Sabato, 27 Aprile 2013 Abruzzo«Io, prostituta per pagare il mutuo»La 28enne di Collecorvino sorpresa nella casa hard di corso Umberto. In città sono almeno 50 gli appartamenti a luci rossedi Simona De Leonardis Casalinghe per forza, che hanno perso il lavoro, oppure giovani donne che il lavoro non l’hanno mai trovato, e che per iniziare a camminare da sole, con il portafoglio pieno, tentano l’ultima carta della prostituzione. A Montesilvano le cronache l’avevano già raccontato qualche mese fa con l’estetista 50enne che, rimasta disoccupata, era stata sorpresa a fare sesso a pagamento con un alto funzionario, in un appartamento di corso Umberto. Ma il blitz dei carabinieri dell’altro giorno, ancora in corso Umberto e a poche decine di metri dal palazzo dell’altra volta, ha portato alla luce un’altra storia, quella della 28enne di Collecorvino che all’arrivo dei carabinieri, mentre la «coinquilina» domenicana tentava la fuga lanciandosi dal balcone al primo piano (è ancora ricoverata in Ortopedia) all’arrivo dei militari li ha aspettati nella stanza, dove si trovava con un cliente, ben sapendo che non esiste il reato di prostituzione. «Lo faccio per necessità», si è giustificata la 28enne, «perché ho un mutuo da pagare. Lavoravo saltuariamente come operaia, ma un anno fa hanno smesso di chiamarmi. Ho aspettato un po’, ma le rate del mutuo dovevo pagarle comunque, e allora ho deciso così». Una scelta forzata, racconta la giovane, che non a caso l’ha portata dritta a Montesilvano dove, secondo le stime degli investigatori, sulla base degli annunci pubblicati sui siti Internet specializzati, gli appartamenti a luci rosse sarebbero almeno una cinquantina. Alloggi scelti con cura, spesso (ma non sempre) da padroni di casa inconsapevoli, nelle zone più centrali . Abitazioni possibilmente all’interno di palazzine uffici e studi professionali mettono il cliente al riparo da ogni imbarazzo: uomini di ogni età e di ogni ceto e professione che a Montesilvano non abitano, ma spesso ci lavorano e approfittano della pausa pranzo per un incontro sessuale che a quell’ora non li costringe a inventarsi scuse o bugie con mogli e fidanzate, come invece sarebbe per un’eventuale uscita serale. E allora, tutti a Montesilvano dove il capitano dei carabinieri Enzo Marinelli, noto per aver ridimensionato drasticamente, a colpi di controlli e multe, la presenza delle prostitute sulle strade cittadine, si trova adesso a dover fare i conti con la prostituzione all’interno degli appartamenti. Un fenomeno in crescita, soprattutto negli ultimi due anni, legato alla crisi economica, e che attualmente riguarderebbe almeno un’ottantina di donne. Straniere per la maggior parte, ma anche molte italiane, della provincia pescarese. Mogli, casalinghe che, come la 28enne di Collecorvino, con 30 euro al giorno (e una piccola percentuale a prestazione), prendono una stanza in subaffitto da straniere più organizzate e «di esperienza» di loro per ricevere di giorno e in tranquillità, i clienti che a loro volta possono contare su tariffe economiche (dai 30 ai 50 euro), filmini porno e vibratori. L’importante è fare piano: perché se se ne accorgono i vicini, poi iniziano i guai. Come quando, in un condominio, gli inquilini boicottarono il business a luci rosse con un torneo di scopa davanti alla porta d’ingresso dell’appartamento hard, scoraggiando anche il cliente più sfacciato. Ma più spesso succede che si rivolgano ai carabinieri, che prima di intervenire si appostano fuori, interrogano i clienti e poi denunciano: l’affittuaria dell’appartamento ma anche, se si dimostra che era al corrente del «meretricio» anche il proprietario.
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