Sabato, 22 Aprile 2023 AbruzzoPatteggiamento a due anni, pesa sospesa per un fotografoLa condanna mette fine quindi a una vicenda molto chiacchierataSi conclude con un patteggiamento a due anni, con pena sospesa, la vicenda giudiziaria del fotografo e regista aquilano Alessandro Luciani: la condanna, con l’accusa di violenza sessuale, è stata inflitta dal Tribunale di Vibo Valentia dove per competenza territoriale era stata trasferita l’inchiesta avviata lo scorso anno dalla Procura della Repubblica dell’Aquila. Le indagini, condotte dalla squadra mobile della Questura dell’Aquila, hanno provocato molto clamore nel capoluogo regionale e in regione dove il 44enne professionista è molto conosciuto e stimato: nell’agosto 2022 Luciani era stato sottoposto agli arresti domiciliari scattati in seguito alle denunce di due sorelle aquilane, una minorenne all’epoca dei fatti, e I.S, secondo le quali il fotografo le avrebbe palpeggiate nel corso di un servizio fotografico a Tropea, in Calabria. I fatti risalgono al mese di agosto 2021 e successivamente al mese di maggio 2022. L’epilogo giudiziario vede un quadro accusatorio ridimensionato rispetto alle contestazioni di partenza. Il reato di violenza sessuale, lo ricordiamo, prevede una pena da 6 a 12 anni di reclusione che può essere ridotta di due terzi in caso di minore gravità dei fatti. Il fotografo aquilano e il suo legale Marco De Paulis, del foro dell’Aquila, si sono detti soddisfatti. Nella denuncia la minore ha accusato Luciani di averla palpeggiata posandole la mano sulla gamba mentre si dirigevano al lago Sinizzo di San Demetrio ne’ vestini, vicino L’Aquila, per un set fotografico di prova. Altri fatti sarebbero avvenuti nel mese di agosto 2021 quando, durante un progetto fotografico in Calabria, a Tropea e nei comuni limitrofi, Luciani avrebbe spalmato la crema solare alla minore mentre erano con tutto in gruppo in spiaggia. La minore, sdraiata a prendere il sole in spiaggia con le altre partecipanti al progetto, ha dichiarato che in quel momento stava dormendo. La stessa ha denunciato poi il fotografo aquilano per pedopornografia per aver pubblicato senza il suo permesso le foto prodotte durante il progetto in Calabria, in cui la stessa risulta essere ritratta senza il pezzo di sopra del costume, rivolta verso la fotocamera con la schiena nuda. Secondo quanto sottolineato, la parte offesa nel corso dei mesi non ha mai chiesto la rimozione dai social di tale materiale fotografico e non ha mai mostrato obiezioni in merito al comportamento dello stesso professionista fino al momento della denuncia. Il legale De Paulis, sin dai primi attimi dopo l’arresto del suo assistito, ha portato avanti come prova a sua discolpa la liberatoria firmata in tutte le sue pagine dalla madre della minore che era quindi consapevole del progetto a cui la modella stava per prendere parte e recante nell’ultima pagina anche alcuni esempi di foto che sarebbero state poi realizzate a Tropea e per le quali l’aspirante modella avrebbe posato. L’avvocato De Paulis ha portato avanti la linea difensiva che vede la Corte di Cassazione III, con sentenza n.41590/2019, stabilire che la realizzazione di foto artistiche di nudo di modella minorenne, effettuate da un fotografo professionista, anche quando le stesse rappresentino gli organi sessuali o abbiano attitudine a sollecitare l’istinto sessuale, non configura pornografia minorile. Durante i mesi successivi alle denunce, il fotografo e l’ aspirante modella aquilana avrebbero continuato a collaborare per altri progetti e ad avere dialoghi telefonici fino almeno al mese di gennaio 2022. Altri fatti sarebbero avvenuti alla fine del mese di maggio 2022 quando la seconda parte offesa, all’epoca dei fatti maggiorenne e sorella minorenne, ha incontrato Luciani per effettuare un servizio fotografico. Nei giorni successivi i due, fotografo e modella, hanno concordato le fotografie da poter pubblicare, nello specifico la sera del 14 giugno 2022, foto che l’autore delle stesse evitò di postare sui social in quanto non detentore della liberatoria firmata dalla modella ritrattata e invitando la stessa a pubblicarle sui social indicando l’autore delle stesse. Il giorno successivo, 15 giugno, la stessa modella ha sporto denuncia per aver subito palpeggiamenti durante il set fotografico. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, hanno portato poi alla deposizione di testimonianza di una terza ragazza aquilana, che ha dichiarato di essere stata palpeggiata dal fotografo mentre le veniva aggiustato il capo d’abbigliamento, nello specifico un costume da bagno, che indossava durante un set fotografico cui ha partecipato come modella nel mese di febbario 2021. Sempre secondo la difesa del 44enne fotografo, la Procura dell’Aquila, per avvalorare maggiormente i reati imputati al Luciani, in fase di indagini avrebbe dichiarato erroneamente minorenne la modella, all’epoca dei fatti in effetti già maggiorenne e ha quindi accusato il fotografo aquilano per gli stessi reati dichiarando competente lo stesso Tribunale dell’Aquila in quanto i fatti cronologicamente più vecchi e riguardanti lo stesso reato, si sarebbero svolti proprio all’Aquila. La stessa modella non ha sporto alcuna denuncia nei confronti di Luciani e già in fase di deposizione e illustrazione dei fatti ha dichiarato che era maggiorenne all’epoca dei fatti. Di conseguenza, la pratica è stata trasferita nel mese di ottobre dello scorso anno al Trinunale di Vibo Valentia, in Calabria, dove i fatti si sono svolti. La linea difensiva portata avanti dall’avvocato Marco De Paulis, le prove a discolpa del suo assistito e le valutazioni sulle conseguenze logistiche che un processo a Vibo Valentia avrebbe portato, hanno fatto sì che si arrivasse, in accordo con il P.M. del Trinunale calabrese, ad un accordo tra le parti che equivale alla rinuncia a difendersi da parte dello stesso Luciani e che prevede la pena sospesa di due anni, il dissequestro di tutto il materiale preventivamente sottratto al Luciani in fase di arresto, l’annullamento del divieto di avvicinamento alle parti offese e il divieto di svolgere attività lavorativa continuativa con minori per un anno. La condanna mette fine quindi a una vicenda molto chiacchierata e che ha visto il professionista aquilano attraversare mesi abbastanza difficili – trapela sempre da fonti difensive. Alessandro Luciani ad oggi svolge attività di fotografo, produzione e service video per eventi in generale e collabora con varie testate giornalistiche. |