Giovedì, 29 Maggio 2014 ChietiChieti, ricerca su nuovi farmaci: tre indagati per 600mila euroIl pm: "Intascarono 600mila euro da otto case farmaceutiche". Parte offesa la Fondazione d’Annunzio di Cuccurullodi Katia Giammaria CHIETI. Avrebbero intascato oltre 600mila euro, parte delle somme di denaro versate da 8 case farmaceutiche alla Fondazione università d’Annunzio per la sperimentazione di alcuni nuovi farmaci da immettere sul mercato, realizzata dal Centro ricerca clinica (Crc) del Cesi (Centro scienze dell’invecchiamento) della d’Annunzio. La procura, rappresentata dal sostituto procuratore Giuseppe Falasca, ha chiesto il processo per Stefano Martinotti, 54 anni, residente a Chieti, ex medico patologo della università d’Annunzio ed ex responsabile del laboratorio del Cesi; Alessandro Allegrini, 41anni, residente a Pescara, ex ricercatore universitario in servizio nel Dipartimento di medicina e scienze dell’invecchiamento della d’Annunzio ed ex farmacista del Centro di ricerca clinica del Cesi e Gaetano Lepore, nato a Sulmona 54 anni fa, residente a Pescara, commercialista della Ddd srl di Pescara. Questa società, che aveva per oggetto la promozione, la ricerca e la sperimentazione nel campo delle ricerche farmacologiche, era uno dei laboratori esterni di cui si serviva il Cesi. Il Centro affidava alla Ddt, titolare di un laboratorio presso lo stesso Cesi, sotto il controllo del farmacista Allegrini, le analisi dei nuovi farmaci eventualmente da immettere sul mercato. I primi due sono accusati di peculato, il terzo di ricettazione. Ieri l’udienza preliminare davanti alla giudice Patrizia Medica, che l’ha aggiornata perché tra le parti offese era indicata erroneamente l’università d’Annunzio e non la Fondazione d’Annunzio (presieduta dall’ex rettore Franco Cuccurullo). Come, secondo il pm, i tre si sarebbero appropriati di oltre mezzo milione di euro? La Fondazione dell’università, braccio operativo dell’ateneo per attività di ricerca, formazione e servizi, tra questi ha creato il Cesi che al suo interno ha 36 unità di ricerca, tra queste quella di sperimentazione farmacologica della quale si occupa il Centro ricerca clinica anche mediante l’utilizzo di laboratori esterni. Le case farmaceutiche interessate a immettere sul mercato nuovi farmaci sottoscrivono una convenzione affinché il Crc esegua la sperimentazione. Ebbene, secondo l’accusa, 8 case farmaceutiche di Milano e di Roma, (due senza alcun contratto di sperimentazione), oltre ad aver pagato, come da vonvenzione, la Fondazione d’Annunzio, erogavano compensi ulteriori alla Ddd srl, e lo facevano attraverso bonifici bancari intestati alla stessa società, srl composta dalla moglie di Martinotti e da Allegrini che intratteneva i rapporti con le società farmaceutiche. Secondo l’accusa, Martinotti e Allegrini si sarebbero appropriati del denaro di cui non potevano disporre trattandosi di importi collegati alla ricerca della fondazione e del Cesi, attraverso alcuni bonifici bancari per oltre 600mila euro che la Ddt faceva dal 2006 al 2009 all’ordine di società inesistenti. Le somme tratte sugli assegni andavano a confluire sui conti intestati a Martinotti, a sua moglie, ad Allegrini, alla madre di questi e a Lepore, commercialista della Ddt. Lepore a sua volta per far perdere le tracce di questi soldi riceveva le somme di denaro dalla Ddt su conti correnti bancari a lui intestati. Tra le parti offese c’è anche Tullio Faiella, di Napoli, titolare di un distributore di farmaci. |