Venerdì, 18 Luglio 2008 NotizieI vizi della Chieti "malandrina", tra carriere-lampo e auto di lussoUna "pennellata" del capoluogo teatino definito da sempre "città della camomilla"Da "Il Messaggero"
dal nostro inviato
Nino Cirillo
CHIETI (18 luglio) - Che scarpe, che abiti, che macchine. Camillo e Lamberto, Lamberto e Camillo, i "gemelli del gol" di questi anni sfacciati, di questa Chieti
malandrina, di questo scandalo che li stava ingiustamente trascurando per correre dietro a Del Turco.
E invece, che personaggi Camillo Cesarone e Lamberto Quarta. Sbucati come imprendibili folletti da stanze che puzzavano di ciclostile, da volantinaggi improbabili, da eskimo esibiti forse solo per nascondere la voglia d'affari, alla fine se la sono bevuta tutta questa vita, allegri e spregiudicati come nella provincia profonda spesso si può essere.
Il mattonato, i portici, i bar di Corso Marrucino non parlano che di loro, anche oggi che sono in carcere, anche ora che la corsa è finita. Un film a metà tra i Vitelloni e Amici miei, con una spruzzata di Tangentopoli che non guasta. Quelle domeniche mattina sempre a braccetto, gli abiti di Brioni, i Rolex, l'Audi nera che fa sempre il suo effetto. Chi li avrebbe fermati?
E invece eccoci qui, a ripercorrere le gesta di due detenuti. Il più sfortunato dei due è stato sicuramente Camillo, finito in galera proprio nel giorno dei suoi 51 anni, uno che da Democrazia proletaria è passato alla Cgil Sanità e da lì direttamente alla stanza di Angelini, il Grande Corruttore. Ne conquistò cosi velocemente e pienamente la fiducia da diventare una specie di alter ego. E siccome la vita è una sola e bisogna pur bruciarla in qualche modo, Camillo decise che era arrivata l'ora di lanciarsi in politica: venne eletto ovviamente, perché al braccio destro di Angelini è sempre un po' complicato negare il voto, e divenne "capogruppo del Pd" alla Regione. Capogruppo, scopriamo oggi che si puo ragionare con più calma, di un gruppo che non si è ancora formalmente costituito. Che ganzo.
Il "gemello" Lamberto coltivò le sue prime ambizioni nella sede di Avanguardia Operaia di Chieti, che solo a dirlo vengono i brividi. Di due anni più grande, e comunque più schivo, più tessitore di alleanze che grande organizzatore, Lamberto Quarta è riuscito nella grande impresa di creare un figura tutta nuova e tutta per sè presso Del Turco: segretario generale della presidenza della Giunta regionale. Lungo, pomposo e inedito come incarico: nessuno s'era mai sognato di immaginare una figura del genere.
Sfortunato anche lui, se si vuole, perché l'ordinanza di arresto ha voluto malignamente attribuire al nostro Lamberto anche un legame sentimentale con Marie Jasmine Pignatelli, moglie del figlio di Ottaviano Del Turco ma da lui, ormai da tempo, di fatto separata. Prima che arrivasse così in alto, comunque, si ricorda di Quarta solo la direzione della Cassa Edile, oltre che l'assessorato ai Lavori pubblici della provincia di Chieti. Tanto è bastato.
Faremmo torto ai portici di Corso Marrucino se non lasciassimo un piccolo, importante spazio anche per il Colonnello, altro esuberante progonista di queste rutilanti stagioni. Uno che ha conteso ai Gemelli, per anni, il primo posto nella top ten delle chiacchiere e dei sospiri di ammirazione. Luigi Conga si chiama, ed è un colonnello medico appunto, ma soprattutto un ex manager della Asl. Per chi lo avesse dimenticato è anche quello che, in attesa delle manette della Finanza, s'era comprato una bella Porsche Cayenne -nera ovviamente perché il nero fa fine- e l'aveva imbottita di 113mila euro in contanti.
Ma qui sul Corso si racconta molto di più. Un vulcano di pubbliche relazioni, un conquistatore incallito e anche uno talmente diffidente da regolare con un codice segreto l'ingresso nella sua stanza di direttore della Asl. Dicono che abbia lasciato un disastro, ma si fa presto a parlar male di chi è caduto in disgrazia. Di sicuro tutti ricordano le parole di Nicola Cucullo, ex sindaco di Chieti, rimasto famoso per le sue piazzate parafasciste, che un giorno lo prese per il bavero e gli disse: «Colonnello Conga, prima o poi la manderò in galera». Colpito e affondato.
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