Mercoledì, 14 Maggio 2025 Chieti

Uno studio dell'università “d’Annunzio” svela i rischi cardiovascolari legati a una nuova classe di farmaci antireumatici

La ricerca è stata condotta con la collaborazione del Cast dell’ateneo teatino, della dottoressa Patrizia Di Gregorio dell’ospedale “Ss. Annunziata” di Chieti e del gruppo del professor Per-Johan Jakobsson del Karolinska Institute di Stoccolma

Un importante studio scientifico coordinato dalla professoressa Paola Patrignani dell’università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara ha acceso i riflettori sui potenziali effetti collaterali cardiovascolari degli inibitori delle Janus chinasi (Jak), una nuova classe di farmaci utilizzata per trattare l’artrite reumatoide e altre patologie infiammatorie croniche di origine immunitaria.

I Jak inibitori, tra cui il tofacitinib, sono noti per offrire benefici significativi ai pazienti, migliorando la qualità della vita, preservando le articolazioni e riducendo l’infiammazione. Tuttavia, recenti ricerche indicano un possibile legame tra l’uso di questi farmaci e un aumento del rischio cardiovascolare, soprattutto nei soggetti sopra i 65 anni o con fattori di rischio preesistenti.

Lo studio, pubblicato a maggio sulla rivista “Annals of the Rheumatic Diseases”, ha evidenziato che i Jak inibitori incrementano la produzione di trombossano A2 (TxA2) da parte delle piastrine e dei leucociti, sostanze coinvolte nei meccanismi di vasocostrizione e trombosi.

La ricerca è stata condotta con la collaborazione del Cast dell’ateneo teatino, della dottoressa Patrizia Di Gregorio dell’ospedale “Ss. Annunziata” di Chieti e del gruppo del professor Per-Johan Jakobsson del Karolinska Institute di Stoccolma.

«È importante notare – spiega la professoressa Patrignani – che l’aspirina a basse dosi è risultata in grado di normalizzare la produzione di TxA2 indotta dal tofacitinib». Un risultato che apre la strada a nuove possibilità terapeutiche: l’uso combinato di Jak inibitori e aspirina potrebbe ridurre gli effetti avversi cardiovascolari, aumentando la platea di pazienti trattabili in sicurezza.