Giovedì, 10 Luglio 2025 Abruzzo“I 175 milioni da tasse per coprire il buco della sanità"Altolà da Roma, oggi nuovo tavolo sperando nel "miracolo"Se la Regione Abruzzo non approverà un efficace Piano operativo, valido per i prossimi anni, che assicuri di azzerare il deficit ormai strutturale della sanità, calcolato in oltre 1oo milioni di euro l’anno, con il taglio dei costi, si scordi di poter utilizzare, come ha fatto da oltre un decennio, per altre finalità diverse dalla spesa sanitaria, gli incassi aggiuntivi dell’addizionale Irpef e dell’Irap. Dovrà cioè rinunciare, e non ci sarà nessuna deroga governativa, per finanziare tutte le altre spese, dal sociale ai trasporti passando per la cultura, a circa 175 milioni di euro annui, di cui 42,5 milioni con l’aggravio deciso a maggio dal centrodestra di Marco Marsilio, di Fdi, il resto a seguito del primo aumento del 2011, con il centrodestra del forzista Gianni Chiodi dopo che era già scattato nel 2007 il commissariamento della sanità, tunnel da cui si è usciti dopo nove anni, nel settembre del 2016. Questo in soldoni significa quanto messo nero su bianco in un passaggio cruciale del verbale che ha potuto visionare Abruzzoweb, dai tecnici nella riunione congiunta del 29 maggio del Tavolo interministeriale per la verifica degli adempimenti della sanità abruzzese. Penultimo passaggio in vista delle forche caudine rappresentate da Tavolo di oggi, dove i tecnici della Regione Abruzzo dovranno con carte e numeri, non certo con le vaghe promesse, confermare la copertura dei 113,610 milioni di euro della perdita del bilancio sanitario consolidato regionale al quarto trimestre 2024, ma su questo non ci saranno problemi, e soprattutto dovrà spiegare cosa intende fare nei prossimi anni per coprire un deficit che allo stato attuale ha raggiunto la dimensione strutturale di oltre 100 milioni. Il Programma operativo da qui al 2027 più volte richiesto dal Tavolo, ha annunciato nella seduta della quinta commissione sanità l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, sarà finalmente consegnato oggi, e in ogni caso però dovrà prevedere tagli draconiani a tutte le spese di bilancio oltre che la razionalizzazione del comparto sanitario, cercando di non compromettere i servizi minimi. Come la si vuole leggere, sic stantibus, l’Abruzzo dovrà vivere una nuova epoca di vacche magre, e tirare la cinghia. Del resto, si legge nel verbale, i Tavoli tecnici “esprimono preoccupazione sulla sostenibilità del Sistema sanitario della Regione Abruzzo”, come segnalato da anni, “rilevando che l’Abruzzo è l’unica regione in piano di rientro in cui si registra una inversione di tendenza in senso peggiorativo dei risultati d’esercizio, con compromissione degli obiettivi del Piano di rientro”. E appunto si rinnovano la richiesta, più volte effettuata, “dell’invio della programmazione triennale con la predisposizione del Programma operativo 2025-2027 che individui serie L’assessore Verì, pur non nascondendo le difficoltà, aveva evidenziato gli aspetti positivi ovvero che la Regione ha fatto i compiti a casa per quel che riguarda la copertura del deficit del 2024, visto che il tavolo del 28 maggio ha preso atto che il disavanzo di 113,610 è stato coperto, “assicurando” l’equilibrio economico, con un lieve margine positivo di 0,617 mln di euro”. Si è poi tenuto lunedì un summit a Pescara con presidente Marsilio, l’assessore Verì, l’assessore al Bilancio Mario Quaglieri, i dirigenti regionali, l’advisor contabile delle Asl, Stefano Porzi, e i direttori generali delle Asl abruzzesi con i presidenti dei rispettivi collegi sindacali, al cui termine è stato diramato un comunicato stampa, senza cifre o dichiarazioni, attraverso passaggi tecnici indecifrabili, e ostentazione di un sostanziale ottimismo. Poi ieri c’è stata la seduta della quinta commissione sanità presieduta da Paolo Gatti di Fdi, dove Verì come detto ha annunciato che il “Programma operativo 2025/2027 sarà consegnato al tavolo di monitoraggio che lo valuterà, ed è in corso l’esame dell’andamento dei presidi ospedalieri per riorganizzare le unità meno produttive mentre le Asl stanno consegnando gli atti aziendali per essere valutati anche dall’Agenzia regionale a cui seguirà la nuova rete ospedaliera. Per ciò che attiene i costi quelli più alti riguardano il personale e l’acquisto di beni e servizi che aumentano anche nel 2024”. A sottolineare con l’evidenziatore viola i passaggi molto meno rassicuranti del tavolo del 29 maggio, è stato invece il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, per il quale la situazione è e resta “catastrofica”, tanto che non si può affatto escludere l’aumento ulteriore della pressione fiscale, con super aliquote Irpef e Irap, anche oltre i massimi di legge. E come ultima ratio appare in controluce il commissariamento della sanità abruzzese da parte del governo. Questo il passaggio in particolare che a questo proposito va considerato: “I Tavoli tecnici ribadiscono che sarà definitivamente quantificato l’importo del gettito fiscale regionale da ridestinare obbligatoriamente al Servizio sanitario regionale – ex ante e da allocare nella missione 13 del bilancio finanziario regionale -, per la garanzia dell’equilibrio economico del SSR in coerenza con la legislazione vigente sui Piani di rientro, essendo venute meno le condizioni che, ai sensi della legislazione citata, avevano consentito alla Regione di acquisirne la disponibilità per finalità extra-sanitarie”. Ovvero in base alla legge, le maggiorazioni delle aliquote fiscali regionali devono essere destinate alla copertura del disavanzo sanitario, in assenza di una precisa deroga che i ministeri affiancanti devono concedere alle Regioni in piano di rientro. Solo quel che avanza, può essere destinato ad altro. il punto è che sia con il centrosinistra di Luciano D’Alfonso che con il centrodestra di Marsilio, quelle entrate sono state in buona parte, e non solo come eccedenza, utilizzate per finanziare, anche con i giusti argomenti, altre voci di bilancio. |