Domenica, 11 Maggio 2025 Abruzzo

Vestizione e passaggio di consegne: la Corte d’appello condanna la Asl2 al pagamento degli arretrati

Riconosciuto il diritto degli operatori sanitari, inclusi gli autisti di ambulanza, alla retribuzione dei tempi di vestizione

Dopo un lungo contenzioso giudiziario iniziato nel 2016, la Corte d’appello dell’Aquila ha riconosciuto il diritto degli operatori sanitari dell’Ospedale di Vasto – compresi gli autisti di ambulanza – al pagamento dei tempi impiegati per la vestizione e svestizione delle divise di lavoro, condannando l’Asl 2 Lanciano-Vasto-Chieti al versamento delle relative retribuzioni.

La causa era stata avviata da un gruppo di lavoratori della sanità in servizio presso il nosocomio vastese, assistiti dagli avvocati Luca Damiano del Foro di Vasto e Marco Frediani. In primo grado, la Corte d’appello aveva respinto la richiesta, sostenendo che i regolamenti relativi ai tempi di cambio divisa si applicassero esclusivamente al personale turnista della continuità assistenziale e agli addetti alla sala operatoria, escludendo quindi i ricorrenti.

Gli operatori sanitari hanno però impugnato quella decisione davanti alla Corte di Cassazione, che ha ribaltato l’esito della sentenza, affermando un principio chiaro: i tempi di vestizione e quelli per il passaggio delle consegne rientrano a pieno titolo nel tempo di lavoro e devono essere retribuiti. Secondo la suprema corte, la vestizione è un obbligo funzionale a garantire sicurezza e igiene, mentre il passaggio di consegne è una prestazione lavorativa vera e propria, legata alla continuità dell’assistenza sanitaria.

La Cassazione ha così annullato la sentenza precedente, rinviando il giudizio alla Corte d’Appello in diversa composizione. Nella sentenza definitiva dell’8 maggio 2025, la Corte dell’Aquila ha accolto il ricorso degli operatori, estendendo il principio anche agli autisti di ambulanza. Questi ultimi, si legge nella decisione, sono impiegati nella movimentazione dei pazienti e, proprio come il personale sanitario, devono indossare divise idonee per accedere alle aree assistenziali.

“Si chiude un lungo percorso giudiziario che ha richiesto tre gradi di giudizio e la riassunzione del processo per affermare un principio fondamentale di giustizia per tutti i lavoratori in divisa”, commenta l’avvocato Luca Damiano. “Il diritto al riconoscimento del tempo impiegato per svolgere compiti essenziali non può essere ignorato. È una vittoria del lavoro dignitoso e delle tutele previste dalla legge.”