Mercoledì, 7 Maggio 2025 ChietiFalsi incidenti stradali e frodi assicurativeBen 120 persone richiano di finire sotto processoChiesti 120 rinvii a giudizio dalla procura della Repubbliva di Chieti su un presunto giro di falsi incidenti stradali per intascare risarcimenti. L’udienza preliminare, davanti al giudice è in programma il 14 ottobre. Potranno costituirsi parte civile 11 compagnie assicurative e 15 vittime dei reati di falso e sostituzione di persona. La scorsa settimana, come riferisce il Centro, hanno definito la loro posizione con il patteggiamento quattro persone che, secondo l’accusa, rivestivano un ruolo di primo piano nell’associazione per delinquere finalizzata «alla commissione di frodi assicurative, sostituzione di persona, falsi e furti aggravati, conseguendo ingenti e ingiusti profitti, coinvolgendo di volta in volta soggetti compiacenti per inscenare i finti sinistri. Le accuse più gravi, secondo quanto riportato dal quotidiano, sono contestate a 13 persone, inguaiate da intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e accertamenti portati avanti dalla squadra mobile e dal nucleo di polizia economico-finanziaria. Il medico Pierpaolo Iungano, il liquidatore assicurativo Gaetano Petrilli e l’imprenditore Domenico Fragaglia sono accusati di essere stati “organizzatori e coordinatori delle attività” della banda. I legali Marco Francioni, Cristian Lanuti, Guido Antonio Tenerelli e Massimo Di Primio, avevano il compito “di curare pratiche assicurative interponendo la loro persona a quella di Zinni al fine di scongiurare la ripetitività, nei vari sinistri, della medesima figura professionale”. Gabriella Ottaviano era medico di fiducia di diverse persone coinvolte nei falsi incidenti e “redigeva certificati medici attestanti un prolungamento della malattia”. Francesco Ciaramellano, tecnico radiologo dell’ospedale di Pescara, avrebbe sottratto certificati medici genuini rilasciati in favore di terzi per la successiva falsificazione, nonché avrebbe “redatto falsi referti radiologici”. Antonio Luca Ruzzi, reclutava le persone da coinvolgere negli incidenti e pagava gli attori dei falsi schianti. Roberto Giuseppe Nicola Leanza forniva i mezzi per i finti sinistri e figurava «quale terzo trasportato». Lorenzo Bartolacci era l’hacker che, secondo l’accusa, falsificava la documentazione medica. Veruscka Mulas, infine, sostituiva “la propria persona a quella di terzi soggetti apparentemente coinvolti in falsi sinistri al fine di far riscontrare, attraverso esami strumentali, la presenza di una lesione della vertebra L4, di cui la donna era affetta da tempi antecedenti”. Si prenda il caso dell’indagato Luigi Mancini, pronto a farsi dare bastonate per provocare fratture riscontrabili. Accuse, ovviamente, tutte da provare nei prossimi step dell’indagine. |