Lunedì, 15 Luglio 2024 AbruzzoSisma L'Aquila: spese legali a carico dei parenti delle vittimeIn Appello confermata la sentenza emessa in primo gradoLa Corte d’Appello civile dell’Aquila ha confermato la sentenza di primo grado di un anno fa che aveva “scagionato” la presidenza del Consiglio dei ministri da ogni responsabilità per la morte di sette studenti travolti nei crolli dalle macerie il 6 aprile del 2009. I parenti delle vittime non avranno diritto a nessun risarcimento danni per la morte dei loro giovani congiunti, ma dovranno pagare quasi 14.000 euro di spese legali. per «condotta incauta». Lo riporta il Centro. La sentenza d’Appello sostiene che se i ragazzi sono morti è stata per una sorta di loro condotta incauta. Significativo, in tal senso, quello che i giudici scrivono a proposito di Nicola Bianchi (il padre Sergio da anni si batte per avere giustizia). Punto di riferimento è il ruolo della vecchia commissione Grandi rischi e in particolare alle frasi rassicuranti pronunciate dal vice presidente Bernardo De Bernardinis che hanno condizionato il comportamento degli aquilani in seguito alla riunione che si tenne all’Aquila pochi giorni pima del 6 aprile 2009. Questi, infatti, è stato l’unico condannato in via definitiva a due anni di reclusione con i benefici di legge per omicidio colposo plurimo. In primo grado furono condannati tutti e sette gli scienziati della commissione ma poi, tranne De Bernardinis, furono tutti scagionati in appello e Cassazione. “Ad analoga conclusione”, si legge nella sentenza, “deve pervenirsi quanto a Nicola Bianchi in quanto, al di là del fatto che non v’è prova della fonte della conoscenza della riunione del 31 marzo della Grandi rischi e della motivazione della rassicurazione tratta – sicché non v’è alcun elemento che la colleghi proprio alle dichiarazioni del De Bernardinis gli stessi appellanti non contestano che, stando alle sommarie informazioni testimoniali dei genitori (che, parimenti, non si rinvengono agli atti), il ragazzo decise di restare all’Aquila poiché aveva un esame il giorno 8 aprile e la notte del sisma, dopo la scossa delle ore 22.48, uscì in strada, circostanze che contrastano con la tesi che egli avesse così agito sentendosi tranquillizzato sulla base delle dichiarazioni del De Bernardinis e ormai non ritenendo più pericolose le scosse”. |