Sabato, 5 Luglio 2025 Abruzzo

Il P.D.: "Tutta la Città deve tornare al voto"

Pronto un ricorso da presentare al Consiglio di Stato

 “Sono gravi e irresponsabili le dichiarazioni di queste ore del sindaco di Pescara, Carlo Masci, e denunciano l’assoluta incomprensione della gravità della situazione che è stata certificata dal Tar sulle elezioni che un anno fa lo hanno visto eletto al primo turno per soli 500 voti. Alla luce di quelle e delle tante irregolarità registrate in moltissime altre sezioni, pensiamo che la situazione sia talmente grave che la città tutta merita di tornare alle urne, perché il processo democratico è stato inquinato dalle evidenze che sono state certificate dal Tar”.

Così, in una nota, il segretario del PD Daniele Marinelli con i parlamentari Luciano D’Alfonso e Michele Fina, la segretaria provinciale del PD di Pescara Carmen Ranalli, insieme ai consiglieri comunali.

Una presa di posizione dopo la notizia, arrivata ieri, che Pescara tornerà alle urne in piena estate, domenica 24 e lunedì 25 agosto. Al voto 16mila pescaresi, sulla base della sentenza del Tar che ha annullato l’esito della tornata elettorale del 2024 e disposto nuove elezioni in solo 27 delle 170 sezioni cittadine, cioè quelle in cui sono emerse le criticità più gravi.

“In vista anche di ciò che potrebbe emergere da tutte le attività di verifica in corso sulle irregolarità riscontrate, noi pensiamo che si debba andare fino in fondo e che non solo 27 sezioni, ma tutta la città debba votare – asseriscono gli esponenti PD – per questo stiamo valutando insieme al candidato sindaco Carlo Costantini e insieme al resto della coalizione tutti gli strumenti utili per arrivare a tale scopo, compresa l’ipotesi di ricorrere al Consiglio di Stato”.

“Siamo accanto a Costantini, candidato sindaco e a tutte le forze politiche e civiche che lo hanno sostenuto e lo sostengono, perché con il voto ci siano davvero elezioni in grado di scegliere la migliore guida per la città, in trasparenza e con il rispetto di tutti i protocolli e regole stabiliti dalla legge. Cosa che, stando alla sentenza emessa, a Pescara non è avvenuta, ma che è un diritto di tutti gli elettori e le elettrici pescaresi”, concludono.