Giovedì, 6 Novembre 2025 AbruzzoL'ira di alcuni Sindaci del Vastese per la gestione del CIVETAPiù poteri sarebbero stati assegnati al Direttore GeneralePiù poteri al direttore generale del Civeta di Cupello. L’ente che per mesi è stato nell’occhio del ciclone per la trasformazione regressiva da società di capitali (srl) ad l’azienda speciale consortile, torna a far parlare di sé per alcune decisioni prese dal consiglio d’amministrazione. Il Cda presieduto da Giuseppe Silvestri e composto da Domenico Giuliani (Scerni) e Chiara Di Paolo (Casalbordino), ha infatti deliberato nei mesi scorsi l’ampliamento dei poteri al direttore generale, Manuele Marcovecchio, ex consigliere regionale di Forza Italia. Un provvedimento di cui solo oggi si conosce l’esistenza e che gli stessi sindaci-soci hanno appreso dopo essere venuti in possesso delle delibere. “Si tratta di decisioni che hanno un rilevante impatto economico e gestionale e di cui siamo venuti a conoscenza in seguito ad un accesso agli atti”, sostiene la sindaca di San Salvo, Emanuela De Nicolis, “al direttore generale sono stati attribuiti una serie di poteri, tra cui l’approvazione di affidamenti diretti e liquidazioni di spesa; l’autorizzazione alla sottoscrizione di contratti pluriennali e soprattutto, ampi poteri di firma, gestione finanziaria e rappresentanza esterna. In pratica il Dg può stipulare e sottoscrivere contratti con operatori economici; ha la facoltà di impegnare spese e disporre liquidazioni senza preventiva ratifica del Cda; ha la rappresentanza legale e operativa dell’Azienda nei rapporti con enti pubblici e soggetti privati e la possibilità di disporre in autonomia del personale e di conferire incarichi esterni. Questa configurazione risulta non prevista dallo statuto consortile”, incalza De Nicolis, “ ed è incompatibile con l’art. 114, comma 6, del Testo unico degli enti locali, determinando una concentrazione di poteri in capo al direttore generale che altera il principio di separazione tra indirizzo e gestione e riduce la funzione di controllo del consiglio di amministrazione”, conclude la sindaca di San Salvo che nei giorni scorsi, in una intervista al Centro, ha manifestato l’intenzione di uscire dal Civeta. Se tale ipotesi dovesse concretizzarsi l’azienda speciale consortile perderebbe il secondo socio per importanza – dopo il Comune di Vasto – con il 22% delle quote. L’eventuale uscita di San Salvo non sarebbe quindi indolore per il Civeta, che nel giro di due anni ha subito due trasformazioni: la prima nel dicembre 2022 con la costituzione di una società di capitali, la seconda nel giugno 2024 quando è tornato ad essere un’azienda speciale consortile per non perdere i fondi Pnrr (circa 30 milioni di euro). La trasformazione regressiva, però, ha creato altri problemi, tra cui non poter ricorrere agli affidamenti in house. Oggi si aprono altre polemiche. “Si ampliano i poteri al direttore generale e non si convocano i sindaci”, afferma contrariato Mimmo Budano, primo cittadino di Villalfonsina, “sono mesi che l’assemblea non si riunisce”. L’organismo, presieduto da Filippo Marinucci (Casalbordino) è composto dai rappresentanti dei comuni consorziati. Vice presidente è Catia Di Fabio, sindaca di Monteodorisio. Anna Bontempo (Il Centro)
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