Mercoledì, 20 Marzo 2019 VasteseIl figlio di Riina vende fiori e piante per aiutare i disabiliGrande sorpresa a Casalbordino davanti alla chiesa del paeseFermo davanti alla chiesa di San Salvatore per chiedere offerte in favore della fattoria sociale “Vita Felice”. Non era un volontario qualsiasi la persona che domenica ha trascorso l’intera mattinata davanti agli stand floreali, ma Giuseppe Salvatore Riina, detto Salvo, figlio di Totò Riina,ritenuto il “capo dei capi” di Cosa Nostra, deceduto nel carcere di Parma il 17 novembre 2017. Maglietta rossa e sorriso smagliante, Salvo non è passato inosservato. Qualcuno avendo notato una vaga somiglianza ha poi trovato conferma su Facebook, dove il terzogenito di Totò Riina e Ninetta Bagarella, ha postato le foto della sua nuova attività di volontariato. E’ iniziata a Casalbordino, nella fattoria “Vita Felice” di Don Silvio Santovito, il sacerdote noto in tutto il comprensorio per le sue attività di reinserimento in favore dei detenuti, il nuovo percorso di Riina junior, nato a Palermo il 3 maggio 1977, che dalla magistratura di sorveglianza ha ottenuto l’autorizzazione a lasciare la Casa Lavoro di Vasto per svolgere attività di volontariato in una struttura che dal 2013 apre le porte a chi è in difficoltà. “Aiutaci ad acquistare un pulmino attrezzato per regalare delle giornate diverse a ragazzi ed adulti disabili affetti da grave patologie”, scrive Salvo Riina su Facebook invitando a fare una donazione e a condividere il suo post. Non si sa ancora come la comunità casalese abbia accolto la notizia della sua presenza. Certo è che il passaggio dalla Casa Lavoro di Vasto alla Fattoria “Vita Felice” di Casalbordino è stato breve per il quarantenne siciliano con alle spalle diversi anni di detenzione e che il 28 novembre 2017 è arrivato nella struttura penitenziaria vastese dopo essere stato arrestato perché ritenuto “socialmente pericoloso”. Il provvedimento restrittivo, deciso dal Tribunale di Sorveglianza in seguito ad alcune indagini sulle sue frequentazioni spacciatori e pregiudicati, gli era stato notificato a Padova dove Salvo Riina era in libertà vigilata dopo aver scontato una pena di 8 anni e dieci mesi per associazione mafiosa. Durante la sua permanenza nella città veneta Salvo Riina ha lavorato presso la cooperativa Diogene come addetto alla segreteria. Nell’aprile 2016 ha pubblicato la sua prima opera letteraria “Riina Family Life”, l’unica biografia autorizzata sulla vita della famiglia più nota d’Italia. Il suo trasferimento nella Casa Lavoro di Vasto era finito anche al centro di una interrogazione parlamentare presentata dalla ex deputata del Pd, Maria Amato all’allora ministro degli interni Marco Minniti. (Il Centro) |