Venerdì, 7 Novembre 2025 Abruzzo“CDX IN AULA SOLO PER CAFFÈ, MARSILIO NEGA DEMOCRAZIA”MARIANI DICE: PER IL BUCO SANITÀ IN BILANCIO SPICCIOLIUn debito della sanità “fuori controllo”, “la colpa che per il centrodestra che governa da sette anni è sempre di altri e di chi c’era prima”, il riordino della rete ospedaliera “al palo”, la più equa ripartizione del fondo sanitario nazionale che “quest’anno non ci sarà, con buona pace della battaglia di Marsilio”. E ancora, “un consiglio regionale dove si nega il confronto e la si butta in caciara”, con i consiglieri di maggioranza che oramai considerano l’emiciclo “un luogo dove ci si va a prendere il caffè per poi tornare nei loro territori a bere invece probabilmente lo champagne con gli amici”. Mentre intanto “si rompono i salvadanai per racimolare i pochi spiccioli rimasti in vista del bilancio di previsione”. Alla vigilia della sessione di bilancio, è un fiume in piena, un fuoco pirotecnico di accuse, quelle del consigliere regionale del Partito democratico, il 43enne veterinario teramano Sandro Mariani, presidente della commissione Vigilanza, battagliero dentro e fuori dall’aula, oramai visto con il fumo negli occhi dal presidente di Marco Marsilio di Fdi, al suo secondo e storico mandato. Mariani è uno dei più seri papabili candidati presidente del centrosinistra alle prossime elezioni del 2029, e nell’intervista ad Abruzzoweb ricorda cosa è accaduto nel consiglio regionale del 2 novembre, dove si è consumato lo scontro interno alla maggioranza, intorno alla ripartizione della omnibus da 8,5 milioni di euro, con Fdi che ha fatto saltare i nervi agli alleati per il suo voler fare da padre padrone, con il presidente del consiglio Lorenzo Sospiri, di Forza Italia che non ha coordinato i lavori ma è stato in piedi tra i banchi della maggioranza che per il rotto della cuffia ha mantenuto il numero legale. “Ai cittadini va spiegato bene che cosa sta accadendo – incalza Mariani -, perché spesso diventa incomprensibile ciò che accade all’interno di queste mura. Abbiamo davanti una maggioranza che nello scorso Consiglio, non aggiungendo nulla di nuovo rispetto a quello che fa ultimamente, rinvia per ben cinque volte la seduta e alla quinta volta nega il diritto di intervenire sull’ordine dei lavori come previsto dal regolamento regionale al sottoscritto, perché avevano timore che avessi io la possibilità di evidenziare al microfono le questioni per cui stavano litigando”. Per Mariani, insomma, “è messa in discussione la democrazia, in questo Consiglio regionale si schiaccia con il potere e l’arroganza la possibilità di dire la propria, di esercitare il diritto di fare opposizione”. A tal punto – ironizza Mariani – che noi della minoranza non litighiamo nemmeno più, visto che non c’è materia del contendere, provano a chiudere le commissioni prima ancora di aprirle, i consigli regionali vengono fatti sempre più di rado, e durano pochissimo tra rinvii, sospensioni, compressioni delle discussioni”. Per Mariani dunque, “ormai siamo di fronte a gente che ha scambiato il consiglio regionale per un luogo dove ci si va a prendere il caffè e poi si torna sui territori a bere invece probabilmente lo champagne con gli amici”. E veniamo al capitolo, dolente, del debito della Sanità, in riferimento al quale il capogruppo del Pd Silvio Paolucci, pochi giorni fa, alla luce dei documenti contabili ha descritto un quadro “drammatico”, visto che il bilancio di previsione 2026 deve trovare 126 milioni di euro, una corsa alle coperture del buco sanitario accumulato che toglie risorse a tutti i settori”. “Qui si fa finta che il problema non c’è – sostiene Mariani -. Anzi, questa maggioranza con il solito copione dà la colpa di quelli di prima, ma dimenticano che prima di loro c’erano sempre loro, visto che governano da ben sette anni. E al governo ci sono pure i loro amici, c’è Giorgia Meloni, ed ecco perché provano sempre a buttarla in caciara, per evitare il confronto con noi”. Marsilio ha ingaggiato una battaglia a livello nazionale per una più equa