Venerdì, 30 Dicembre 2011 AbruzzoLa Strada Provinciale 164 chiusa al trafficoNon era mai accaduto, nemmeno nel corso della seconda guerra mondiale!Quest’anno, all’inizio della stagione invernale, niente neve; quindi, tutti a pregare che nevicasse un po’ per le festività natalizie e di fine anno.
Si sa, la neve, in montagna, di questo periodo è bella! “fa ambiente”! e turisti ed operatori non sperano altro. Così è stato. Preghiere esaudite. Un po’ di neve è arrivata. Ma invece che arrivare manna dal cielo sono arrivati i problemi. La strada provinciale denominata SP 164 Macchia Gravara-Valico della Forchetta, ossia il tratto di strada di 16 chilometri, che va dal bivio di Gamberale-Pizzoferrato al bivio di Palena-Roccaraso-Rivisondoli-Pescoscostanzo, allacciamento Sulmona-Stazione ferroviaria di Palena, è chiusa dalla 24 dicembre a tutt’oggi. Due enormi mucchi di neve alle estremità del tratto di strada in questione bloccano il transito. Né un cartello, né un avviso, né un comunicato, né un’indicazione, né un segnale, niente di niente, che avvisi i viaggiatori, i turisti, i pendolari, gli operatori del settore turistico, i viandanti. Persone partite da Sulmona, in direzione Monti Pizzi, o dai centri della Val di Sangro, in direzione Roccaraso, giunte ai detti bivi, devono rigirarsi e tornare in dietro. Dalla vigilia del Santo Natale ad oggi (trenta Dicembre) la strada è chiusa e nulla è dato sapere. Sembrerebbe che siano caduti degli alberi. Sembrerebbe che la neve che è nevicata era pesante. Sembrerebbe! Di certo è che da quando quella strada è stata costruita, dagli anni trenta, ispirata dal Presidente di Cassazione Ettore Casati villeggiante a Pizzoferrato, fino al Natale 2011 non è stata mai chiusa. Neanche nel triste e freddo 1943, ricordato in quei luoghi della Linea Gustav, come l’anno dei tedeschi, venne chiusa. Anzi, tenuta aperta come asse strategico di comunicazione per la stazione ferroviaria di Palena. E poi come asse turistico di motilità nei e dei Monti Pizzi, tesoro della Majella orientale, con il suo parco Nazionale. Anche così si fa turismo. Ma, evidentemente, tutto questo non è nella mente di chi, invece di preoccuparsi di rendere efficienti le strade, come supporto allo sviluppo dei territori montani dell’entroterra, trova più semplice chiuderle, a tempo indeterminato e senza alcuna spiegazione e senza alcun avviso, poiché, forse, in quelle lande, “chi vuoi che si avventuri?!”. Into the wild. La chiusura della strada è un fatto gravissimo ed è, altresì, grave la mancanza di informazione, che l’accompagna, come se in quel territorio, non ci fossero operatori oppure utenti. E questo è il risultato di una cultura che liquida le zone interne come marginali al sistema economico. Un’appendicite di e del sistema. Perciò non c’è protesta che tenga, non c’è epiteto, invettiva, interrogazione o ordine del giorno, in Provincia come altrove, che possa risolvere quella cultura che taccia di entroterra i Monti Pizzi, di Meridione la provincia di Chieti, di regione di pastori l’Abruzzo, di “Sud” un’intera terra di gente laboriosa. Eppure basterebbe manutenere un po’ le strade durante tutto l’arco dell’anno e prepararsi alle specificità stagionali, come la Provincia di Chieti ha sempre fatto, da quando esiste fino ad oggi. Evidentemente le cose semplici sono più difficili di quanto si crede, come il paradosso della realtà che supera la fantasia, come altrimenti giustificare nell’anno domini 2011 che una strada si possa chiudere, senza alcuna informazione, causando danni irreparabili al sistema economico montano, per via di un po’ di neve, forse di qualche ramo caduto?! E’ doveroso da parte della Provincia procedere alla immediata riapertura della strada in questione, e, quindi, alla immediata rimozione degli eventuali ostacoli alla circolazione ed è doveroso, altresì, accompagnare la chiusura delle strade, ad un sistema di informazione che eviti danni e disagi agli utenti e agli operatori economici. Palmerino Fagnilli |