Martedì, 23 Dicembre 2025 Vastese“Riuniamo la famiglia di Palmoli per la sacralità del Natale"Accorato appello del parlamentare abruzzese Luciano D'Alfonso"Il 'caso' della famiglia di Palmoli non può diventare la sede per uno scontro tra fini teorici del diritto, avvocati da una parte e magistrati dall'altra, né il campo di battaglia tra la filosofia della giustizia e la manualità della prassi. Non può una famiglia con la propria comunanza di affetti e legami divenire oggetto di studio, di ricerca, di sperimentazione sociale. I due genitori non hanno offerto il proprio modello di vita come un simbolo pionieristico settario da divulgare, non devono essere vivisezionati né microscopicamente analizzati, ma vanno supportati, aiutati, amorevolmente curati e assistiti. Soprattutto vanno ricongiunti ai propri bambini". Lo scrive in una nota il deputato Pd Luciano D'Alfonso. Di seguito la nota completa.
"Riparto dal concetto stesso del termine famiglia: 'gruppo di persone legate tra loro da rapporti di parentela, affetto, convivenza o responsabilità reciproca, che condividono una parte della loro vita e si sostengono a vicenda sul piano emotivo, sociale ed educativo'. Un concetto al quale sono particolarmente affezionato e che nell'istante del Natale ci impone, ci costringe con maggior forza ad allargare la didattica del diritto. La Famiglia diventa allora quel cerchio di persone — di sangue o di cuore — che si stringe un po' di più quando fa freddo fuori. È la tavola apparecchiata con piatti che raccontano storie, sono le luci accese anche quando la giornata è stata lunga, sono le differenze che si mettono da parte. È il luogo, reale o simbolico, dove il tempo rallenta, i ricordi tornano a bussare e la speranza trova spazio tra un brindisi e un abbraccio. Nel rispetto del principio madre della unità della famiglia, la stessa va ricongiunta quantunque ancora osservata, monitorata e soprattutto aiutata: allo stato attuale il ricongiungimento è un dovere etico a cui rispondere, poiché il percorso compiuto in questo mese, fatto di dialogo e ascolto, ha superato la "imminenza del pericolo" nei confronti dei minori. La situazione di partenza non corrisponde più alla situazione attuale dei fatti e della consapevolezza sopravvenuta. Da circa un mese i genitori di Palmoli, con i loro 3 bambini, hanno trovato l'abbraccio di una famiglia allargata della Comunità di un piccolo paese che, a fronte di un dramma personale, ha saputo riscoprire e dare un volto e un'identità ai valori della solidarietà umana, della vicinanza, della parola buona e comprensibile, dell'aiuto che non condanna ma capisce. C'è l'imprenditore che si è reso disponibile a sistemare la loro casa nel bosco gratuitamente, c'è l'architetto che ha messo nero su bianco il progetto, c'è il sindaco che ha messo a disposizione i propri uffici e personale per affrontare velocemente il problema, c'è il secondo imprenditore del territorio che ha concesso l'uso gratuito della sua seconda casa riempiendo anche il frigorifero e collaborando al trasloco del papà rimasto solo nel bosco. Il diritto, che chiede certezze, fondamenta su cui costruire idee e sentenze a tutela della salute di 3 bambini, deve ora prendere atto del fatto che sono stati rimossi i presupposti di assoluta impellenza che hanno imposto la drastica misura dell'allontanamento: da ciò consegue che debba essere immediatamente sollevata la sofferenza a cui sono sottoposti i minori a causa della ingiunta separazione del proprio nucleo familiare. Ma c'è fretta, c'è l'obbligo morale, prima ancora che giuridico, di leggere velocemente le nuove carte, di restituire a quei piccoli una mamma, un papà, il loro nido, continuando a seguire la loro crescita, sia quella personale che quella strettamente socio-scolastica. C'è bisogno di quel supporto psicologico e assistenziale capace di accompagnare gli anni futuri, che non devono vedere protagonisti strappi sociali ma devono essere capaci di ricucire, di rammendare, di reincollare la realtà. Da uomo delle Istituzioni chiedo la velocità della decisione, la volontà del tendere la mano, del sostegno che deve prevalere, in questo caso, sulla reprimenda. Si può fare, si deve fare". |
