Martedì, 21 Ottobre 2025 VastoL’Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali in visita a VastoLa delegazione è stata ricevuta a Palazzo d’Avalos dall’assessore Della GattaI soci dell’Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali (A.N.PO.S.DI.), riuniti in convegno a Termoli, hanno scelto di visitare la Città del Vasto nella mattinata di sabato 18 ottobre. I convegnisti sono stati accolti a Palazzo d’Avalos dall’assessore alla Cultura e al Turismo, Nicola Della Gatta, che al suo saluto di benvenuto a nome del sindaco, dell’Amministrazione Comunale e dell’intera cittadinanza ha unito parole di apprezzamento per le attività svolte dal sodalizio sottolineando l’importanza del dialetto come forma culturale che va salvaguardata e coltivata, oltre ad illustrare le peculiarità della nostra Città, facendo dono poi di un volume su Palizzi al Presidente Mimmo Staltari. “Voi, poeti dialettali, svolgete un importante servizio alle comunità a cui appartenete: in un’epoca di sempre maggiore globalizzazione e uniformità linguistica, ci insegnate a custodire e mantenere vivo un patrimonio di umanità unico, ricco ed irripetibile – ha dichiarato l’assessore Della Gatta. “Ogni volta che un dialetto scompare si perde una parte insostituibile della nostra storia. Con il vostro lavoro e la vostra passione testimoniate, anche alle Istituzioni, che è necessario compiere sforzi per tutelare e valorizzare i dialetti, non come reliquie del passato ma come lingue vive, capaci di evolversi e adattarsi ai tempi moderni.” Dopo la visita al Palazzo, il tour è proseguito con due soci locali che l’assessore ha definito “colonne portanti della cultura cittadina e del territorio”: Rodrigo Cieri, delegato per Regione Abruzzo, e Fernando D’Annunzio, si sono mossi alla scoperta del centro storico e della loggia Ambling, affacciati alla quale hanno potuto ammirare il bellissimo panorama che da lì si gode e allo stesso tempo ascoltare i versi dedicati a quel luogo proprio dal nostro poeta Fernando D’Annunzio: LU BBALLECÒNE (Il balcone) M’affàcce e huarde abbass’ a la Marìne, véde la réna d’ore e ll’acque azzurre. Ci šta n’ariétta dogge štamatìne e m’arrive dell’ônne lu sussurre. E ll’ucchie qua e llà se va pusanne tra spiagge, scuje, vàriche e trabbucche. E’ bbelle soccia-socce e a ogne vvanne, me fa ‘ngandà, fa rimané di štucche. Oh Uašte me’! Tu sì’ nu bballecòne da ndo’ lu paradise pu’ huardà, chi ci s’affacce té’ la senzazione di rèsse nu gabbiane e di vulà, liggìre, piane, e jìrsene lundàne, fin’ a Trìmite, fin’ a lu Gargàne, e doppe, cuštiggianne ‘šta culline, da Punta d’Erce fin’ a la bbanghìne, p’ arippusarse sopr’ a ‘šta città ch’é bbelle grazie a l’òpere di Ddì’, a ndônne chi c’é nnate vo’ reštà e li turište ci vo’ ‘riminì. |