Mercoledì, 11 Giugno 2025 Abruzzo

L'ISA (Intersindacale Sanitaria Abruzzese) proclama lo stato di agitazione del personae

"Dalla Regione Abruzzo solo indifferenza, subito l'apertura di un tavolo"

 “Vista l’indifferenza riservataci negli ultimi tempi dall’Amministrazione regionale siamo costretti a proclamare lo stato di agitazione” oltre ad “eventuali successive azioni di protesta” con l’obiettivo di ottenere “la convocazione urgente di un incontro propedeutico a programmare una serie di riunioni dedicate alla disamina delle possibili soluzioni alle criticità assistenziali riguardanti una non precisa valutazione del debito sanitario finora accumulato dalla nostra Regione che non rassicurano noi operatori sanitari nonostante i ‘rassicuranti interventi'”.

Sono alcuni dei passaggi contenuti nella nota a firma dell’ Intersindacale Sanitaria Abruzzese (Isa) che proclama quindi lo stato di agitazione a seguito delle notizie pubblicate da tutti gli organi di informazione – anche se l’Isa tiene particolarmente a sottolineare “specie quelli della carta stampata” – in merito alle cifre del debito sanitario in Abruzzo, “oscillanti dai 113 milioni di euro ai 200 milioni di euro per il quale, sembra che la Giunta regionale avrebbe trovato le risorse economiche necessarie ricorrendo, oltre al ritocco alla aliquota IRPEF sulle fasce di reddito superiore ai 28.000 euro l’anno, anche ad una serie di provvedimenti che hanno riprogrammato in diminuzione alcuni capitoli di spesa del bilancio regionale”.

Fra queste, aggiunge l’Intersindacale, la delibera di Giunta regionale 267-C del 30 marzo scorso riguardante il ‘Disegno di Legge regionale per copertura disavanzo Servizio Sanitario Regionale da conto economico al quarto trimestre 2024’ convertita nella legge n° 73/2025 e la delibera di Giunta regionale 244 del 22 marzo riguardante la ‘Riprogrammazione economie spesa sanità COVID_19 del PSC Abruzzo 2000-2020′”.

“Provvedimenti – prosegue la nota – che si aggiungerebbero al divieto imposto, con nota del Dipartimento Regionale Sanità alle Asl, di programmare assunzioni di personale amministrativo mentre le stesse perseverano nel riconfermare in servizio i numerosi operatori socio-sanitari assunti attraverso le Agenzie di lavoro interinale. Provvedimenti ai quali si aggiungerebbe anche quello ‘annunciato’ alcuni giorni fa che intenderebbe bloccare alcuni aumenti contrattuali, definiti a livello nazionale, per il personale medico ed infermieristico. Un blocco degli aumenti delle voci contrattuali, stabiliti dai rispettivi contratti nazionali di categoria, che se fosse adottato sarebbe illegittimo”.

“C’è da segnalare – viene aggiunto – che il primo aprile scorso si era svolta presso l’Assessorato una riunione del Tavola Regionale Permanente della Salute, istituito con Delibera di Giunta Regionale 374 del 21 giugno 2021, nel corso della quale si sarebbero dovuti illustrare il Programma Operativo 2025-2027, le misure di contenimento della spesa sanitaria e le proposte per l’abbattimento delle liste di attesa. Una riunione durante la quale nulla di quanto previsto dall’ordine del giorno è stato trattato tanto che il suddetto Programma Operativo 2025-2027, non ancora del tutto definito, ci era stato promesso che ci sarebbe stato inviato per mail. Invece dopo due mesi nulla ancora ci è stato inviato. Pertanto siamo costretti, nostro malgrado, a proclamare lo stato di agitazione per poter avere un confronto con la Amministrazione regionale visti i ripetuti ed inascoltati tentativi informali e l’invio delle note dell’Intersindacale Sanitaria Abruzzese, l’ultima l’8 maggio, alle quali non è stato dato nessun riscontro”.

“Contestualmente vorremmo condividere le possibili soluzioni, da noi individuate, alle criticità assistenziali esistenti che riguardano: le lunghe liste di attesa per le prestazioni di visite specialistiche e di esami diagnostici; il sovraffollamento dei Pronto Soccorso specie quelli dei capoluoghi di Provincia; l’ insufficiente assistenza territoriale per la sempre più grave carenza di medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta Criticità a cui si aggiunge una “anarchia” nella applicazione e nella gestione periferica di alcuni provvedimenti regionali che interessano”.

E ancora: “le modalità di scelta dei professionisti ai quali viene assegnata la responsabilità di dirigere i Dipartimenti medici e chirurgici a livello aziendale spesso assegnate con la formula del facente-funzioni per periodi oltre quello previsto dalle normativa nazionale; l’incompleto conferimento degli incarichi di funzione organizzativa apicale a tutte le categorie professionali delle Asl; l’insufficienza di operatori socio-sanitari nelle Unità operative ospedaliere delle Asl, in particolare quelle geriatriche e di lungodegenza, anche perché destinati ad altre mansioni piuttosto che fare assistenza a pazienti complessi; le modalità assolutamente discrezionale di scelta dei professionisti cui viene assegnata la responsabilità di Centri regionali di riferimento spesso solo con provvedimenti della Giunta regionale; la proliferazione di unità Uoc, Uosd e Uoss, vedasi la rete ospedaliera approvata nel settembre 2023, non supportate da una programmazione che dovrebbe essere rapportata a criteri riferibili al Decreto ministeriale 70 dell’aprile 2015 e all’Accordo in data 26.03.2012 del Comitato Permanente per la verifica dell’ erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza in condizioni di appropriatezza ed efficacia nell’utilizzo delle risorse; una valutazione di quanto “programmato” necessaria a scongiurare l’impressione di ‘contentini’ a professionisti ‘vicini’ a questa o a quella parte politica; la trasformazione non concordata di Uoc ospedaliere in Uoc universitarie nelle Asl”.

“L’ esistenza delle Aree distrettuali sanitarie al posto dei Distretti sanitari previsti dalla legge regionale n° 5 del 20.03.2008 tuttora vigente (Piano Sanitario vigente 2008-2010) dimenticando che, per attuare tale riassetto avrebbe dovuto essere riformulato un nuovo Piano Sanitario Regionale approvato con una legge regionale e non una delibera di Giunta Regionale normativamente di rango inferiore rispetto a una legge regionale; la cancellazione/l’accorpamento dei Servizi di Psicologia sotto altre UOC e UOSD negli Ospedali e nei Distretti Sanitari togliendo a questi la specificità di disciplina a se stante non solo nei SERT ma anche nei Distretti sanitari e nei Consultori familiari”, conclude la nota.