Lunedì, 23 Ottobre 2023 Abruzzo

L'Aquila diventa una polveriera per la scelta dei candidati per le regionali

Biondi e Liris ai ferri corti. La vicenda finisce sui tavoli romani

Scelte difficili per i candidati di punta alle regionali del prossimo mese di marzo da parte dei vertici politici, ma anche una base spaccata. Il tutto in un quadro di grande conflittualità, con pochi posti rispetto a decine di richieste di approfittare del momento propizio, in cui tentativi di accordo che ormai non si contano più, continuano ad andare a vuoto. Con l’aggravante che i dissidi e le tensioni sono diventati di dominio pubblico, tanto che non è difficile conoscere, quasi giornalmente e non solo negli ambienti politici, l’aggiornamento delle liti. Liti le cui cronache sono arrivate sui tavoli nazionali che contano, ad esempio su quello di Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione.

E’ la situazione che sta vivendo, ormai da tempo, Fratelli d’Italia dell’Aquila, che a quattro mesi e mezzo dalla tornata elettorale, più che un partito sembra una polveriera.

In un contesto del genere, emerge lo scontro, tra due autentici big ed amici, per molti ex: il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, 47 anni, responsabile nazionale Enti locali, commissario provinciale che può vantare rapporti di amicizia con il leader e premier, Giorgia Meloni, ex primo cittadino del comune aquilano di Villa Sant’Angelo, e il senatore e capogruppo di Fdi in commissione Bilancio, Guido Liris, 43 anni, fresco vice coordinatore regionale, di Pianola, frazione del capoluogo regionale, vice sindaco dello stesso Biondi, con la casacca di Forza Italia, dal 2017 al 2019, prima di passare in Fdi ed essere eletto consigliere regionale ed essere nominato assessore.

Uno scontro che va avanti da anni ma che sarebbe giunto ad un punto di non ritorno proprio nel tentativo di mettere gli uomini di fiducia nelle condizioni di spuntare la elezione a Palazzo dell’Emiciclo, e in generale per il controllo del partito.

E secondo quanto si è appreso, il sereno in seno al partito aquilano non sarebbe tornato nemmeno ieri nel grande evento in contemporanea nazionale, di bilancio di un anno di governo nazionale che si è svolto all’Aquila.

Una situazione che potrebbe favorire i candidati degli altri comprensori, soprattutto quelli della Marsica. Ma quanto sta accadendo è a dir poco paradossale perché il territorio aquilano viene considerato, anche a livello nazionale, una roccaforte della prima formazione politica italiana: infatti, proprio nel capoluogo regionale quando la percentuale nazionale era lontana dalla doppia cifra, nel 2017, con la elezione di Biondi, primo sindaco di Fdi in un capoluogo regionale, riconfermato con un verdetto bulgaro al primo turno nel giugno dello scorso anno, e, nel 2019, di Marco Marsilio, primo governatore dei meloniani, è cominciata la grande cavalcata culminata con il trionfo alle politiche dello scorso anno con Fdi a oltre il 27% e con il privilegio, per Biondi e soci, di avere avuto la candidatura di Giorgia Meloni, eletta deputato nel collegio L’Aquila-Teramo.

I vertici nazionali, alla vigilia delle elezioni regionali, si aspettano che il partito all’Aquila e in provincia faccia da locomotiva per l’intero Abruzzo perché Fdi sia il primo partito e possa guidare il Centrodestra alla storica conferma alla guida della Regione. Eppure, all’Aquila la quadra ancora non si trova e, secondo molti, i dirigenti seguitano a farsi la guerra e a far prevalere personalismi, dispetti, giochi di potere anziché chiudere una partita per il bene della collettività e di un territorio che sta facendo lo sforzo maggiore per la rinascita dopo il tragico terremoto dell’Aquila del 2009.

Sempre stando a tanti sostenitori, la opportunità è unica, storica, alla luce di un peso a livello nazionale ed una possibilità, senza precedenti, di ascolto a Roma. E con una rappresentanza mai così forte: bastano gli esempi della nomina a sottosegretario dell’aquilana Fausta Bergamotto, della nomina di Biondi come responsabile nazionale degli Enti locali, della elezione di Guido Liris, come senatore nel settembre del 2022 dopo una candidatura blindata.

Un gruppo rafforzato dalla presenza di un altro senatore, il coordinatore regionale, Etelwardo Sigismondi, originario di Vasto ma aquilano di adozione visto che vive nel capoluogo regionale avendo sposato l’avvocato Ersilia Lancia, assessore comunale dell’Aquila, in corsa per una candidatura.

Ma se al vertice ci sono profonde divisioni non va meglio alla base, in seno alla quale è stata data la consegna del silenzio, per non alimentare le polemiche interne.

