Giovedì, 21 Agosto 2025 Abruzzo

BUCO SANITÀ: “87 MLN IN MENO PER IL PROSSIMO BILANCIO”

PAOLUCCI, “CIFRE NEGATE, LE SPESE ASL NON CALANO”

L’ipotesi inquietante secondo cui la Regione Abruzzo dovrà trovare altrove la bellezza di 87 milioni di euro, per chiudere il prossimo bilancio di previsione, visto che finora i denari sono stati attinti dall’extragettito dell’addizionale Irpef, ma ora quasi tutto dovrà essere destinato al risanamento del buco della sanità. Un Piano operativo per contrastare nel triennio lo stesso deficit che non è affatto detto che stia funzionando, in particolare per quello che riguarda l’obbligo imposto alle quattro Asl di risparmiare nel prossimo triennio 56,5 milioni, il 2% della spesa precedente.

In una situazione in cui non si ha contezza, con richieste di accesso agli atti negati, su quello che è il deficit aggiornato al 30 giugno, per verificare se davvero il tendenziale di quest’anno sia davvero sceso dai 128 milioni di euro inizialmente computati a solo, si fa per dire, 90 milioni di euro, come ha assicurato l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì.

Ancora pochi giorni e terminerà la pausa estiva e per gli inquilini dell’Emiciclo al loro ritorno in sede e negli uffici ad attendere c’è sempre e comunque il Moloch del debito della sanità e una coperta troppo piccola per poter soddisfare tutte le spese, ordinarie e straordinarie.

In una situazione di estrema incertezza e di balletti di cifre di numeri segretati in attesa che dirigenti regionali dovranno tornare al Tavolo interministeriale di monitoraggio a Roma per un ulteriore esame.

Con l’aggravante dell’ennesimo conflitto tra l’apparato burocratico e la politica, con l’ipotesi molto concreta, rivelata da Abruzzoweb, di una rimozione del direttore, in carica da appena un anno, del dipartimento Sanità, Emanuela Grimaldi, “rea” di non intonarsi al coro del “va tutto bene, Madama la marchesa”, caro della maggioranza di centrodestra di Marco Marsilio di Fdi.

L’amaro calice del Piano operativo dopo essere stato consegnato al Tavolo di monitoraggio del 10 luglio, è stato approvato nell’ultimo Consiglio regionale del 5 agosto, con tutti i tagli previsti nella legge di assestamento, ammorbiditi con qualche milione di euro di reintegrazione in varie voci di bilancio.

In quella sede, a recitare il ruolo di “uccello del malaugurio” è stato ancora una volta il capogruppo del Partito democratico Silvio Paolucci ex assessore al Bilancio e alla Sanità, con il centrosinistra di Luciano D’Alfonso.

Un lungo intervento, caduto nel vuoto e senza repliche nel merito da parte della maggioranza, nel quale Paolucci per prima cosa ha rivelato di non aver avuto ancora alcuna risposta su ben due richieste di accesso agli atti.

La prima depositata al dipartimento Sanità il 14 maggio, in merito alle iniziative che “la Giunta regionale ha adottato per  le misure finalizzare a migliorare la gestione del Ssr nel suo complesso con l’obiettivo nel medio termine di raggiungere risultati almeno in pareggio economico,  ovvero le proposte che il Dipartimento Sanità ha sottoposto all’attenzione dell’Assessorato competente in materia in tal senso”.

La seconda istanza dell’accesso agli atti è invece del 25 luglio, per chiedere più semplicemente “i dati riferiti al secondo trimestre comunicati dalla Regione Abruzzo ai Ministeri affiancanti, sul risultato del conto economico delle quattro Asl”.

Queste informazioni non sono ad oggi pervenute al consigliere, seppure il diritto ad un risposta, ad una richiesta che sia ovviamente congrua e sensata, è prevista dall’articolo 30 dello Statuto regionale (“I Consiglieri, per l’esercizio delle loro funzioni, hanno diritto di avere tutte le notizie ed informazioni e di ottenere visione e copia di tutti gli atti e documenti amministrativi della Regione e degli Enti ed Aziende dipendenti dalla Regione”).

“Ancora mi rispondono e oggi ho fatto anche un sollecito – ha detto Paolucci -, intanto ho avuto premura di chiamare qualche Asl e ho avuto conferma dei miei dubbi: i costi interni sono stati sforati, rispetto agli obiettivi, ma Verì allora come fa a dire che il tendenziale del 2025 è sceso da 128 a 90 milioni di euro? Magari ha ragione lei, ma  fatemi vedere i bilanci, le carte, i numeri, certi e consolidati”.

