Lunedì, 5 Maggio 2025 Abruzzo

OPERAZIONE ANTIDROGA “TRE PIAZZE” A PESCARA

5 ARRESTI E QUATTRO ALTRE MISURE CAUTELARI

 All’alba di questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Pescara hanno dato il via a quella che è stata convenzionalmente definita “Operazione tre piazze” dando esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, nei confronti di 9 soggetti (5 sottoposti agli arresti domiciliari, 3 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ed 1 sottoposto al divieto di dimora nel comune di Pescara). Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. di Pescara, Francesco Marino, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Giuliana Rana.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pescara, iniziate nel dicembre 2023 e terminate nell’estate 2024, hanno consentito di individuare e smantellare tre distinte piazze di spaccio (via Gallero, via Lago di Capestrano, via Caduti per il Servizio – quartiere Fontanelle), che avevano creato un vero e proprio problema sociale legato al degrado ingenerato dalle continue cessioni di stupefacenti ed all’impossibilità per i residenti di vivere serenamente.

Le investigazioni hanno consentito di associare le piazze di spaccio agli indagati, tutti ritenuti responsabili della violazione del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e tutti già ben noti alle forze di polizia e per la maggior parte operanti nel quartiere Rancitelli.

Dai primi accertamenti svolti è emerso che uno dei principali indagati, sebbene sottoposto ad altra misura alternativa, approfittando delle ore di permesso concesse per esigenze di vita, visite mediche e presunta assistenza ad uno dei figli, si allontanava dal proprio domicilio per incontrarsi in Pescara con pregiudicati ed altri soggetti gravati da misure di prevenzione. Durante gli spostamenti da centro alla periferia di Pescara ove risiedeva, l’uomo si recava sovente in un terreno del Comune di Spoltore, ove insiste un casolare con alcuni manufatti (stalla e rimessa agricola) a lui riconducibile, sicuramente fuori dal percorso che avrebbe dovuto osservare, dove lo stesso nascondeva lo stupefacente che poi successivamente cedeva.

In particolare, lo scorso 2 marzo 2024, nel corso di un servizio di osservazione, i militari della Sezione Operativa di Pescara  hanno notato l’uomo che maneggiava una busta in plastica e, successivamente,occultandola proprio in quel terreno. Qualche giorno dopo, con l’ausilio delle unità cinofile, i militari, tornati sul posto, hanno accertato che in un vaso di terracotta era nascosta della sostanza stupefacente del tipo hashish, rimessa al suo posto, previa autorizzazione al ritardato sequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria, al fine di scongiurare la discovery delle indagini.

La volta successiva, quando il soggetto si era mosso con le stesse modalità della precedente attività, i militari che lo hanno sempre pedinato e tenuto sotto controllo, lo hanno bloccato e avevano modo di riscontrare che lo stesso aveva nascosto poco più di gr.250 di sostanza stupefacente del tipo hashish, arrestandolo e associandolo alla Casa Circondariale di Pescara.

Riguardo gli altri indagati, assume particolare rilevanza la posizione di una donna residente nel quartiere Rancitelli, unitamente al compagno ed ai tre figli minori. Nei confronti della donna, gravata da numerosi precedenti penali di polizia, sono stati raccolti elementi tali da poter affermare che ella abbia fatto dell’attività di spaccio la sua unica fonte di reddito (disoccupata e priva di redditi certificati). Si è avuto modo di rilevare, durante l’attività di monitoraggio, che la donna si avvaleva di diversi soggetti, tutti indagati, ognuno con un ruolo ben determinato, come accertato dai militari che hanno effettuato le investigazioni che, con osservazioni, tecniche di captazione e la collaborazione di assuntori, hanno consentito di ricostruire i singoli ruoli svolti, da coloro che erano di vedetta, a coloro che effettivamente cedevano lo stupefacente.

In particolare, il soggetto che doveva acquistare la droga, in talune circostanze, previo contatto telefonico volto a verificare l’effettiva presenza dei coniugi in casa, oltrepassava il cancello di accesso al cortile, raggiungeva l’appartamento sito al piano terra, e dopo aver bussato alla porta, veniva fatto entrare nell’appartamento. Una volta dentro, indicava il quantitativo ed il tipo di droga di cui necessitava. Consegnato il denaro ed avuto lo stupefacente, si allontanava velocemente dall’abitazione. Con queste modalità, i militari operanti hanno accertato oltre 50 cessioni, quasi tutti definibili come “clienti abituali” attesa la frequenza quasi giornaliera.

Gli indagati, per l’intera durata delle investigazioni, hanno mostrato una spiccata indole delinquenziale utilizzando frasi in codice, permettendo in tal modo di far comprendere ai potenziali clienti, il tipo di sostanza stupefacente di cui disponevano o, ad esempio, il momentaneo esaurimento della merce.