Il Circolo aquilano non ha espresso preferenze decise e chiare, di fatto non scegliendo i candidati di punta nella rosa di sei nomi che gli è stata sottoposta. Tanto che la lista è stata consegnata senza indicazioni particolari nelle mani del commissario provinciale, Biondi, che l’ha trasmessa al regionale.

A Sigismondi e soci tocca trovare il bandolo della matassa, in una situazione in cui gli aspiranti inquilini dell’Emiciclo sono ben di più rispetto ai seggi che potranno scattare nel territorio.

Con il rischio di disperdere il voto a favore dei candidati della Marsica e dell’area Peligna e Alto Sangro.

Ecco la lista di nomi, di cui è venuto in possesso di Abruzzoweb, e che hanno fatto parte nei vari totocandidati: l’ex assessore comunale e avvocato Alessandro Piccinini, nei mesi scorsi confermato alla presidenza della Gran Sasso Acqua, la società pubblica del ciclo idrico integrato che gestisce 36 comuni della provincia, marito della consigliera comunale Katia Persichetti; l’ingegnere Andrea Di Biase, capo di gabinetto del sindaco Biondi, nominato nel 2021 presidente della società in house della Regione Abruzzo Engineering; l’assessore comunale al Turismo, l’avvocato aquilano Ersilia Lancia, moglie del segretario regionale e senatore Sigismondi; Paolo Federico, sindaco di Navelli, presidente del Gruppo di Azione locale (Gal) Gran Sasso-Velino e commissario della Comunità montana Montagna di L’Aquila; Vito Colonna, ex ufficiale dell’Esercito e politico di lungo corso, assessore comunale con deleghe tra le altre alle Opere Pubbliche e allo Sport; il consigliere comunale Tiziana Del Beato, che nel 2020 è passata dalla Lega a Fdi.

Tutti e sei sono nomi senz’altro spendibili e di peso, ma sono forse troppi, se si allarga lo sguardo all’intero collegio provinciale, perché il rischio è quello di disperdere i voti e favorire l’area marsicana, più popolosa, e dove corrono, con grandi possibilità di essere riconfermati all’Emiciclo, l’assessore al Bilancio, Mario Quaglieri, ex sindaco di Trasacco, medico chirurgo marsicano, operante nella sanità privata, e l’avezzanese Massimo Verrecchia, ex parlamentare, dirigente regionale e capo di gabinetto dello staff del presidente Marsilio, entrato in consiglio come “surrogato” di Quaglieri divenuto assessore, a gennaio scorso, assumendo anche il ruolo di capogruppo  di Fdi. C’è poi da considerare anche il territorio peligno e dell’Alto Sangro.

I conti sono del resto presto fatti: Fdi in Abruzzo alle politiche del settembre 2022 ha ottenuto il 27,9%. Supponendo in una rosea previsione che questa percentuale sarà mantenuta o anche anche incrementata di qualche punto alle regionali, potrebbero essere eletti tra i 9 e 10 consiglieri in tutta la regione, di cui, si pronostica 3 o anche 4 se si farà un miracolo, nel collegio provinciale dell’Aquila.

Il rischio insomma è che degli aquilani ne passerà uno soltanto, e poi si dovrà sperare in altri posti spettanti ai primi dei non eletti, come “surrogati” di chi tra gli eletti andrà a fare l’assessore.

E dunque, non solo i vertici del partito, ma anche i candidati aquilani che si sentono più forti, considerano esiziale sfoltire la rosa dei candidati. Ed occorre chiedere a qualcuno di loro un passo indietro, Ed è questa la grana ora in mano a Sigismondi, Liris e Testa.

Ma lasciare la patata bollente al segretario regionale, Sigismondi, e ai vice coordinatori, il senatore Liris e il deputato pescarese Guerino Testa è oggi la mossa per uscire da una situazione sempre più esplosiva, dopo infruttuose riunioni e serrate e improduttive interlocuzioni anche della dirigenza comunale, guidata dal segretario comunale, Michele Malafoglia, sempre più in subbuglio in una della città roccaforte dei meloniani, e dove anche nella maggioranza di Biondi, al suo secondo mandato, Forza Italia, a circa 16 mesi dal trionfo elettorale, ha aperto una crisi, rivendicando un assessore e una inversione di marcia nell’attività amministrativa. Anche in questa occasione è emersa la rivalità tra Biondi e Liris con questo ultimo che in un cliché insolito a prendersi la scena proponendosi come interlocutore al posto del sindaco. Risultato mal di pancia non rientrato dopo due settimane di trattative. (b.s.-f.t.)

pubblicato su Abruzzoweb