Domenica, 1 Novembre 2009 AbruzzoL'Ovidio d'argento alla carriera va a George ClooneyLa 27° edizione di Sulmomacinema Film FestivalLa ventisettesima edizione di Sulmonacinema assume uno speciale valore culturale nell’anno della devastazione del territorio attorno a L’Aquila a causa del terremoto dello scorso 6 aprile. Sulmona è infatti a soli 70 km di distanza dall'epicentro della tragedia.
Ma “la cultura è il riso per l’anima”, come dice un vecchio proverbio indiano ed è per procurare questo riso prezioso per la comunità abruzzese - e non solo - che Roberto Silvestri (direttore artistico) e la sua équipe hanno voluto fortemente questo festival, ridotto nella durata e nella programmazione, nonostante le grandi difficoltà economiche per realizzarlo. Il programma prevede, come di consueto, il concorso di film italiani indipendenti, opere prime e seconde, in gara per l’Ovidio d’argento, e alcune sezioni di contorno, ispirate alla poesia e all'impegno di Ovidio e dell’anarchico Carlo Tresca. Quest'anno la più importante è quella dedicata al “Muro, fisico e psicologico, da attraversare, abbattere o ricostruire” in occasione anche dei 20 anni dalla Caduta del Muro di Berlino, con incursioni nel maccartismo con il cineasta Emile de Antonio e nell’horror politico con Don Coscarelli. Non mancano omaggi a Fernanda Pivano (scomparsa lo scorso 18 agosto) e a Michael Jackson, il mito della musica pop (morto il 25 giugno di quest’anno). L’Ovidio d’argento alla carriera va a George Clooney, attualmente impegnato negli Abruzzi per le riprese del nuovo film dal titolo provvisorio L’americano diretto da Anton Corbijn (più noto come autore di videoclip dei Nirvana, Depeche Mode, U2, Coldplay, per citare i più famosi gruppi musicali per cui ha lavorato). Presidente della giuria composta da studenti e studentesse di cinema da diverse università italiane, quest’anno è Valentina Carnelutti. In suo omaggio si proietta il recente film di Francesco Maselli, Le ombre rosse (presentato a Venezia 2009). Edizione straordinaria, quest'anno, dopo il terremoto che ha distrutto, pochi mesi fa, mezzo Abruzzo e convogliato fondi, solidarietà e attenzione, giustamente, verso chi è stato più colpito. Questa volta, però, anche se con un giorno in meno di vita - ma il cinema può fare miracoli - vogliamo esserci e utilizzare il nostro “piccolo” ma combattivo festival per ricordare che non ammette diversivi la ricostruzione di questi magnifici palazzi e centri storici sgretolati e la rinascita di un territorio e di un tessuto sociale ricco, antico, coriaceo e complesso che non può arrendersi al fato, alle ruspe e alla disperazione. La cultura è anche un formidabile mezzo di reazione e di sviluppo. Lo dimostra l'attenzione dell'opinione pubblica, non solo nazionale su Sulmona e dintorni, da quando il cineasta nordamericano che ama e conosce bene l'Italia, George Clooney, dando prova di grande sensibilità e tatto, ha deciso di produrre e interpretare il nuovo film di Anton Corbijn proprio qui, anche per contribuire al rilancio culturale, e dunque economico, dell'intera zona. La nuova spy story dal titolo provvisorio L’Americano (tratto dal romanzo di Martin Booth A very private gentleman) è diretta dal regista olandese che vive a Londra, già autore di un film sulla vita di Ian Curtis dei Joy Division (Control nel 2007) e di numerosi clip musicali (oltre sessanta, tra cui quelli dei gruppi british Depeche Mode, Coldplay, Nirvana, U2, per citare i più famosi), nonché fotografo di musicisti e artisti come i Rolling Stones, Joni Mitchell, Nick Cave ma anche la modella Naomi Campbell. Ai muri che crollano tragicamente, alla voglia di ricostruirli, ma anche al desiderio di far cadere, nel segno di Ovidio, gli ostacoli mentali, sessuali e culturali che producono paure e alienazione, dedichiamo le altre sezioni del festival. Anticipazioni sul programma: Concorso tra dieci opere prime italiane e 'italiene' (cioé realizzate anche da cineasti stranieri che vivono in Italia e da italiani della diaspora), con giuria di studenti delle scuole di cinema, presieduta da una personalità del cinema. FromZeroTv: Prima di ogni proiezione, si