E veniamo dunque ai “conti della serva” di Paolucci snocciolati in aula, relativi alla coperta troppo corta per il bilancio di previsione che verrà.

Va a tal proposito ricordato che a seguito dell’aumento dell’addizionale Irpef regionale a primavera scorsa, almeno per i redditi superiori ai 28mila euro, colpendo in particolare quelli sopra i 50mila euro, si stima che le entrate aggiuntive per le casse regionali aumenteranno da 131 milioni a 175 milioni di euro.

Di questi però spiega Paolucci, “104 milioni  come scritto nero su bianco sul Piano operativo presentato ai Ministeri, dovranno essere destinati esclusivamente al contenimento del deficit sanitario”.

Ma non solo, cresce anche di 17 milioni di euro, stanziati nella legge di Assestamento,  la quota che l’Abruzzo deve versare allo Stato centrale per rispettare gli obiettivi del risanamento del deficit nazionale e gli obblighi europei del Patto di stabilità, per arrivare 40 milioni di euro circa. E sarà così ogni anno fino al 2031.

“Negli anni precedenti – spiega dunque Paolucci -, tutti o quasi i 131 milioni dell’extragettito Irpef hanno finanziato le varie voci di bilancio. Ora l’extra gettito è aumentato, Ma come detto 144 milioni dovranno essere utilizzati per il deficit sanitario e per il Patto di stabilità, e dai miei conti, guardando la spesa media dei bilanci di previsione degli anni precedenti, mancheranno all’appello ben 87 milioni di euro, e mi chiedo come potrete coprire le varie voci di spesa del bilancio, per il quale rimarranno solo 50 milioni di euro…”

Ecco quantificata dunque la coperta troppo corta di cui sopra: d’ora in avanti ben 144 milioni di euro, a differenza del passato, sono vincolati e non possono essere utilizzati per il bilancio ordinario, ovvero per i capitoli del sociale, dei trasporti, della cultura, dello sport, delle attività produttive, del turismo, dell’agricoltura, dei parchi, della ciclo idrico, del dissesto idrogeologico e tanto altro ancora.

Sollecitazioni che non hanno avuto alcuna risposta dai banchi del centrodestra, e men che meno dagli scranni assessorili e del presidente Marsilio, dove l’assessore al Bilancio Mario Quaglieri è andato via anzitempo, prima di cena.

C’è poi l’altro capitolo, quello dei risparmi da effettuare direttamente nei capitoli dalla spesa sanitaria, messi nero su bianco nel Piano operativo.

In esso di si indicano nel dettaglio le manovre da effettuare e le cifre che si dovranno risparmiare da quest’anno al 2027: 30 milioni di euro con la razionalizzazione di investimenti effettuati dalla dalle Asl, 21,5 milioni di euro a valere sull’assistenza farmaceutica e i dispositivi medici, con una rinegoziazione delle forniture, 13,2 milioni da risparmiare in beni e servizi,  8 milioni sui contratti integrativi regionali. Piatto forte poi ben 56,5 milioni di euro grazie all’impegno delle Asl di rispettare la riduzione del 2% dei costi operativi rispetto alla spesa storica. Con un’azione, si legge nel Piano operativo, “diffusa e coordinata”, relativa alla rinegoziazione dei contratti in essere, l’accorpamento temporaneo di servizi e la rimodulazione di interventi di manutenzione, in occasione dell’aggiudicazione di nuove gare dell’Areacom, a valere sulla riduzione della mobilità passiva e di quanto la regione Abruzzo deve versare ad altri sistemi sanitari.

E anche qui l’uccello del malaugurio Paolucci avanzato più di una perplessità, “temo che buona parte di questi risparmi non si realizzeranno mai. In particolare l’obbligo di tagliare il 2% della spesa è generico, non è una manovra seria dire ‘fate come vi pare, ma risparmiate’, ed è irrealistico anche una riduzione così massiccia e immediata delle liste di attesa e della mobilità passiva”.

Ha concluso Paolucci: “è chiaro ora il baratro a cui questo centrodestra ci ha portato? Basta minimizzare il problema, puntare il dito contro gli uccelli del malaugurio. Ma non solo, rispetto a una situazione così grave, sono saltate anche tutte le priorità di spesa e ho l’impressione che è rimasta solo quella secondo cui ‘l’amico mio lo salvo, il resto non sono fatti miei'”.