Lunedì, 3 Novembre 2025 AbruzzoSfogo di Sospiri: "Giornata di offese da Fratelli d'Italia"Regione: alleati contro Marsilio e soci“E’ una giornata intera che ci state offendendo”: le parole, molto risentite, rivolte ad alcuni consiglieri di Fratelli d’Italia, girando tra gli scranni di palazzo dell’Emiciclo nella ultima seduta del consiglio regionale, quella di martedì scorso, da parte del presidente dell’assemblea, Lorenzo Sospiri, fotografano in maniera fedele la situazione di grande tensione e conflitto in seno alla maggioranza di centrodestra governa la Regione Abruzzo. Un quadro classico dei periodi di fine legislatura che però emerge pericolosamente ad almeno tre anni e mezzo dal ritorno alle urne, e con un clima già avvelenato dal pesante buco della sanità che ha minato le fondamenta del bilancio dell’ente e quasi compromesso una pur minima gestione politica ed amministrativa, vista la scarsità di risorse per lo sviluppo. A proposito della frase incriminata, uno sfogo e nello stesso tempo una denuncia, non è sfuggita né ai consiglieri regionali di centrodestra né e a parte dei loro collaboratori e tiene banco nella serrata discussione politica di questi giorni. In sostanza, Sospiri, attorniato dai suoi e dagli esponenti della Lega e di Noi Moderati, ha accusato FdI, con 11 consiglieri di gran lunga il partito più forte della coalizione, per il comportamento famelico e prepotente nella assegnazione degli emendamenti da inserire nella manovrina di bilancio di 8,5 milioni di euro, per le opposizioni la ennesima omnibus: anzi, a far saltare i nervi agli alleati il fatto che, secondo quanto trapelato, FdI non vorrebbe fare solo la parte del leone ma andrebbe a sindacare anche le scelte degli altri. In un partito a sua volta spaccato, quello di Fdi, ci sono del resto consiglieri che mettono i veti e mandano poi a fare suo malgrado l’ambasciatore il capogruppo Massimo Verrecchia. E Sospiri lo ha fatto al termine di un lungo braccio di ferro più che con il centrosinistra che aveva abbandonato in segno di protesta l’aula, con i compagni di viaggio più forti spalleggiati dal presidente della Giunta, Marco Marsilio, meloniano di peso non solo in Abruzzo, in una polemica feroce già cominciata tra i due durante i molti summit della coalizione nel corso della giornata. Lo scontro è continuato poi in aula, considerato molto grave e destinato a segnare una condizione di non ritorno tra i due, attualmente punti di riferimento della maggioranza riconfermata in un secondo, storico mandato, nel marzo del 2024. La nuova lite è considerata molto pericolosa perché questa volta Sospiri, forzista di 50 anni di Pescara con un passato di appartenenza a destra – è il nipote del compianto Nino Sospiri storico parlamentare ed uomo di governo -, ha messo in atto una protesta “silenziosa” ma pesante nei confronti di quella che viene considerata una prepotenza politica e amministrativa di Marsilio, 57enne romano di origini abruzzesi, alto dirigente di FdI nel Lazio e più volte parlamentare, e dei suoi: il presidente del consiglio infatti al rientro in aula non ha coordinato i lavori ma è stato in piedi tra i banchi della maggioranza che per il rotto della cuffia ha mantenuto il numero legale, visto che dei 18 consiglieri ne erano presenti 16, numero minimo per la validità della seduta, essendo assenti i due meloniani Paolo Gatti e Maria Assunta Rossi, solo ufficialmente per gestire e trovare la quadra degli emendamenti alla luce del sofferto accordo. La scelta, come raccontato in esclusiva da Abruzzoweb, sarebbe stata la risposta polemica a Marsilio che avrebbe deciso di far scendere in campo il suo capo di gabinetto e fedelissimo Stefano Cianciotta, per coordinare la difficile fase del muro contro muro sugli emendamenti. Una decisione che avrebbe offeso il presidente del Consiglio regionale che si riconosce e a cui viene riconosciuta proprio la capacità di mediazione, di gettare acqua sul fuoco nei momenti più tesi e di stemperare gli animi. L’ennesimo scontro in maggioranza quindi è salito di livello e non promette nulla di buono alla viglia di decisioni importanti per la maggioranza alle prese con riforme epocali, in primis quella sull’acqua e del sistema elettorale con il collegio unico, con il rimasto di giunta alla luce dell’aumento da 6 a 9 degli assessori, sulle difficoltà di bilancio, le opposizioni parlano di un buco di 120 milioni. E nei prossimi giorni i lavori della sessione di bilancio da chiudere entro fine anno, pena l’esercizio provvisorio. (b.s) |
