Mercoledì, 19 Marzo 2025 AbruzzoSi è spenta Nita, l’orsa ospitata nel centro natura di PescasseroliQuadro clinico compromesso a livello sistemico dato anche dalla età, con pleurite siero-fibrinosa, cuore con marcata ipertrofia ventricolareSi è spenta Nita, l’orsa ospitata nel centro natura di Pescasseroli del parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (pnalm). Era arrivata il 29 giugno 2020 in Abruzzo insieme a Greta e Brumo dalla Lituania. Greta, che del gruppo era la più anziana, era morta nel 2022 e ad oggi, dunque, Brumo rimane l’unico orso ospitato a Pescasseroli. Il decesso dell'orsa Nita risale alla fine di gennaio ma il Parco ha reso noto soltanto adesso la notizia. "Abbiamo voluto attendere il referto dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise che ha fatto tutti gli accertamenti del caso per definire il quadro clinico che ha portato alla morte dell’orsa. Il referto - si legge in una nota diffusa dal Pnalm - è arrivato pochi giorni fa e ci racconta di un quadro clinico compromesso a livello sistemico dato anche dalla età, con pleurite siero-fibrinosa, cuore con marcata ipertrofia ventricolare sinistra, epatite e di conseguenza una grave insufficienza epatica. Nei giorni precedenti alla morte, infatti, si era riscontrata una sintomatologia caratterizzata da profonda apatia e scarsi movimenti che oggi, alla luce di quanto rilevato dagli accertamenti fatti, risulta essere molto più chiara". Una storia fatta di sofferenze e cattività quella che accomuna Nita, Greta e Brumo, i tre orsi bruni europei arrivati dall’Europa dell’Est. "Una storia che l’associazione Salviamo gli Orsi della Luna, in collaborazione con il Parco e la fondazione Capellino ha provato a cambiare in meglio - ricordano dall'ente - offrendo ai tre animali una vita, seppur in un’area faunistica, più dignitosa e serena. I tre orsi, infatti, hanno trascorso questi ultimi 5 anni in un’area recintata dotata di vasca, alberi e spazi in cui rifugiarsi se non volevano farsi vedere dagli avventori. Ambienti di certo limitati per un orso, ma decisamente migliori e più ampi delle strette gabbie di cemento e ferro, dove erano costretti a vivere sin dalla loro nascita e dove per loro non era possibile neanche camminare. Le notizie a nostra disposizione sulla loro storia sono poche e frammentate, nonostante le numerose indagini degli ispettori del ministero lituano, e in parte derivanti dalle persone che le detenevano: di sicuro sappiamo che questi animali hanno vissuto sempre in cattività, che con molta probabilità venivano sfruttati per attività circensi e che, nei momenti in cui non “lavoravano”, venivano mantenuti in delle gabbie molto strette e anguste". Nita, che ha vissuto a Pescasseroli per quasi 5 anni, interagendo pienamente con gli altri orsi nello spazio a loro dedicato era stata subito sterilizzata e nell’area del centro visite si era addirittura scavata una sua tana in un piccolo angolo in fondo al recinto, poi adattata dagli addetti per ragioni di sicurezza. "Non era un orso bruno marsicano, ma era comunque un orso e averla avuta con noi e poterla osservare insieme agli altri, nei tanti piccoli comportamenti quotidiani è stato molto interessante ed emozionante. Hanno permesso a noi e ai tanti ospiti del centro visite, di ammirare quanto gli orsi ci somigliano e comprendere che, forse, è proprio per questo che risultano così affascinanti ai nostri occhi" concludono dal parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise con grande emozione.
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