presenta un episodio di tre minuti della serie online FromZero.tv: Tre minuti dai campi di L’Aquila, a cura di Davide Barletti, Alessia Deninno, Stefano Storchi, e.a. /per visioni anticipate: sul sito www.fromzero.tv Immota Manet di Gianfranco Pannone, corto “nato” a causa del terremoto ad aprile, perché Pannone, con gli allievi dell'Accademia dell’immagine dell'Aquila, stava preparando un documentario dedicato a Ignazio Silone. Il sisma di Aprile ha fermato tutto, anche la scuola che ha subito ingenti danni. Il Muro, fisico e psicologico, da attraversare, abbattere o ricostruire, anche per festeggiare la fine, 20 anni fa a Berlino, di una lacerazione ormai ricomposta, e come promemoria affinché oggi possano cadere altri muri ignobili, in Messico, Palestina, Marocco e nel Mediterraneo, dove quello tra nord e sud è “invisibile” ma altrettanto invalicabile e feroce... New America: Omaggio a Emile De Antonio, documentarista americano di origini italiane, autore di duri pamphlet militanti ma mai manichei e propagandistici, come Point of order, Underground e Mr Hoover and I, sulla caccia alle streghe, la guerra in Vietnam, i metodi dell'Fbi, i crimini di Nixon e il terrorismo pacifista dei Weathermen (in collaborazione con Filmmaker di Milano). Utopie sintetiche: dittico horror sulla “putrefazione come metamorfosi” di Don Coscarelli (Phantasm IV: Oblivion del 1998 e Bubba Ho-tep del 2002, entrambi inediti in Italia), un altro regista italiano d'America. Soundtrack: il consueto omaggio dedicato ai compositori di musica applicata (quest'anno Pasquale Catalano), In ricordo di Fernanda Pivano, il documentario-intervista realizzato da Marina Spada nel 1995 per la provincia di Milano: Fernanda Pivano. C'era una volta l'America. Per ricordare Michael Jackson, indimenticabile vittima di una metamorfosi “ai confini della realtà”. si presenta Blues for Michael, un filmato di 15 minuti realizzato da Vera Gemma e Antonella Fulci, rispettivamente figlie dell’attore Giuliano Gemma e del regista Lucio Fulci, il giorno dopo la sua morte a Los Angeles il 25 giugno. Il “film-manifesto” del festival (fuori concorso): The It.aliens di Clemens e Lukas Klopfenstein, 2009 (era evento speciale a Venezia per Corto, cortissimo), visto che molti dei registi dei film del concorso quest'anno sono "italieni", ossia italiani emigrati all'estero per riuscire a fare i loro film, o stranieri che vivono in Italia da tanto tempo (come ad esempio Klopfenstein) - per ulteriori info www.klopfenstein.net A George Clooney, attore e regista impegnato a ricordare e combattere, con charme e umorismo, i buchi neri della storia americana, dal maccartismo alle invasioni, dalle guerre di rapina ai crimini delle multinazionali e della Cia, dedichiamo un omaggio, e un Ovidio d'argento alla carriera, proiettando un grande film da lui diretto (Good night and good luck, presentato a Venezia nel 2005). Approfondimenti delle sezioni: Dei Muri: 1989-2009 La caduta del Muro di Berlino: creazione di nuove comunità e di nuovi muri, reali e virtuali, a partire dal 9 novembre 1989 Per celebrare il ventennale della caduta della cortina di ferro, vogliamo ricordare la vita nella città divisa ma anche parlare del concetto di “comunità”, un sentire comune tra persone per creare una società civile umana, basata sui principi della solidarietà e non dell’egoismo individuale. Tra i film presentati, Redupers (1977) di Helke Sander, uno dei primi film girati con al centro il muro di Berlino e i “muri” nel mondo del lavoro: una fotografa, non sposata con una figlia, lotta per la sopravvivenza nella quotidianità in una città divisa dal muro innalzato a sorpresa nella notte del 13 agosto 1961 (oggi assume toni documentaristici, ma era un film di finzione). Due corti sul muro: Ein-Blick (1986) di Gerd Conradt offre uno sguardo da ovest per dare un’impressione dell’est: una cinepresa riprende per dodici ore da una finestra a ovest con uno scatto al secondo ciò che accade in quel punto di muro e nella casa e nel giardino al di là, a est. Dato l’effetto accelerato il tutto si traduce in una dimensione ancor più assurda di quel che era già stato nella