Lunedì, 3 Ottobre 2011 Vastese

A Lanciano tre detenuti in celle da nove metri quadrati

La situazione carceraria è ai limiti. Le proteste dei reclusi

Tre detenuti in una cella da 9 metri quadrati, con il terzo dei tre letti a castello a 57 centimetri dal soffitto e un bagno con lavandino e water di un metro quadro. Sono le condizioni "molto disagiate" in cui vivono per gran parte della giornata i 300 detenuti della casa circondariale di Lanciano (Chieti), terzo istituto penitenziario della regione Abruzzo dopo quelli di Sulmona e Teramo la cui capienza regolamentare e' di 180 detenuti. "Le condizioni di vita all'interno del carcere sono molto disagiate - ha dichiarato il direttore Massimo Di Rienzo, che ha accompagnato il cronista nella visita alle sezioni di detenzione - anche perche' a fronte di un sovraffollamento di detenuti abbiamo una carenza di organico nel personale di polizia penitenziaria di circa 30 unita'". Gli agenti in servizio nel carcere di Lanciano sono attualmente 160, a fronte dei 188 previsti dalla pianta organica, mentre gli educatori sono 5, 1 ogni 60 detenuti. Nel 'super carcere' frentano sono ospitati 130 detenuti definiti di "alta sicurezza", condannati a pene definitive con sentenze passate in giudicato per reati gravi, come ad esempio associazione di stampo mafioso, estorsione, omicidio, rapina. Inoltre il carcere di Lanciano e' uno dei tre in Italia ad avere una sezione riservata ai detenuti, 60 attualmente, che hanno rapporti di parentela con quei detenuti che hanno scelto di collaborare con la giustizia.
Ci sono poi altri 106 detenuti "comuni", condannati per reati meno gravi. "Il rispetto della dignita' umana del detenuto e' il principio cardine del lavoro di tutti gli operatori all'interno di questo penitenziario, dagli agenti agli educatori - spiega il direttore Di Rienzo - facciamo il possibile affinche' venga garantita la funzione rieducativa della pena, oltre a quella repressiva. Certo, con questi numeri e' difficile lavorare, soprattutto per la specificita' dei detenuti", tra i quali ci sono alcuni esponenti di spicco della camorra e della 'ndrangheta. I colloqui, sei ore al mese per ogni detenuto, "fino a quando le condizioni meteo lo permettono", si tengono in una zona all'aperto dell'istituto dove, oltre ai tavolini e alle sedie, sono state sistemate delle altalene e degli scivoli per i bambini. Il 25 maggio scorso i detenuti del carcere di Lanciano hanno aderito, per due giorni, allo sciopero della fame promosso dal deputato radicale Marco Pannella per denunciare le condizioni di sovraffollamento delle carceri italiane e "per chiedere di scontare il debito con lo Stato in maniera dignitosa".