Martedì, 13 Agosto 2019 Nazionali

Omaggio del prof Brunetti a “Ode a Viareggio”

Omaggio del famoso docente abruzzese alla Città toscana

Accompagnato dalla moglie Anita, il professor Guido Brunetti ha reso omaggio a “Ode a Viareggio” posta di recente dal comune sulla facciata della scuola dell’infanzia in via Virgilio 29 alla Darsena e da lui donata alla nostra città, “terra di ferina bellezza, che ha la magia di suscitare in me- afferma l’autore- sempre nuove,
misteriose emozioni e sensazioni”. Aver posto un testo poetico su un edificio scolastico, è stata una decisione propizia e di grande valenza educativa, sociale e culturale. Infatti, come mostrano le splendide scoperte delle neuroscienze, i bambini possiedono- dichiara Brunetti- “una sensibilità estetica e riescono a proiettare le
proprie sensazioni, creando immagini espressive di impressionante potenza. Il loro cervello è geneticamente programmato per la creatività, sono cioè portati biologicamente al fare artistico. 
I feti, ad esempio, rispondono alla musica con cambiamenti nel battito cardiaco. Fin dai sei mesi di vita, i bambini riconoscono una melodia. Le reazioni alla poesia, al bello, all’arte sono- aggiunge Brunetti- capacità biologiche innate. Le quali rappresentano pertanto un potente fattore nello sviluppo cognitivo, emotivo e sociale del bambino”.
Queste scoperte se conosciute e praticate dalla scuola possono favorire una “rivoluzione pedagogica”. Di qui, la fondamentale importanza per la scuola di dedicare il dovuto spazio all’attività creativa degli alunni. Attività che ha la grande peculiarità di “scoprire” nascoste qualità negli alunni e costituire un valido strumento diagnostico e terapeutico nell’individuare conflitti, traumi e stati d’ ansia, ma anche interessi, motivazioni e abilità intellettive. 
Guido Brunetti è legato da profondi sentimenti affettivi a Viareggio, che frequenta da anni con la sua famiglia. “E’- confida- un luogo dell’anima, con i suoi tramonti, il verde che si trasforma in giallo biondo, le onde del mare che tremolano, i caldi raggi del sole che folgorano i monti alpestri e le paranzelle che scivolano sull’acqua come
ninfe”.