Domenica, 26 Marzo 2006 Notizie

A due settimane dal voto si accentua lo scontro Prodi-Berlusconi

Il professore: "Applichiamo un pò di carità Cristiana"

"Applichiamo un po' di carità cristiana e facciamo finta di non avere letto niente". Lo ha detto il leader dell'Unione, Romano Prodi, replicando in questo modo alle affermazioni fatte, a Napoli, da Silvio Berlusconi che, tra le altre cose, aveva affermato, riferendosi al Professore, "é un poveraccio che si illude di contare". "Ho letto quello che Berlusconi ha detto oggi - ha detto Prodi - facciamo finta che non abbia detto niente". E Berlusconi torna ad attaccare il leader dell'Unione Romano Prodi definendolo "un poveraccio che si illude di contare qualcosa", ma che nella sua coalizione ha ricevuto "l'elemosina di 5 deputati". E a Fassino: "è ricercatissimo dall'associazione delle pompe funebri che vuole prenderlo come testimonial". L'attacco del presidente del Consiglio al leader dell'opposizione è lungo ed articolato. "Non si può pensare di mettere l'azienda Italia in mano a persone che hanno fatto solo chiacchiere tutta la vita", ha detto dal palco della Mostra d'Oltremare di Napoli. Silvio Berlusconi, dal palco del comizio di Napoli, torna ad attaccare parte della magistratura, accusando la sinistra di "scamparla sempre" e denunciando "l'intreccio perverso" fra la Lega delle cooperative, giunte rosse e organizzazioni criminali. "Trascinare la magistratura, o anche semplicemente - che è poi la stessa cosa - una parte di essa nella campagna elettorale è un tentativo di delegittimazione che va respinto nel mondo più fermo ed assoluto". Ad affermarlo è il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Virginio Rognoni, che sottolinea: "Rimane la gratuita accusa nell'archivio delle cose ingiuste, assurde e sgradevoli". Rognoni ritiene che facciano "bene i magistrati a non rispondere alle accuse di politicizzazione, di essere a favore di una parte politica e contro un'altra, che ancora una volta si sono levate nel corso della campagna elettorale". "Non rispondere alle provocazioni - aggiunge il vicepresidente del Csm - è segno di una responsabilità istituzionale che un'autorità di garanzia, qual è la magistratura, deve sempre conservare".