Mercoledì, 14 Maggio 2025 Abruzzo

Orde di turisti devastano l'infiorata Crocus

La denuncia: “Pic nic e partite di calcio, zero controlli"

“Durante i mesi primaverili di marzo e aprile, quando il tiepido sole scioglie le nevi invernali e la terra umida dà forza ai piccoli semi, l’altopiano si trasforma in un mare di colori. I Crocus, con i loro caratteristici fiori viola, dipingono la prateria e creano uno spettacolo mozzafiato”.

Questo un emozionale testo, prototipo dei tanti post promozionali che girano sui social, dei reel degli influencer e content creator che magnificano la fioritura dei crocus sull’altopiano di Campo Imperatore, nel cuore del Parco nazionale Gran ​Sasso e Monti della Laga.

Battage pubblicitario che deve aver funzionato, visto che durante il ponte del primo Maggio sono stati centinaia di turisti che sono accorsi a godersi lo spettacolo. O forse più che di turisti bisognerebbe parlare di barbari, visto che in particolare in uno dei luoghi più belli e incontaminati, il lago di Pietranzoni, a oltre 1.600 metri, la fioritura l’hanno letteralmente  devastata, giocandoci a pallone, improvvisando pic nic, passeggiando indisturbati, il tutto sopra i poveri crocus.

La denuncia, indignata, di quanto accaduto, arriva ad Abruzzoweb da una lettrice aquilana, che ha documentato il tutto con eloquenti foto che non hanno bisogno di commenti.

Si vedono anche ben quattro pullman, non si sa di quale compagnia di viaggio. Unica, clamorosa assenza, quella dei guardiaparco, pagati da un ente, guidato dal presidente Tommaso Navarra, e che costa ai contribuenti centinaia di migliaia di euro l’anno, con la ragione sociale di tutelare innanzitutto la flora e la fauna.

“Il primo maggio sono salita su a Campo Imperatore proprio perché volevo andare a vedere la fioritura – racconta la lettrice -, come faccio ogni primavera. Questa volta è stato anche più facile, visto che la strada era aperta al transito delle auto, dal versante aquilano. Mi sono fermata dunque alla piana del lago Pietranzoni, per me un luogo del cuore, con l’infiorata e sullo sfondo il maestoso Corno Grande, la vetta degli Appennini”.

Ed ecco l’amara sorpresa: “c’erano decine e decine di persone che camminavano incuranti sul prato, calpestando i fiori, senza alcun rispetto e sensibilità. Tutti arrivati in auto, e anche con ben quattro autobus, tanto che addirittura c’era problema a trovare parcheggio. Ho visto due famiglie che avevano montato anche tavolini, steso stuoie per terra, si sono portate anche il frigo. I loro figli hanno portato il pallone, hanno montato due porte per fare una partita di calcio. Altri governavano i droni, altri ancora correvano dietro gli aquiloni. Il tutto sopra il prato pieno di crocus…”

Davanti a questo triste spettacolo, si accalora la lettrice, “mi è salita una rabbia incomprimibile, mi veniva da piangere. Io sono una grande amante della montagna, la rispetto con tutta me stessa, e trovo criminale profanare in questo modo, per ignoranza e indifferenza, un luogo per me sacro”.

Si chiede ancora la lettrice, “vorrei capire perché in una area a massima tutela, non c’è stato alcun controllo da parte del Parco nazionale, ed anche da dove e soprattutto con quali autorizzazioni sono arrivati ben quattro pullman con un centinaio di turisti a bordo, nessuno dei quali con un abbigliamento consono per la montagna. Anche perché mi pare strano che sono passati al lago di Pietranzoni per puro caso, decidendo di fare una sosta. Come facevano a sapere che la sbarra era già aperta, a differenza degli altri anni?”.

Conclude la lettrice, “mi chiedo se questo sia il turismo che ci serve, alimentato dai social, dagli influencer che ormai imperversano. Mi chiedo anche cosa tutti questi turisti, al netto della distruzione di cui si sono resi protagonisti, hanno portato di positivo per il territorio, in termini ad esempio di indotto economico, visto che si tratta di turismo ‘mordi e fuggi’, di passaggio. Se si devono promuovere le bellezze di un’area protetta, andrebbe prima di tutto spiegato ai turisti come ci si deve comportare, il rispetto rigoroso dei luoghi. Sarebbe anche bastato mettere i cartelli informativi, con la banale scritta, ‘non calpestare e non raccogliere i fiori…'”.