Giovedì, 15 Maggio 2025 Abruzzo

Buco Sanità: stop alla assunzioni anche in Regione

Il Dipartimento blocca gli interinali delle ASL

 In Regione Abruzzo, a causa del pesante buco sanitario, di ben 113 milioni macinati nel 2024, si rischia seriamente di minare anche l’intero bilancio generale con gravi conseguenze sulla funzionalità e la programmazione dell’Ente: a causa delle misure scattate a seguito dalle severe prescrizioni del tavolo di monitoraggio dell’11 aprile sono bloccate le assunzioni e i concorsi della Regione.

Almeno fino a quando il tavolo interministeriale (ministero Salute e dell’Economia) non avrà dato l’ok al piano sulla sostenibilità della copertura del deficit.

Una stretta che riguarda anche e soprattutto le Asl e il comparto sanitario: dopo lo stop delle assunzioni dei 1o amministrativi, alla Asl di Pescara, e di un dirigente amministrativo alla Asl di Teramo, entrambi con scorrimento delle graduatorie di vecchi concorsi, e l’altrettanto controverso blocco degli aumenti del salario accessorio a medici e paramedici, nei giorni scorsi il Dipartimento Salute ha scritto alle Asl imponendogli di bloccare il rinnovo dei contratti del personale proveniente da società interinali.

A proposito di altre misure, con una nota del capo Dipartimento Bilancio, Fabrizio Giannangeli, inviata agli Assessorati, ha chiesto di bloccare le spese, proprio per il debito della sanità.

Oltre al blocco degli interinali c’è anche la questione dei posti a rischio delle cooperative che svolgono servizi sanitari e una bomba è esplosa già nella Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila,  dove circa 150 tra amministrativi e tecnici rischiano di andare a casa, visto che il Dipartimento Sanità ha intimato alla Asl diretta da Ferdinando Romano, la sospensione della procedura di aggiudicazione della gara per l’affidamento del servizio di supporto amministrativo e tecnico dell’azienda sanitaria.

La misura riguarda nello specifico il raggruppamento temporaneo di imprese composto da Biblos, Az Solutions e Vigilantes Group, aggiudicatario del vecchio bando per i servizi di supporto amministrativi e tecnici dell’azienda scaduto il 15 agosto scorso e prorogato quindi fino al 15 maggio. Ora però le procedure sono state congelate proprio mentre la Asl si apprestava ad approvare i relativi atti.




 

I sindacati promettono battaglia, ma il dipartimento sia sulle cooperative come pure sugli interinali non ha intenzione di fare passi indietro. Del resto la Regione è ancora sub judice da parte del tavolo di monitoraggio romano e c’è il rischio dell’intervento della Corte dei conti in caso di inadempienze.

Per ora, sembra invece scongiurato il blocco delle assunzioni dei medici, con il blocco del turn over: un rischio denunciato nei giorni scorsi dal segretario regionale del sindacato dei medici Anaao, Alessandro Grimaldi, primario di malattie infettive dell’ospedale dell’Aquila e presidente dell’ordine dei medici della provincia dell’Aquila.

Per Grimaldi del resto, il blocco del turn over “sarebbe una pezza peggiore del buco: pensare di poter ripianare  il deficit arrivando addirittura a bloccare il turnover del personale in un momento in cui la gobba pensionistica è massima, significherebbe provocare devastanti conseguenze sull’intero sistema. Si  porterebbero subito al collasso gli ospedali più piccoli, dove già adesso è difficilissimo reperire personale e poi si metterebbero in gravi difficoltà anche quelli più grandi”.

La partita dell’azzeramento del pesante debito della sanità rischia dunque a caduta di terremotare ad un anno dalla riconferma, il cammino del centrodestra di Marco Marsilio di Fdi.

Lontani i tempi in cui infatti in campagna elettorale la sanità abruzzese veniva decantata come un modello virtuoso addirittura da esportare in Italia. Subito dopo il trionfo alle urne, infatti, magicamente è emerso un baratro da 122 milioni di euro relativi al 2023, appianato con una manovra lacrime e sangue, per metà con fondi del bilancio regionale, l’altra metà con quelli strutturali e dedicati del Fondo sanitario regionale. Ancor peggio per i conti del 2024, con il deficit che ha sfondato i 200 milioni di euro. Ridotti a 113 milioni con le risorse del Fondo sanitario, e poi con altri tagli di bilancio e con il doloroso aumento dell’addizionale Irpef, per i redditi superiori ai 28.000 euro, per incassare 42,5 milioni di euro.

Intanto dopo il parere “non favorevole” e arrivato il parere “favorevole con riserva” del collegio dei revisori dei conti, composto da Grazia Zeppa, presidente, Valerio D’Amicodatri ed Emanuele Verini, sulla delibera della Giunta regionale con cui vengono stanziati i 113 milioni di euro

Nel primo parere si era lamentata la mancata consegna degli allegati con le cifre da poter verificare nella loro copertura e congruità. Nel secondo parere seppur favorevole viene lanciato l’allarme sulla tenuta dei conti, fuori controllo anche per l’anno corrente. Ribadendo anche perplessità  sui conti del 2024, in quanto le riduzioni di spesa previste non sarebbero supportate adeguatamente da documenti illustrativi.

Per Marsilio l’exit strategy, forse l’unica, è quella di ottenere un corposo aumento degli stanziamenti statali per la sanità, contando sul supporto del governo amico di Giorgia meloni, leader del suo partito, e infatti il presidente sta conducendo una battaglia nazionale per cambiare i criteri di ripartizione che tengono conto essenzialmente la popolazione residente, che penalizza fortemente regioni come l’Abruzzo, poco popolate e ampie aree interne e montuose, dove oggettivamente garantire il servizio sanitario costa monto di più, ma con paradossalmente meno soldi a disposizione.