Lunedì, 9 Marzo 2009 AbruzzoCura-miracolo, Pescara all’avanguardiaEmatologia, praticato da sette anni il trapianto di midollo da genitore a figlioPubblicato su "Il Messaggero" di ADRIANA SETTUARIO I traguardi dei ricercatori del Gaslini di Genova hanno fatto gridare al miracolo. In realtà, il trapianto aploidentico, cioè "identico a metà", che ha come donatore uno dei genitori del bambino leucemico, a Pescara si fa già da sette anni. E non solo. L'equipe di sei medici guidata da Paolo Di Bartolomeo dell'unità di terapia intensiva ematologia, attua un protocollo ancora più specialistico: il trapianto del midollo osseo non tidepleto, ossia fatto con tutti i linfociti, senza nessuna manipolazione. Una risposta che conferma, ancora una volta, il centro ematologico pescarese quale polo d'eccellenza in Italia. Il risultato è frutto di un lavoro multispecialistico: «Siamo capofila di uno studio italiano che vede impegnati più centri - spiega Gabriele Papalinetti, uno dei medici dell'equipe di Di Bartolomeo -. Grazie alla collaborazione col centro trasfusionale pescarese e col centro regionale di immunoematologia e tipizzazione tissutale dell'Aquila, abbiamo superato il protocollo, ora reclamizzato dal Gaslini, in realtà partito dal centro di Perugia». Col midollo di un genitore "incompatibile a metà" rispetto a quello di un figlio, c'era il rischio che un gruppo di cellule del nuovo sistema immunitario, le cellule T, attaccassero i tessuti dell'ospite dando vita a una vera e propria aggressione contro l’organismo. Il protocollo dei ricercatori del Gaslini ha superato il problema: si preleva il midollo del genitore e si ripulisce delle cellule T, cioè quelle che se infuse nel corpo del bambino ne causerebbero la morte, ma si lascia nel midollo infuso un particolare tipo di cellule, dette ”Natural killer”. Sono particolari globuli bianchi capaci di uccidere le cellule leucemiche. L'equipe di Pescara ha superato anche questo studio che viene comunque utilizzato nei casi di interventi su specifici tumori. «Come si è arrivati al trapianto tidepleto? Abbiamo messo a punto il protocollo dopo lunghe ricerche - dice il dottor Papalinetti -. Circa quattro anni fa, durante un intervento su una paziente abruzzese che aveva rigettato per ben due volte il trapianto apoidentico, abbiamo tentato il tutto per tutto e, in extremis, usato il nostro protocollo. Cioè abbiamo usato sangue midollare intero, trattato soltanto con terapia farmacologia e senza nessun tipo di manipolazione. A noi purtroppo, il protocollo di Perugia non dava gli stessi risultati reclamizzati, per questo motivo siamo andati avanti con le ricerche. Siamo soddisfatti di questo nostro protocollo che assicura risultati ancora più soddisfacenti e superiori al 75% dei casi trattati. Ora - conclude il ricercatore - stiamo cercando di migliorare ulteriormente la nostra ricerca, aggiungendo al midollo cellule staminali selezionate». |