Venerdì, 9 Maggio 2025 NazionaliPapa Leone XIV celebra la sua prima messa con la casula donata all'Aquila a BergoglioNumerosi i post sui social pubblicati da chi era presente a quella giornataPer la sua prima messa nella Cappella Sistina papa Leone XIV ha scelto di indossare la casula con i simboli della Croce di Collemaggio, la basilica di riferimento della Perdonanza Celestiniana. La casula era stata donata all’Aquila a papa Francesco, e poi consegnata al cardinale Giuseppe Petrocchi, al termine della messa che precedette l’apertura della Porta Santa il 28 agosto 2022, proprio in occasione della Perdonanza. Numerosi i post sui social pubblicati da chi era presente a quella giornata, ricordata come “storica” per la diocesi aquilana, e che stamani ha riconosciuto la casula indossata dal nuovo pontefice. Le vesti liturgiche scelte per la celebrazione della Perdonanza, immortalate in una foto dell’Arcidiocesi dell’Aquila, riportavano, nei clavi, le geometriche croci che decorano la facciata della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, uno dei simboli del capoluogo abruzzese. Pace: è questa la parola che il nuovo Papa ha pronunciato più volte davanti a centocinquantamila fedeli corsi a Piazza San Pietro. Dove tanti erano gli abruzzesi ad assistere all’evento storico. E’ stata una elezione rapida la sua: due giorni e quattro scrutini, uno in meno rispetto allo scorso conclave, quello in cui era stato eletto Bergoglio. Il suo nome aveva cominciato nei giorni scorsi a circolare tra i papabili e risultava sempre più in crescita. Uomo di Curia, a capo dal 2023 del delicato dicastero dei vescovi, ma con un passato da missionario in Perù. E lui, nato a Chicago, pensa subito alla sua diocesi sudamericana e lascia, nel corso del saluto, la lingua italiana per pronunciare alcune parole anche in spagnolo. Prevost è il primo Papa nordamericano e anche il primo Papa agostiniano della storia. Ma le sue prime parole scaldano i cuori. Parla della pace nel mondo, di dialogo, della necessità di costruire ponti. Ma sottolinea anche la necessità di una Chiesa che sia sempre “vicina a coloro che soffrono”. Un vero e proprio discorso programmatico molto in linea con quanto seminato da Francesco, anche nel riferimento alla necessità di continuare sulla via sinodale. E’ figlio di quella Chiesa americana più vicina a Bergoglio anche se con un profilo più moderato. Riprende però anche qualcosa dell’eredità di Ratzinger, come il ritorno ad una veste papale più tradizionale con la mozzetta rossa che era stata archiviata dodici anni fa. Il suo faro è Leone XIII, il Pontefice della Rerum Novarum, la prima enciclica sociale della storia della Chiesa. Era il 1891 ed è da lì che i cattolici hanno cominciato a parlare della dottrina sociale, dell’attenzione ai più deboli anche con un loro impegno fattivo nella società, nel mondo del lavoro e nella politica. Prevost si affaccia alla Loggia delle Benedizioni ed appare emozionato, sembra fare fatica a ricacciare indietro le lacrime. Saluta con la mano i fedeli e quindi sceglie di leggere un testo preparato, come non era mai accaduto in precedenza. Carattere schivo, ha lavorato in Curia dietro le quinte, senza troppa esposizione mediatica. Non risultano neanche suoi libri, almeno nel periodo recente. La sua storia è un crogiolo di culture mescolate: il padre con origini francesi ed italiane, la madre spagnole e poi la sua vita tra i due continenti americani. Alla fine i cardinali hanno mantenuto fede alle prime dichiarazioni, quelle di un conclave breve. Il porporato entrato da favorito, Pietro Parolin, è accanto a lui sorridente. Grande anche la gioia degli altri cardinali elettori, sui balconi vicini. Nonostante i tanti retroscena, le interviste, le dichiarazioni, a volte contrastanti gli uni con gli altri, hanno dato un segno di unità in un conclave nel quale non era semplice, perché così affollato, 133 cardinali, e variegato con cardinali arrivati da ogni angolo del mondo. Prevost cita Papa Francesco, Sant’Agostino, il Perù, la Chiesa di Roma, della quale da oggi è il vescovo, ma rivolge anche messaggi dai toni molto pastorali con riferimento a Cristo Risorto: “Dio ama tutti incondizionatamente” e “il male non prevarrà”. Come tutti i suoi predecessori parte con una impronta mariana. Ricorda che proprio oggi è la festa della Madonna di Pompei e una Ave Maria e la sua prima preghiera da Papa. La dedica alla “pace nel mondo”. L’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti ha accolto l’elezione al soglio di Pietro di Papa Leone XIV, dopo aver ascoltato il saluto al mondo del nuovo Pontefice: “Questa è la conferma – dichiara il presule – che lo Spirito Santo, all’interno della Cappella Sistina, è capace di sparigliare le carte, perché tutti i nomi che si erano fatti – magari basandosi su logiche umane – sono stati praticamente misconosciuti. Infatti è stata eletta una persona che era stata appena nominata come possibile candidato, nei giorni addietro, e poi subito tramontato”. Da qui l’auspicio dell’arcivescovo Valentinetti: “Invece – conclude – la Chiesa ha un Papa che è successore di Pietro. Lui continuerà il cammino di Papa Francesco con la realtà di fare ponti con tutta l’umanità e nella pace, così come ha detto”. |