Martedì, 31 Gennaio 2017 Vasto

Jessica: una vergognosa vignetta pubblicata sul Il Fatto Quotidiano

Rabbiosa reazione delle istituzioni e dell'intera comunità vastese

Scoppia la polemica su una vignetta de Il Fatto Quotidiano che fa riferimento a Jessica Tinari, 24enne di Vasto morta, con altre 28 persone, tra cui il suo fidanzato, Marco Tanda, sotto le macerie dell'Hotel Rigopiano di Farindola, travolto da una valanga il 18 gennaio scorso. Jessica era un'attivista del Pd e dei Giovani democratici. All'assemblea nazionale dem, il 28 gennaio a Rimini, il segretario, Matteo Renzi, l'ha citata nel suo discorso.

Nell'illustrazione firmata da Mario Natangelo compare l’ex presidente del Consiglio, che dice: “Abbiamo perso un voto. Forse gli altri 28 erano del movimento 5 stelle, ma chi può dirlo”.

Non si fa attendere la replica dei Giovani democratici:“Con Jessica non abbiamo perso un voto, ma un volto: una compagna che tutti i giorni dedicava un pezzetto della propria vita a un’idea. Tu potrai anche non condividerla, ma lei si impegnava più di molti altri per rendere la sua città, la sua regione e il suo paese, posti migliori. Nella tua vignetta non hai attaccato Renzi, ma hai ferito noi e la comunità della quale facciamo parte, perché hai toccato un nervo scoperto e a poche ore dal momento in cui abbiamo ricevuto la notizia. Ci hai ferito e va bene così, ma ricorda che non sempre il cinismo è sinonimo di acume, ma spesso nasconde la svalutazione di tutto”.

Alle critiche risponde il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio: “Purtroppo nel Pd, come già per la vignetta di Mannelli sulla Boschi, ci sono troppi dirigenti che non capiscono le battute. Sarà nostra cura corredare le vignette con una nota a margine per spiegargliele da ora in poi”.

Maria Amato: "Indegno. Non c'è ironia o satira che tenga", scrive sul suo profilo Facebook Maria Amato, deputata del PD. "Svilire il dolore, non fermarsi davanti alla morte, non fermarsi di fronte al dolore di una famiglia, di un padre e una madre, di una intera comunità cittadina è indegno. Vergogna, è un termine che non uso mai, ma è l'unico che trovo per non scadere nella volgarita".

Francesco Menna: "La morte non ha un colore"- commenta sul suo profilo Facebook il sindaco di Vasto - "Chi non sa rispettare la morte, non può rispettare la vita. C'è un limite che non va mai oltrepassato, oltre il quale ci si avventura nel triste malcostume dell'indecenza. Speculare sul dolore di una famigflia, di una comunità, di un'intera città, è un agire che non appartiene alla dignità umana. Questa non è satira: è una vergogna che va condannata e non c'è nessuna libertà di informazione che basti a difenderla. Chiedere scusa ai genitori di Jessica credo sia il minimo che si possa fare".