Mercoledì, 24 Dicembre 2025 Chieti

Paolucci sul nuovo taglio delle risorse regionali al Teatro Marrucino

"La destra taglia tutto per il deficit sanitario ma salva solo le manifestazioni amiche del Governo regionale"

“Appena 13 mila euro di contributo straordinario regionale al posto dei 300mila euro, questo c’è sul capitolo del bilancio della Regione da sempre dedicato al Teatro Marrucino. Se questa storia non fosse drammaticamente vera, sarebbe difficile anche solo crederci. I fondi regionali destinati al Teatro Marrucino di Chieti, uno dei teatri lirici di tradizione più antichi, prestigiosi e identitari d’Italia e dell’Abruzzo, già tagliati con la manovra di Ferragosto, poi ripristinati grazie a una grande mobilitazione istituzionale, politica e civica, sono stati nuovamente cancellati per approvare un bilancio talmente catastrofico da creare danni a tutti i settori di competenza della Regione, sono spariti di nuovo. Per la città di Chieti una nuova batosta che la comunità non merita e che non merita il teatro, per il suo valore, per la sua storia e per gli impegni presi da presidente, assessore ed esecutivo regionale tutto quando sono stati ripristinati i fondi”, denuncia il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci.

“Oggi, nel bilancio regionale della destra, al Marrucino restano appena 13.230,74 euro per le stagioni di lirica, prosa e le produzioni – rimarca Paolucci - . Una cifra che non consente alcuna programmazione, alcuna stagione, alcuna prospettiva e che comunque mette a dura prova le casse della deputazione anche a fronte di una nuova promessa di ripristino a bilancio approvato. Una cifra che equivale, nei fatti, a una condanna alla chiusura come abbiamo denunciato mesi fa. Siamo di fronte a una doppia beffa senza precedenti: prima il taglio, poi l’annuncio trionfale del ripristino, infine il nuovo colpo di scure, a stagioni in corso. Tutto questo scaricando ancora una volta sulla cultura il peso del debito mostruoso della sanità abruzzese, prodotto da quasi otto anni di governo Marsilio, senza che nessuno paghi politicamente per quel disastro. I dati raccontano meglio di qualunque slogan ciò che sta accadendo: nel 2024 il contributo straordinario ammontava a 300.000 euro; nel 2025: 204.045,90 euro; nel 2026: 13.230,74 euro. Una riduzione progressiva, costante e deliberata, che porta in pochi anni all’azzeramento di fatto del contributo regionale. Altro che sostegno: questa è desertificazione programmata anche dell’ambito culturale. E mentre uno dei teatri più importanti d’Italia viene ridotto all’elemosina, la Regione non tocca un solo euro destinato: al Napoli Calcio, alla Notte dei Serpenti, al Festival dannunziano, eventi, questi ultimi, che si svolgono a Pescara, per un totale di 1,1 milioni di euro. Non è una questione di mancanza di risorse, ma di priorità politiche. La cultura stabile, istituzionale, che lavora tutto l’anno e costruisce identità e occupazione, può essere sacrificata. Gli eventi spot, invece, no. Lo avevamo denunciato già quest’estate, quando la Regione preferiva finanziare notti, festival e sagre, tagliando le Deputazioni teatrali storiche per tentare di coprire il buco della sanità. Oggi quella scelta torna con effetti ancora più gravi e definitivi. Ci chiediamo allora, con amarezza ma anche con fermezza: cosa è venuto a fare il ministro Giuli a Chieti, solo pochi giorni fa, a parlare solennemente del valore del Teatro Marrucino davanti a una platea d’eccezione, se subito dopo il partito del presidente Marsilio consuma un atto così crudele e irresponsabile da mettere a rischio l’intera stagione teatrale? A cosa servono celebrazioni, parole e passerelle, se poi i bilanci smentiscono tutto?

Non bastano più rassicurazioni dell’ultima ora o promesse di futuri ripristini. La fiducia è stata tradita due volte: con il primo taglio e con questa seconda, gravissima cancellazione. Per questo il Partito Democratico porterà in Consiglio regionale un emendamento al bilancio per ripristinare integralmente e immediatamente i fondi del Teatro Marrucino sin dall’approvazione, restituendo certezze a un’istituzione che non può vivere di annunci o elemosine. Il Teatro Marrucino non è una spesa accessoria, ma un presidio culturale, sociale ed economico per Chieti e per l’intero Abruzzo. Colpirlo per coprire il fallimento sulla sanità significa ammettere l’incapacità di governare e scaricarne il prezzo sulle comunità. La cultura non può essere il bancomat dei debiti della destra. Su questo punto non faremo alcun passo indietro”.