Giovedì, 8 Maggio 2025 VastoMurales realizzati dalle studentesse del Liceo Artistico con gli internati della Casa Lavoro di VastoUn progetto ispirato al libro “Stai zitta” di Michela MurgiaNella mattinata di ieri, alla Casa Circondariale di Vasto si è tenuta la presentazione dei murales realizzati grazie al progetto "Immaginati libera" che ha visto la collaborazione di studentesse e docenti del Polo Liceale Pantini-Pudente, il Progetto Giovani con gli internati della Casa Lavoro. Un progetto ispirato al libro “Stai zitta” di Michela Murgia. Il percorso si è svolto attraverso un laboratorio creativo e umano, dove la lettura condivisa, la riflessione e l’arte hanno favorito un dialogo profondo su temi di giustizia, inclusione e cittadinanza. I partecipanti hanno lavorato fianco a fianco, condividendo idee, emozioni, colori e speranze, con la guida delle professoresse Minerva e Ruberto. Alla conclusione dell'iniziativa, una tavola rotonda ha visto il confronto diretto tra gli internati, le studentesse e le istituzioni. Presenti l’assessora alle Politiche giovanili e all’Istruzione Paola Cianci, la dirigente scolastica Anna Orsatti, le docenti Minerva, Ruberto, Forgione e Cianciosi, Giusi Rossi (educatrice della Casa Lavoro) e Giorgia Berardi del Progetto Giovani. «Iniziative come questa ci insegnano – dice il sindaco Francesco Menna - che la dignità delle persone passa anche attraverso l’ascolto, la relazione e la cultura. Vedere le studentesse e gli internati lavorare insieme è un segno concreto di comunità che educa, che non esclude e che crede nella possibilità del cambiamento». «Ho visto negli occhi dei ragazzi e delle ragazze - aggiunge l'assessora Paola Cianci - la forza dell’incontro. L’arte, in questo caso, è stata strumento di relazione, di rispetto reciproco e di riscatto. Continueremo a sostenere progetti che mettono al centro la scuola come ponte tra le persone, anche nei luoghi più difficili». «Esperienze come questa - per la dirigente Anna Orsatti - rappresentano una vera educazione alla cittadinanza attiva. Le ragazze hanno vissuto un percorso che va oltre la didattica tradizionale, incontrando l'umanità che abita anche dietro le sbarre. Ne escono più consapevoli, più maturi e sicuramente più attenti al valore dell'inclusione». |