Giovedì, 8 Maggio 2025 ChietiNessuna tortura in occasione dell'arrestoArchiviata l'inchiesta su due CarabinieriI due carabinieri che arrestarono un giovane con ben 12 chili di droga, un pugnale e una pistola scacciacani senza tappo rosso, il pomeriggio del 25 gennaio 2023, al Villaggio del Mediterraneo, agirono con una «condotta inquadrabile nell’ambito dell’esercizio legittimo di un pubblico potere, privo di eccessi o sproporzioni e, dunque, di rilevanza penale». E per questo sono stati del tutto scagionati dal grave reato di tortura. Lo riferisce il Centro. Il giudice, dunque, ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti del capitano Davide De Finis, comandante del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Chieti, e dell’appuntato scelto qualifica speciale Domenico Moscatelli, in servizio nello stesso reparto, difesi rispettivamente dagli avvocati Marco Spagnuolo e Mauro Faiulli. La stessa procura aveva chiesto di mandare in archivio l’inchiesta. Il caso è arrivato a palazzo di giustizia dopo l’opposizione presentata dal denunciante, ovvero Matteo Zimanglini, 34 anni, finito in manette dopo essere stato sorpreso con un carico di stupefacenti nella sua disponibilità e, poi, condannatoa cinque anni di reclusione. Ma ora l’ordinanza del tribunale mette la parola fine alla vicenda, cristallizzando il corretto operato dei due militari. Il 30 aprile 2023 lo stesso Zimanglini, è scritto nell’ordinanza del giudice Sacco, «ha denunciato presunti comportamenti illeciti dei militari che hanno operato il suo arresto sostenendo, contrariamente a quanto riportato dai carabinieri, di essere stato ingiustificatamente aggredito, dapprima con una stretta violenta delle mani da parte del capitano De Finis e successivamente con l’utilizzo del taser da parte dell’appuntato Moscatelli, allegando a sostegno della propria prospettazione videoregistrazioni che immortalano i momenti conclusivi dell’arresto». |