Lunedì, 5 Maggio 2025 VasteseATESSA: “LA VERITA’ SULL'OSPEDALE SAN CAMILLO DE LELLIS"EQUIVOCO GIA’ DALL' INSEGNA”, REPORTAGE AMMINISTRAZIONE BORRELLI“Finora abbiamo letto e ascoltato solo ricostruzioni parziali e interessate sulle vicende dell’ospedale di Atessa. Proviamo, allora a ricostruire una storia competa – basata su fatti e documenti – delle varie epoche che si sono succedute finora e poniamoci alcune domande”. È quanto si legge in una nota dell’Amministrazione comunale di Atessa (Chieti), guidata dal sindaco Giulio Borrelli, nella quale, a seguito delle recenti polemiche sui tagli ai servizi, con accuse reciproche con il centrodestra alla guida della Regione, viene ricostruita la storia del presidio ospedaliero. Una prima puntata, viene spiegato, di un reportage che sarà suddiviso in tre parti. Di seguito la nota completa. Se non c’è un reparto di medicina; se quello che viene chiamato Pronto Soccorso è solo un PPI (Punto di Primo Intervento) perché non è nella rete dell’emergenza-urgenza, non può fare ricoveri e nessuna ambulanza, chiamata da casa o per strada ti porta lì; se non sono riaperte le sale operatorie per interventi importanti; se non ci sono queste cose basilari, e al di là del lodevole impegno di medici e personale, come si fa a chiamare Presidio Ospedaliero una struttura sanitaria? Diciamo, allora, che fin dall’insegna che espone il San Camillo de Lellis presenta un equivoco, un grosso equivoco. Come e perché si è arrivati a questa situazione? IL SAN CAMILLO DE LELLIS (DAL 2010 AL 2016) Lo smantellamento vero e proprio del San Camillo de Lellis comincia dal 2010, anche se prima -nel 2007- c’era stata la chiusura di ginecologia. Nel 2010 il IV Governo Berlusconi prevede la razionalizzazione della rete ospedaliera e incremento dell’appropriatezza nel ricorso ai ricoveri ospedalieri entro il 31 dicembre dello stesso anno. Tradotto, in pratica, significa ed ha di fatto significato TAGLIO DEI POSTI LETTO E MENO RICOVERI. In Abruzzo vengono tagliati 718 posti letto per acuti nel pubblico e 122 nel privato (All. A Decreto Commissariale 45/2010). Nel Piano Operativo 2010 il Commissario alla Sanità, il presidente della regione Chiodi, Centro-Destra prevede la chiusura di 6 Ospedali e la loro riconversione in PTA (Presidio Territoriale di Assistenza): Tagliacozzo, Pescina, Guardiagrele, Casoli, Gissi e San Valentino (All. B Decreto Commissariale 45/2010). Per quanto riguarda l’Ospedale di Atessa la dirigenza della ASL inizia ad emettere una serie di atti, come dire, “alla spicciolata”, che lo porteranno di lì a breve a perdere l’autonomia e la possibilità di ricoverare in emergenza nei reparti di Chirurgia ed Ortopedia. Il 1° luglio 2011 i Reparti di Chirurgia ed Ortopedia di Atessa (Commissario alla Sanità il presidente della regione Chiodi, Centro-Destra) vengono accorpati ed il primario di quest’ultima passa a dirigere l’Ortopedia di Lanciano. Nel 2013 (sempre Commissario alla Sanità il presidente della regione Chiodi, Centro-Destra) il primario di Chirurgia di Atessa viene trasferito a Vasto e dal 1° luglio la Chirurgia/Ortopedia di Atessa viene posta sotto la direzione della Chirurgia di Lanciano. Dal 16 dicembre 2013 la Chirurgia/Ortopedia di Atessa viene trasformata ufficialmente in Area Funzionale Omogenea Chirurgica per interventi programmati in Day e Week Surgery ed è operativa solo dal lunedì al venerdì. In pratica si faranno solo interventi programmati e non potranno più essere ricoverate ad Atessa le urgenze chirurgiche ed ortopediche. Il 28 ottobre 2014 (Commissario alla Sanità il presidente della regione D’Alfonso, Centro-Sinistra) si aggiunge un altro tassello alla chiusura del S. Camillo quando il Primario di Chirurgia di Lanciano sospende le attività di Day Surgery e Week Surgery. Il 2 aprile 2015 viene approvato il Decreto Lorenzin, che definisce i nuovi standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. Standard stringenti, cui le Regioni debbono attenersi e adeguarsi. A maggio 2015 si dimette il Direttore Generale della ASL Lanciano-Vasto-Chieti, Zavattaro, nominato dal Centro-Destra, colui che ha gestito tutti questi passaggi e che, in un raro momento di verità e con insolito coraggio, durante la conferenza stampa di commiato, chiarirà bene le responsabilità delle vicende che hanno riguardato l’Ospedale di Atessa e segnato il suo destino. Dichiara, infatti: “Il presidio di Ortona al momento della fusione non stava meglio di quelli di Guardiagrele e Atessa; tutti presentavano una debolezza funzionale. Atessa e Ortona, dice Zavattaro, si sono salvate da quel primo giro, ma nelle carte delle Baraldi (Giovanna, ex sub commissario alla sanità) era prevista la loro riconversione. Se per Ortona è stato possibile trasformalo in “ospedale della donna”, per altre strutture, come Atessa, ostacoli interni ed esterni, non hanno reso possibile il completamento del percorso”. Nel 2016 il Commissario D’Alfonso, costretto tra le stringenti maglie del Decreto Lorenzin e la necessità di rientrare dalla pesante situazione debitoria ereditata e contenere il deficit sanitario per uscire dal Commissariamento e riacquisire l’autonomia nella gestione della sanità, rivedrà l’organizzazione della rete ospedaliera. (Segue) |