Venerdì, 12 Luglio 2024 AbruzzoPescara: stallo per le quote rosa nella Giunta Comunale"Triste spettacolo patriarcale"“Ho atteso a lungo prima di scrivere qualcosa su ciò che si sta consumando dentro le stanze del Comune di Pescara per la scelta della composizione della Giunta della nostra Città. Ancora una volta, sono le donne ad essere il tema dirimente. Ancora una volta, sui loro corpi, delle donne elette, e sui nostri, delle elettrici, delle cittadine, di noi donne, si gioca la partita per l’amministrazione della città. In realtà nulla è progettato e costruito per rendere la città più vicina ai bisogni delle donne e la quota rosa, che mette in crisi la formazione di una Giunta, ne è un simbolo potente”. Esordisce così, la pescarese Alessandra Rossi, della Coalizione Civica con Alleanza Verdi-Sinistra italiana, nella lettera aperta a questa testata, in merito all’impasse che si vive oramai da un mese a Pescara per la composizione della giunta, a causa della ripartizione delle quattro quote rosa tra i partiti del centrodestra della coalizione vincente alle elezioni di giugno, senza le quali non si può comporre la squadra del rieletto sindaco Carlo Masci di Forza Italia, che vuole chiudere la partita entro oggi. Fratelli d’Italia vuole infatti come assessori i più votati Christian Orta, Gianni Santilli e Alfredo Cremonese, ed è disposto a contribuire con una sola donna, Zaira Zamparelli. Commenta dunque amareggiata la cittadina Alessandra Rossi: “Ancora una volta, Sindaco e rappresentanti delle forze politiche e partitiche non sono preparati a gestire questioni riguardanti le donne. In silenzio restano le donne coinvolte, in quanto influenzate da una mentalità e da una cultura che tali ci vuole (patriarcato interiorizzato). Perché questo è il vulnus, il nodo principale. Innanzitutto chiediamoci perché, ancora oggi, sono chiamati a decidere gli uomini, al di là dei loro ruoli di potere. Sono decisioni prese da uomini perché come cittadine non ci sentiamo rappresentate da noi stesse e perciò non ci votiamo, ma continuiamo a votare gli uomini come se ritenessimo di non avere le capacità e perciò il diritto di ricoprire tali posizioni (sindrome dell’impostore). “Sono uomini quelli che decidono la composizione del governo di una città, obbligati da una legge (e non per cultura ), a tenere conto della nostra presenza – prosegue Rossi -. Sono uomini quelli che impongono le “loro” donne, scelte e portate da uomini, non in qualità di nostri alleati, ma come chi mira a garantirsi un privilegio, a nutrire un sistema, ossia uomini come patriarchi di una città. E allora mi chiedo da cittadina quali riflessi e quali conseguenze possano avere tali scelte sulla Città, sul come verrà amministrata, costruita, gestita, ma soprattutto immaginata, creata ed amata (come il Sindaco dice di fare), in un periodo in cui le donne sono rese minoranza, violentate nel loro corpo e annientate nello spirito”. “Le quote rosa non sono il problema, come emerge dagli articoli della stampa locale, ma è la mentalità di cui tuttə siamo intrisə. Le quote rosa sono una benedizione perché aiutano le donne a farsi largo in uno spazio totalmente rappresentato dagli uomini e poco rappresentato, quasi estraneo alle donne. Le quote rosa aiutano le giovani donne a sentirsi e a vedersi rappresentate, a riconoscersi, ad immaginare, a desiderare e poi a scegliere in futuro quel ruolo per se stesse o per altre. Le quote rosa non sono un problema né una panacea, sono uno strumento per dare pari opportunità di accesso a ruoli di potere. Ma quello che occorre cambiare è la cultura oltre che il sistema di regole, perché senza una cultura alla base, le regole restano inefficaci. |