nel corso della mattinata, inoltre, hanno eseguito il sequestro preventivo delle quote societarie, del complesso turistico con annessi ristorante, piscina e campi da tennis e da calcetto nonche' dei terreni per un valore di oltre 2.500.000 di euro.
le risultanze delle complesse ed articolate indagini, precedentemente svolte sotto il coordinamento della Procura della Repubblica dell'Aquila - direzione distrettuale antimafia - sono state cosi' confermate dalle nuove misure emesse dalla Procura della Repubblica di Avezzano. L'inchiesta ruota attorno al tesoro occulto di Vito Ciancimino il cui denaro sarebbe stato riciclato anche a Tagliacozzo per realizzare il complesso turistico "La Contea" del valore di 2 milioni e mezzo. Il reato contestato a tutti e tre e' riciclaggio con l'impiego di denaro di provenienza illecita previsto dall'articolo 648 ter del codice penale con sanzioni da 4 a 12 anni di reclusione. Nella vicenda sono indagate altre due persone di Tagliacozzo, ma con imputazioni minori. Si tratta, molto probabilmente, della piu' importante operazione antimafia fatta finora dalla Procura aquilana, durata due anni e avviata dopo indicazioni della procura di Palermo. Una vicenda dagli effetti eclatanti, che riaccende i riflettori sulle infiltrazioni mafiose in Abruzzo. "E' il primo esempio conclamato", aveva detto il colonnello, Matera, comandante del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle dell'Aquila, "di infiltrazione mafiosa". "Le indagini hanno consentito di intercettare una parte del cosiddetto 'tesoro' di Vito Ciancimino, di cui i giudici siciliani hanno confiscato 600 milioni di euro, e questi 2,5 milioni finiti in Abruzzo sono solo un rivolo. Nino Zangari si e' posto come intermediario, come rappresentante degli interessi di Gianni Lapis in Abruzzo. Lapis e' un avvocato tributarista di Palermo, consulente e prestanome del defunto ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino. |