Mercoledì, 9 Luglio 2025 Vastese

La produzione ortofrutticola della Val di Sangro a rischio

Una situazione che sta mettendo a dura prova le aziende agricole locali

È allarme nelle campagne abruzzesi per la carenza d’acqua. La Val di Sangro, in particolare, rischia di vedere compromesse le produzioni ortofrutticole a causa della scarsità di risorse idriche per l’irrigazione. Coldiretti Chieti ha inviato questa mattina una lettera al Consorzio di bonifica sud per segnalare le gravi difficoltà nell’approvvigionamento, soprattutto nella zona sud di Lanciano e nei comuni di Mozzagrogna, Santa Maria Imbaro e Fossacesia.

«Questa area, dove è presente una forte concentrazione di aziende agricole a vocazione ortofrutticola, sta subendo gravi ripercussioni – spiega Pier Carmine Tilli, presidente di Coldiretti Chieti –. Le recenti ondate di caldo intenso, sempre più frequenti e violente a causa dei cambiamenti climatici, hanno aumentato il fabbisogno idrico delle colture, ma la portata delle condotte consortili è ormai insufficiente o persino interrotta da più giorni».

Il direttore di Coldiretti Chieti, Domenico Bosco, aggiunge: «La problematica persiste da settimane senza significativi miglioramenti. Chiediamo un intervento urgente per ripristinare una distribuzione idrica adeguata. Siamo disponibili a collaborare per gestire l’emergenza e pianificare soluzioni strutturali a medio-lungo termine».

Ma la crisi idrica non riguarda solo la Val di Sangro. La siccità estiva colpisce gran parte della regione, aggravando una situazione già difficile per il settore agricolo. Coldiretti Abruzzo sta completando una “mappa della siccità” per fotografare la criticità nei diversi comprensori. L’allarme riguarda anche la zootecnia, già provata dall’epidemia di blue tongue: ovini e bovini producono meno latte a causa delle alte temperature. Preoccupano inoltre le produzioni di eccellenza come vino e olio, pilastri dell’economia regionale.

In viticoltura, le ultime due annate hanno registrato vendemmie tra le più scarse di sempre. Nel 2024 la produzione è stata di 2,29 milioni di ettolitri (di cui 1,5 milioni a denominazione di origine), contro una media storica superiore a 3 milioni. Restano elevate le giacenze e si teme un nuovo blocage per stabilizzare il mercato. L’olivicoltura, che coinvolge oltre 60mila aziende su circa 42mila ettari, ha visto in questi anni un calo della produzione fino al 40%. Il 2025 è iniziato con una fioritura eccezionale, ma il clima instabile ha ridotto l’allegagione. Solo a fine luglio sarà possibile stimare l’andamento della campagna.

Segnali positivi arrivano invece dai cereali, con un incremento medio del 15% nelle rese e una qualità in miglioramento. Buona anche la stagione del pomodoro a pera, grazie all’assenza di patogeni favorita dalla siccità, anche se la carenza di acqua resta un problema.

Per affrontare le emergenze, Coldiretti rilancia la proposta di un piano invasi per raccogliere l’acqua piovana e renderla disponibile per usi agricoli, civili ed energetici. «Raddoppiare la raccolta d’acqua piovana – sottolinea Pietropaolo Martinelli, presidente di Coldiretti Abruzzo – serve anche a regimare le piogge e prevenire esondazioni. Gli invasi possono essere realizzati senza cemento, con materiali locali, nel rispetto del territorio».

Il direttore regionale Marino Pilati conclude: «La siccità è ormai una costante, ma a peggiorare la situazione è la mancanza di una programmazione adeguata. Servono infrastrutture efficienti per evitare dispersioni e garantire la disponibilità dell’acqua esistente».