Domenica, 23 Novembre 2025 VasteseI pini abbattuti diventano sculture: inaugurato a Casoli il "Parco d'arte"La Villa comunale si arricchisce di un percorso artistico composto da nove opere realizzate dallo scultore lancianese Domenico Ferrante dai fusti dei pini abbattuti due anni faLa Villa comunale di Casoli si trasforma ufficialmente in un “Parco d’arte”, uno spazio in cui natura, memoria e creazione contemporanea si fondono dando vita a un progetto unico nel suo genere in Abruzzo. C'è stata oggi pomeriggio, 22 novembre, l'inaugurazione del percorso artistico completamente rigenerato grazie alle nove sculture monumentali in legno realizzate dallo scultore lancianese Domenico Ferrante. Le opere nascono dai fusti dei pini abbattuti due anni fa per l’alto rischio biostatico: un intervento necessario, trasformato oggi in un simbolo di rinascita. Il progetto, promosso dall’amministrazione comunale del sindaco Massimo Tiberini su idea dell’assessora all’ambiente Barbara Di Lauro, rappresenta un esempio virtuoso di come una criticità possa evolversi in una risorsa culturale, ambientale e identitaria. «Questo Parco d’arte nasce da una necessità e diventa un’opportunità straordinaria grazie alla visione e al talento di Domenico Ferrante – sottolinea il primo cittadino - La Villa comunale non solo recupera vitalità, ma acquisisce una nuova identità, diventando un polo di attrazione per Casoli e per l’intero territorio». Ad evidenziare il valore ambientale del progetto è la vice sindaca e assessora all’ambiente, Barbara Di Lauro: «Rimuovere gli alberi era un obbligo dettato dalla sicurezza. Ma non ci siamo fermati lì: quei fusti continuano a vivere, trasformati in sculture che parlano al paesaggio e ai fruitori del parco. È un intervento sostenibile, rispettoso e innovativo, che restituisce a Casoli uno spazio carico di emozione e significato. Il messaggio di questo spazio è di vivere l’arte come occasione di riflessione, confronto e socializzazione». «Quando mi è stato chiesto di intervenire sui fusti abbattuti, ho sentito la responsabilità di dare nuova vita a ciò che sembrava perduto – racconta lo scultore Ferrante - Ho ascoltato la forma degli alberi e lasciato che fosse il legno a suggerire il suo linguaggio. Ogni scultura custodisce memoria, energia e identità. Questo Parco non è solo una mostra all’aperto: è un dialogo continuo tra arte e natura, tra passato e futuro». Tra le opere spicca la scultura dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne – due scarpe col tacco scolpite nel legno – accanto a creazioni che evocano accoglienza, solidarietà e tradizione, oltre a elementi funzionali come panchine e sedute.
|