ripartizione tra le regioni del Fondo sanitario nazionale, superando il criterio del numero della popolazione, del pro capite, visto che oggettivamente penalizza le regioni come l’Abruzzo, montuose e scarsamente popolate e dove garantire i servizi costa molto di più. Ma appunto rivela Mariani, “per quest’anno non se ne parlerà di rivedere i criteri di ripartizione, visto che la conferenza Stato Regioni, notizia di poche ore fa, ha affidato sulla materia uno studio al Cnel. E dunque con buona pace di Marsilio, la boccata di ossigeno quest’anno non arriverà, e rimarrà il problema di far fronte con le attuali risorse al macigno del deficit. Probabilmente ci sono le regioni avvantaggiate dalla ripartizione che puntano i piedi, come era prevedibile. Però Marsilio deve decidere se vuole fare l’amico e il difensore di Giorgia Meloni a prescindere, oppure perdere posizione anche contro il governo, per difendere gli interessi dell’Abruzzo”. E le cose non vanno meglio, a detta di Mariani, per un altro cavallo di battaglia di Marsilio, il riordino della rete ospedaliera: una razionalizzazione, lo ricordiamo, approvata a fine 2018 prima delle elezioni rivinte dal centrodestra, che nelle intenzioni porterà maggiore efficienza e anche risparmi a parità di servizio, con l’individuazione di quattro ospedali, quelli dell’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, con funzioni di hub per le reti tempo dipendenti, (rete stroke, politrauma e trauma maggiore, emergenze cardiologiche estese), quattro ospedali di primo livello, che sono Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto e sei ospedali di base, a Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero, due presidi di area disagiata, sedi di pronto soccorso, a Castel di Sangro e Atessa. Rinviata all’anno prossimo la spinosa questione della localizzazione dei due ospedali di secondo livello previsti dal decreto ministeriale 70, la famigerata legge Lorenzin Il problema è però, come più volte evidenziato da Abruzzoweb è che manca ancora l’approvazione degli atti aziendali delle quattro Asl, per tradurre in pratica e dettagliare nel concreto il piano di riordino, funzione per funzione, reparto per reparto. “La rete ospedaliera – ironizza Mariani – è diventata un po’ come i piani regolatore di certi Comuni: ogni volta infatti che si avvicinano le elezioni si promette che finalmente lo si approverà, si affidano dunque gli incarichi, ma poi il nulla di fatto. Lo stesso sta avvenendo con la rete ospedaliera, e il motivo per il quale si è ancora all’anno zero è che arriva quel medico, quel sindaco o quel gruppo di potere che sponsorizzare o a caldeggiare una situazione piuttosto che l’altra, e l’approvazione resta al palo” Davanti a questo scenario prosegue Mariani, “Marsilio dice che va tutto bene, che abbiamo tra le migliori sanità in Italia, un servizio eccellente. Nega l’evidenza e la realtà, quella di gente che attende mesi e anni per un intervento chirurgico, per un esame diagnostico, il fatto che chi oggi ha una persona anziana a casa non sa in quale struttura portarla perché sono tutte sature. C’è una emergenza che riguarda la lungodegenza e la riabilitazione, gli anziani spesso nelle famiglie non possono essere assistite adeguatamente, perché hanno patologie serie e le famiglie sono al collasso”. Conclude Mariani: “siamo di fronte a dei bugiardi pericolosi il cui interesse è dividersi quei quattro spiccioli che sono rimasti per accontentare probabilmente politicamente qualche amico, qualche amministrazione a loro rimasta vicina. In vista del bilancio di previsione stanno girando per le stanze a cercare gli ultimi salvadanai da rompere. C’è un’aria pesantissima, con bandi pubblicati che non trovano le coperture economiche, come quella per le residenze e la natalità nei piccoli paesi, leggi che non riescono a essere finanziate, assessori che piangono miseria e nel frattempo abbiamo Marsilio che va in giro a raccontare che è tutto a posto, a magnificare un Abruzzo che non esiste”. Filippo Tronca Pubblicato su AbruzzoWeb |
