Giovedì, 9 Ottobre 2025 Abruzzo

LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SANITARIA

D’ALFONSO, “ABRUZZO TERZ’ULTIMA REGIONE IN ITALIA”

“Nell’Italia dei primati anche l’Abruzzo dei Festival, dei milionari ritiri sportivi e delle mance amicali, travestite da bandi, ha raggiunto il proprio scendendo al terzultimo posto della classifica nazionale nell’erogazione dei LEA – i Livelli Essenziali di Assistenza”. Lo dichiara il deputato abruzzese Luciano D’Alfonso.

“È facile smentire quando lo dice la fazione politica opposta alla propria. Più difficile quando il dato è fornito dall’indagine annuale condotta da una fondazione italiana, la GIMBE (acronimo di Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze), che si occupa di promuovere e migliorare la qualità, l’efficacia e l’equità dell’assistenza sanitaria in Italia Partiamo dal dato: secondo l’analisi Gimbe, l’Abruzzo si posiziona al 18° posto tra le regioni e province autonome ed è risultata inadempiente secondo il Nuovo Sistema di Garanzia (Nsg), con un punteggio insufficiente in due delle tre aree monitorate: le attività inerenti alla prevenzione collettiva e sanità pubblica e all’assistenza distrettuale. E nel 2023 siamo riusciti a peggiorare il dato di due punti rispetto al dato già disastroso del 2022.”

“Ora, che il sistema sanitario pubblico in Abruzzo, fatte salve poche eccellenze garantite dalla buona volontà soggettiva di singole professionalità mediche, non funzioni ce lo racconta ogni giorno al mercato la signora Maria,  che non riesce a prenotare da mesi una mammografia, anche se sul foglietto rosa c’è scritto ‘urgente’. O la signora Giovanna, che continua ad aspettare per un’ecografia. Ma su quel dato negativo che tutti sperimentiamo c’è ora il sigillo di un Ente validamente riconosciuto, che fonda le proprie indagini non sulle rassicuranti, ma odiose, chiacchiere all’interno di un ufficio, ma sui principi di medicina basata sulle evidenze, cioè su prove scientifiche solide, quindi studi clinici, revisioni sistematiche, linee guida, che vengono poi integrate con l’esperienza dei medici e l’ascolto dei pazienti Dal dato GIMBE emergono due dati con chiarezza: in Abruzzo non si fa prevenzione sanitaria collettiva, quella che si eroga non è sufficiente a coprire il fabbisogno regionale, una condizione che denota anche l’assenza di controlli, la mancanza di responsabili chiamati a verificare quanta popolazione avrebbe diritto a effettuare screening gratuiti, quanti effettivamente ricevono a domicilio la lettera o la cartolina di convocazione, quanti rispondono e aderiscono concretamente e nel caso perché la cittadinanza seppur chiamata non partecipa”.

“Una delle risposte è evidente: quella lettera di convocazione in Abruzzo è un miraggio talmente lontano che una parte dei chiamati ha già provveduto personalmente a sostenere la prestazione pagando. Chi non può pagare, semplicemente rinuncia alla cura affidandosi alla provvidenza e al buon Dio Quel 12 per cento di rinunciatari di cui parla GIMBE è costituito quindi da cittadini che hanno rinunciato a curarsi con la sanità pubblica, perché con l’esenzione o con il semplice ticket non riesci a farti visitare o a eseguire un esame strumentale, e per i San Tommaso della Regione Abruzzo l’invito è quello di andare anonimamente in qualunque CUP regionale insieme alla signora Maria”.

“L’Abruzzo è stato poi bocciato sull’assistenza distrettuale, che significa medicina di base, continuità assistenziale, assistenza territoriale, farmaceutica. Ed è normale essere bocciati quando ci sono intere aree interne scoperte dove, andato in pensione il curato di campagna, nessuno si è preoccupato di coprire gli ambulatori, non ci sono pediatri neanche nelle aree più grandi. È normale essere bocciati quando non si riesce a dare continuità assistenziale e tanti sono in lista d’attesa in un hospice perché a casa non riesci a gestire le fasi terminali di una malattia importante, o quando per accedere all’ADI o all’ADE devi superare quella montagna di burocrazia cartacea che ha costretto padri e madri di famiglia a lasciare il lavoro per diventare caregiver dei propri figli o genitori anziani La deludente, in termini di risultati per l’Abruzzo, indagine della Fondazione GIMBE deve diventare il campanello d’allarme di un territorio che non riesce più ad assistere i propri cittadini, in una Regione che ha nel cassetto un disavanzo spaventoso che cerca di mascherare, ma che oggi è una bomba a orologeria”.