Martedì, 4 Novembre 2025 Vastese

Tre bambini cresciuti isolati nel bosco, interviene la Procura

Padre e madre vogliono preservare il rapporto tra 'uomo e natura'

Nell'entroterra abruzzese, in un bosco del Vastese, c'è un rudere isolato.

Chi lo ha raggiunto parla di una struttura fatiscente, senza luce, acqua e gas, con pareti lesionate e danni strutturali.

Intorno, una roulotte di piccole dimensioni, un'area per allevare animali e un sistema di bagno a secco. Qui una coppia di origine anglosassone cresce i propri tre figli: una bambina di otto anni e due gemelli di sei. I piccoli non vanno a scuola e non hanno un pediatra. Una situazione che i magistrati definiscono di "grave pregiudizio", tanto da chiedere un intervento immediato del tribunale con l'affidamento dei bambini ai servizi sociali e la riduzione della responsabilità genitoriale.

La famiglia, difesa dall'avvocato Giovanni Angelucci, rigetta ogni accusa e sostiene che i figli stiano bene e che si tratti di una scelta di vita consapevole. La vicenda emerge incidentalmente nell'ottobre 2024, quando carabinieri e sanitari intervengono dopo un'intossicazione da funghi. In seguito al ricovero, scattano le prime segnalazioni sulle condizioni di vita. Subito dopo, la famiglia si rende temporaneamente irreperibile e il fascicolo viene trasferito per competenza ad altra procura. Quando i genitori rientrano in Abruzzo, gli atti tornano ai servizi sociali del territorio. Così viene effettuato un nuovo sopralluogo che conferma le condizioni abitative precarie. A marzo di quest'anno il fascicolo passa dunque alla procura per i minorenni dell'Aquila: la magistrata Angela D'Egidio chiede l'affidamento immediato, la limitazione della responsabilità genitoriale sulle questioni sanitarie e scolastiche e perizie psicodiagnostiche sulla coppia. Il tribunale fissa un'udienza e, nel frattempo, i servizi sociali propongono un progetto minimo: accesso alle cure, frequenza scolastica e incontri in un centro socio-psico-educativo. I genitori inizialmente firmano, ma poi si oppongono presentando certificati medici, una perizia tecnica e l'attestato di idoneità alla classe terza della figlia maggiore. Per i loro bambini hanno scelto l'"un-schooling", rifiutando l'obbligo scolastico. "In ogni caso - sottolinea l'avvocato Giovanni Angelucci, legale della famiglia - non si è in presenza di violenza", né di quel "disagio o devianze che caratterizzano certi nuclei familiari". Il legale chiarisce poi che i genitori sono economicamente indipendenti e che i piccoli stanno bene. Secondo l'avvocato si tratterebbe, invece, di una scelta di vita ben precisa, da parte della famiglia, che mira a "preservare il rapporto uomo e natura", richiamando modelli alla Rousseau e Thoreau, tra pedagogia alternativa e ambientalismo. 

Fonte ANSA