realtà. Conradt anticipa in quel che doveva essere un pilota per una serie tv Fernseh-Grüsse von West nach Ost (t.l. Saluti televisivi da ovest verso est, 1985) l’oggi frequentissima comunicazione virtuale tra amici e parenti che vivono lontano. Oggi lo si fa via skype, via i vari social network o inviando brevi filmati in video o dvd, qui l’idea era di cartoline telematiche in cui si raccontavano brevi fatti o situazioni reali, anche piuttosto tenebrose come la traversata in metrò delle stazioni ai tempi chiuse, al buio e con guardie armate. New America: il cinema politico di Emile de Antonio: Regista e produttore di documentari, nato nel 1919 in Pennsylvania e morto vent’anni fa nel 1989, ha frequentato la Harvard University assieme a John F. Kennedy, al cui assassinio ha dedicato il suo terzo film, Rush to judgement nel 1967. Il primo Point of order, realizzato nel 1964, è un libero assemblaggio di brani dei hearing durante il periodo maccartista, e come influenza artistica lo stesso de Antonio nomina il suo amico musicista John Cage. Nei primi anni sessanta aveva frequentato la scena underground artistica di New York, infatti egli appare in Drink di Andy Warhol e poi descrive il mondo di Jasper Johns, Robert Rauschenberg e tutti gli altri nel suo Painters Painting del 1972. Ha detto de Antonio del suo cinema: “I miei film sono una sorta di storia degli Stati Uniti nel periodo della guerra fredda. Essi sono storie episodiche disgiunte, non concepite come una storia scritta che muove da un inizio a una ipotetica fine. Sono film caotici creati da una persona caotica e dai suoi interessi personali: c’è McCarthy, la morte di Kennedy, la guerra nel Vietnam, Nixon, i Weather Underground e la Sinistra cristiana. Io sono ateista, ma ammiro la Sinistra cristiana. I miei film si basano sulla speranza che le persone vedano per comprendere meglio e poter esaminare i procedimenti nel mondo, la natura di obiettivi specifici affinché possano poi dare inizio ad azioni di riguardo. Sono lavori artistici, opere di arte politica”. Utopie sintetiche: dittico horror di Don Coscarelli Legandosi al tema “muro/nuove comunità” e alla trasformazione della realtà, questa sezione a cura di Federico Ercole, presenta due film horror inediti in Italia, entrambi girati dal cineasta di origini italiane, nato nel 1954 a Tripoli in Libia, ma naturalizzato statunitense, Don Coscarelli, che aveva diretto il primo episodio della serie Masters of Horror. A Sulmona si vedrà Bubba Ho-tep realizzato nel 2002: Elvis Presley (Bruce Campbell) in realtà non è mai morto ma si è sostituito a un suo sosia e trascorre la vita imitando se stesso. Un giorno cade dal palco ed entra in coma, per risvegliarsi poi vecchissimo in un ospizio! Qui, insieme a Jack, un uomo anziano nero che crede di essere John F. Kennedy, si scontrerà con una mummia che uccide i vecchietti. Il secondo titolo è Phantasm IV: Oblivion, ultimo film della serie sulla putrescenza con lo spaventoso Tall Man girato nel 1998, per andare alla ricerca del mistero del mostro. Soundtrack: La musica di Pasquale Catalano La sezione a cura di Gabrielle Lucantonio propone quest’anno Pasquale Catalano, un compositore interessante, moderno ma legatissimo alle sue radici culturali, che si rifiuta di andare a registrare a l'estero e lo fa soltanto con i musicisti che conosce da una vita a Napoli. Catalano farà a Sulmona una lezione su come lavora il compositore di musica applicata al cinema. Ha curato le musiche di Le conseguenze dell’amore e L’uomo in più di Paolo Sorrentino, La guerra di Mario di Antonio Capuano, Signorina Effe di Wilma Labate, La siciliana ribelle di Marco Amenta e di recente La doppia ora di Giuseppe Capotondi. Tra gli altri esponenti politici è intervenuto alla Conferenza Stampa, L’Assessore alla Cultura del Comune di Sulmona il Dott. Lorenzo Fusco che non si è risparmiato nel tessere le lodi al lavoro che svolge, ormai da 27 anni, l’Associazione culturale Sulmonacinema. Ha aggiunto poi che si impegnerà in prima persone nel far recuperare, per questa XXVII edizione del Festival, il contributo che il comune di Sulmona ha tagliato nella precedente edizione. |