Giovedì, 8 Aprile 2021 Abruzzo

Il primario Trotta arrestato per corruzione si è ucciso in carcere a Vasto

Il professionista era arrestato ieri per una gara di appalto pilotata

Si è  tolto la vita questa notte nella sua cella del carcere di Vasto (Chieti), Sabatino Trotta, 55 anni, dirigente del dipartimento di Salute Mentale della Asl di Pescara, ex candidato di Fratelli d’Italia alle regionali del febbraio 2019.

Il gesto estremo sarebbe avvenuto mediante impiccagione, intorno alle 23.30.

Era stato arrestato ieri nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara, coordinata dal procuratore capo Anna Rita Mantini, sulla presunta gara pilotata per la  gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere, del valore complessivo di oltre 11.3 milioni di euro.

L’uomo era stato portato al carcere di Vasto per trascorrere un periodo di isolamento, in applicazione delle norme anti contagio per i nuovi detenuti.  Immediato l’arrivo del 118, ma per il medico non c’è stato nulla da fare. Del fatto è stata informata la procura di Vasto.

L’ordinanza del gip Nicola Colantonio, ha portato un carcere anche il rappresentante legale, Domenico Mattucci, e una dipendente con funzioni di coordinatrice, Luigi Dolce, della Cooperativa sociale “La Rondine” di Lanciano (Chieti), che fa parte del Consorzio Sgs, sempre con sede a Lanciano, che ha ottenuto il ricco appalto, garantendo regalie a Trotta.

Indagati anche i componenti della commissione di gara Antonio D’Incecco, e Anna Rita Simoni-

Trotta, originario di Castiglione a Casauria e residente a Spoltore, è stato candidato per Fratelli d’Italia alle elezioni regionali del febbraio 2019. Medico chirurgo specialista in Psichiatria e abilitato alla Psicoterapia, era direttore medico del Centro di salute mentale Pescara sud e del dipartimento di Salute mentale della Asl di Pescara, fondatore della onlus Cosma e direttore scientifico dell’associazione Amico medico.

Sul suo arresto era intervenuto ieri il presidente della Regione Marco Marsilio,  anche lui di Fratelli d’Italia.

“La Regione Abruzzo e la Asl garantiscono come sempre la massima collaborazione con le Autorità giudiziarie e gli inquirenti impegnati nel contrasto all’illegalità e alla corruzione. Ho appreso con stupore dell’arresto del dott. Trotta, noto e stimato primario della Asl di Pescara, attivo oltre che nell’ambito professionale in quello del volontariato sociale”

“L’ho conosciuto più di due anni fa in una cena di beneficenza di una importante associazione, della quale era uno dei principali animatori, con centinaia di professionisti e imprenditori impegnati a raccogliere fondi per i soggetti fragili, e in quella occasione mi manifestò l’intenzione di candidarsi al Consiglio Regionale nella lista di FdI – afferma Marsilio – . Apprendere che la stessa persona sarebbe il dominus di un’opera di corruzione, quale quella che sembra emergere dall’inchiesta, lascia interdetti. Mi auguro che il dott. Trotta possa dimostrare la sua estraneità ai fatti addebitatigli e tornare a testa alta al suo lavoro. In caso contrario non esiterei a chiedere alla Magistratura di adottare la massima severità”

Nella nota della Guardia di Finanza, si riferisce che “con il determinante apporto del medico, il Consorzio e la Cooperativa hanno vinto la gara d’appalto, stipulando con la Asl di Pescara un contratto di servizi, di durata quadriennale, del valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, riconoscendo somme di denaro per 50mila euro, e regalie di varia natura, gioielli, orologi e beni tecnologici, al dirigente medico e ai membri della commissione di gara”.

Agli indagati sono stati contestati gravi reati contro la pubblica amministrazione, e in particolare i reati di corruzione, di istigazione alla corruzione e di turbata libertà degli incanti.

Gli accertamenti investigativi hanno preso il via nell’estate del 2020, a seguito di alcune segnalazioni giunte agli inquirenti in ordine a comportamenti volti a turbare illecitamente lo svolgimento della gara pubblica,  il cui iter procedimentale si sarebbe compiutamente concluso in pieno periodo di emergenza pandemica.

“Aspetto particolarmente stridente con l’odierna fase pandemica – si legge nella nota della Guardia di Finanza – è rappresentato dal fatto che gli indagati, sebbene siano tutti operatori sanitari, in violazione delle vigenti normative in materia di contrasto alla pandemia dovuta al COVID-19, hanno effettuato numerosi viaggi in varie zone del Paese, in assenza di reali motivazioni e spesso servendosi di false attestazioni, anche solo per recarsi a fare shopping in grandi città, e si sono sovente incontrati per cene in case private, ricevendo ospiti in un numero maggiore a quello consentito anche in violazione del coprifuoco notturno”.

Abruzzoweb