Mercoledì, 17 Agosto 2016 AbruzzoE' scattato il fermo pesca in Abruzzo, occhio al prodotto frescoStop all’attività a strascico mentre sono escluse le lampare e le piccole barcheÈ scattato ieri (martedì 16 agosto) il fermo pesca in Abruzzo. Il blocco delle attività durerà 42 giorni consecutivi, fino al 26 settembre, nella zona dell’Adriatico che va da Pesaro a Bari, ricalcando grosso modo le date dello scorso anno. Secondo quanto disposto dal decreto ministeriale, l’interruzione riguarda le unità autorizzate all’esercizio dell’attività di pesca con il sistema strascico (reti a strascico a divergenti, sfogliare rapidi, reti gemelle a divergenti), mentre sono escluse le lampare e la pesca artigianale. A questo si aggiunge il prolungamento fino al 16 ottobre della chiusura della Fossa di Pomo, il tratto di mare – ritenuto fra i più pescosi – al largo del confine tra la costa abruzzese e quella marchigiana da un anno interdetto all’attività di pesca per favorire il ripopolamento di merluzzi, naselli e scampi. «Resta il fatto», sottolinea Tonino Giardini, responsabile nazionale Coldiretti Impresa Pesca, «che l'attuale format del fermo pesca, inaugurato circa 35 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato oltreché costoso in quanto tutela solo le specie ittiche agostane non tendendo conto che gran parte delle altre si riproducono durante il resto dell'anno. Da qui la nostra proposta di differenziare il blocco delle attività a seconda delle aree di pesca, e quindi delle specie presenti, e di consentire alle flotte di scegliere un fermo di trenta giorni in autonomia, in modo da evitare il blocco totale della pesca e un reddito giusto ai pescatori. Il ministero», evidenzia Giardini, «ha comunque già annunciato che questo sarà l’ultimo anno di fermo tradizionale. Dal prossimo, sicuramente le cose cambieranno». Ma che cosa cambia a tavola con il fermo pesca? Quali sono gli effetti su mercato e sui prezzi? «Il fermo determina in genere un effetto “a fisarmonica” con prezzi che si alzano favorendo i guadagni di chi immette sul mercato dall’estero», risponde Giardini, «ma non è possibile stabilire come varieranno i prezzi e quali saranno le specie che subiranno una maggiore variazione del prezzo. Con il blocco delle attività aumenta inoltre il rischio di ritrovarsi nel piatto pesce straniero, che può arrivare fino all’80% del prodotto esposto sui banconi». L’Abruzzo in questo caso attinge per gran parte al mercato del Lazio, qualcosa può arrivare dalla Croazia. Per effettuare acquisti “made in Italy” di qualità e al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è, laddove possibile, di acquistare direttamente dal pescatore non interessato dal fermo (la piccola pesca), o, se da un’attività commerciale, di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale). Per fare acquisti più sicuri Coldiretti ha elaborato un vademecum che consiglia di controllare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e che siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne mentre per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso.(a.mo.) Fonte "Il Centro" |