Venerdì, 9 Ottobre 2020 AbruzzoLa malavita investe anche in Abruzzo con il riciclaggio del denaro sporcoI dati della CGIA di Mestre: un giro di affari da 170 miliardiNel 2019 sono state segnalate all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia oltre 105 mila operazioni sospette di riciclaggio: record mai toccato prima. Si è infatti passati dalle 98.030 alle 105.789 segnalazioni, con un incremento di 7.759 pari al 7,9% E seppure il fenomeno in Abruzzo è in termini numerici assoluti, e in base alla popolazione residente, rispetto alle altre regioni, si passa in un anno dalle 1.312 alle 1.518 segnalazioni, con un’aumento di 206, pari al più 15,7% un incremento superiore alla media nazionale che è del 7,9%. Stiamo parlando di presunti illeciti compiuti in massima parte da organizzazioni criminali che cercano di reinvestire in aziende o settori “puliti” i proventi economici derivanti da operazioni illegali. Un giro di soldi sporchi di 170 miliardi di euro, pari al pil della Grecia. Tra il 2009 ed il 2019 le segnalazioni sono aumentate di oltre il 400 per cento. Se nel 2009 erano 21.066, l’anno scorso hanno raggiunto la quota record di 105.789. L’allarme lo lancia l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. In base alla popolazione, a livello territoriale le Regioni più “colpite” nel 2019 sono state la Campania (222,8 segnalazioni ogni 100 mila abitanti), la Lombardia (208,1) la Liguria (185,3) e la Toscana (184). Le realtà meno interessate, invece, sono state l’Abruzzo (115,7 ogni 100 mila abitanti), l’Umbria (110,3) e la Sardegna (86,6). In termini di variazioni percentuali di crescita del numero di segnalazioni più importanti. Rispetto al 2018, Sicilia (+26,3 per cento), Molise (+23,8 per cento) e la Basilicata (+17,4 per cento), la Sardenga, 16,1%, e poi però c’è l’Abrizzo con il 15,7%. Infine, le uniche regioni in controtendenza sono state il Piemonte (-0,5 %), la Toscana (-1,6%), l’Umbria (-3,3%) e la Valle d’Aosta (-4,3%). |