Sabato, 2 Luglio 2022 MoliseProcessato e ai domiciliari il patron di "Santa Croce"Per il fallimento della società COMO SrlE’ uscito dal carcere di Isernia il 15 giugno scorso, in concomitanza con l’inizio del processo con rito immediato, ottenendo la misura mitigata dei domiciliari nella sua casa, proprio ad Isernia, il 63enne imprenditore molisano Camillo Colella, patron dell’acqua Santa Croce, brand di rilevanza nazionale, e dell’acqua Castellina in Molise, nei guai con l’accusa di bancarotta fraudolenta per il fallimento della immobiliare Como srl, dichiarato dal Tribunale di Roma nel giugno del 2019. Colella era finito dietro le sbarre il 27 gennaio scorso nell’ambito di una inchiesta della Procura della repubblica di Roma: la misura cautelare in carcere era stata firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ed eseguita dal Nucleo di polizia economico-finanziario della Guardia di finanza di Roma. Colella è conosciuto in Abruzzo per aver rilevato nel 2008 dalla famiglia Faroni, proprietaria della di cura Ini, la concessione delle sorgenti Sant’Antonio Sponga di Canistro nella Marsica, in provincia dell’Aquila, nelle quali veniva imbottigliata l’acqua Santa Croce, e per aver ingaggiato, successivamente, per anni un serrato contenzioso, penale ed amministrativo, con Regione Abruzzo e Comune di Canistro sull’utilizzo della preziosa acqua con la conseguenza di bandi lanciati dall’ente regionale revocati, con il licenziamento dei 75 dipendenti e con la preziosa acqua che da circa sette anni finisce, inutilizzata, nel fiume Liri. L’imprenditore, a capo di un gruppo con più interessi imprenditoriali in Italia, nel campo delle acque minerali non ha incarichi operativi e gestionali. Il 63enne è stato scarcerato all’atto della prima udienza del processo con rito immediato chiesto dalla Procura ed iniziato proprio il 15 giugno scorso: il provvedimento è stato emesso del Tribunale di Roma, in particolare dal collegio giudicante. Finora, tutte le istanze di scarcerazione o di attenuazione della misura, erano state respinte dalla Procura e dal Riesame. Ora l’ingegnere, dopo circa quattro mesi e mezzo di carcere, affronterà il dibattimento con il regime dei domiciliari, anche se saranno presentate nuove istanze per la remissione in libertà: rischia comunque una severa condanna, secondo il codice da tre a dieci anni. A proposito della misura, il difensore, l’avvocato Alessandro Diddi, del foro di Roma, aveva definito “abnorme e spropositato” il provvedimento cautelare in carcere attaccando duramente i magistrati e sottolineando che al suo assistito “che ha lavorato per il salvataggio, come emergerà dalle carte, viene riservato un trattamento non equo e la situazione è molto grave perché una persona è in carcere sulla base di accuse infondate e sul presupposto del pericolo di fuga che, trattandosi di una vicenda del 2019, davvero non esiste, sulla quale pende oltretutto ancora il giudizio della Cassazione”. Colella, come riferito dal legale, ha parlato a lungo negli interrogatori rispondendo per ore alle domande dei giudici. Colella era già finito ai domiciliari con l’accusa di evasione fiscale nel 2015 per vicende legate all’attività di concessionario delle sorgenti Sant’Antonio Sponga di Canistro, nella Marsica in provincia dell’Aquila, anche se la misura era stata poi revocata dal Tribunale della Libertà: nel caso del fallimento della immobiliare Como srl, secondo i pm e il gip, l’imprenditore che ha alle spalle “condanne definitive per reati economici”, avrebbe movimentato risorse “dalla Colella Holding a un’altra società Colella Cz, senza contare altri movimenti sui conti personali in entrata e in uscita”. Contro l’imprenditore è stato disposto, il sequestro preventivo di beni per 71 milioni di euro. Tra i beni coinvolti dal sequestro la Colella holding srl, la Farmes sas e la Roma Resort srl. Nei mesi scorsi, la famiglia dell’imprenditore ha comunicato che il loro congiunto non ha ruoli gestionali nella Santa Croce srl e che le società nel ramo delle acque minerali sono estranee alla vicenda giudiziaria legata al fallimento della immobiliare Como srl. |