Venerdì, 29 Maggio 2015 VastoParco della Costa teatina, ecco la perimetrazione e le norme di salvaguardia per Vasto e San SalvoNella zona di massima protezione anche via Adriatica, Parco delle Lame, Loggia Amblingh e Palazzo d'Avalos che il sindaco Lapenna vuole come sede dell'EnteA 14 anni da quell’8 marzo del 2001 quando fu istituito il Parco della Costa teatina, il 19 maggio scorso, finalmente, il commissario ad acta Pino De Dominicis ha comunicato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (in particolare al Capo Dipartimento Coordinamento Amministrativo e Affari Generali, dott.ssa Elisa Grande), al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e al Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, di aver concluso la perimetrazione della nuova area protetta nella regione piu’ verde d’Europa. Un lungo parto, tra proteste e prese di posizione, querelles tra favorevoli e contrari, ma alla fine la documentazione e’ giunta a Roma ed ecco cosa accadra’ qualora venga approvata dal Governo. Innanzitutto l’area ricompresa nei limiti del nuovo Parco e’ pari a 10.528 ettari, ovvero poco di piu’ di quanto previsto dalla perimetrazione portata a compimento dall’ex assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo, dalla quale l’attuale si discosta per un ampliamento nella zona a nord del Sangro e una riduzione in quella a sud del fiume frentano. I comuni interessati dalla perimetrazione sono 10: Ortona, che contribuira’ con 2764,68 ettari; San Vito Chietino, con 887,45; Rocca S. Giovanni, con 1084,82; Fossacesia, con 783,79; Torino di Sangro, con 1694,32; Vasto, con 1598,63; San Salvo, con 106,86; e, marginalmente, Pollutri, con 170,55; Villalfonsina, con 126,96. Il tutto per un fronte costiero di 50 chilometri. All’interno della perimetrazione (in verde i limiti dell’area protetta nella cartina) ricadono i 5 Siti di interesse comunitario della provincia di Chieti (Fosso delle Farfalle, Lecceta di Torino di Sangro, Punta Aderci-Punta Penna, Marina di Vasto e Boschi ripariali sul fiume Osento), le 7 Riserve naturali regionali (Punta Aderci e Marina di di Vasto, Bosco di don Venanzio di Pollutri, Lecceta di Torino di Sangro, Grotta delle Farfalle di Rocca S. Giovanni e San Vito Chietino, Punta dell’Acquabella e Ripari di Giobbe di Ortona), gran parte dei bacini dei principali fiumi del territorio provinciale (Aterno, Foro, Sangro, Osento, Sangro e Trigno) ed anche torrenti e fossi definiti “di indubbio interesse paesaggistico” (torrenti Fontanelli, Vallegrande, Feltrino, Moro e Buonanotte; fossi Chimera, Arielli, Riccio e Lebba), oltre, naturalmente, a tutto il percorso ciclopedonale della Via Verde della Costa dei Trabocchi e l’area di S. Giovanni in Venere a Fossacesia. De Dominicis ha approntato anche la zonizzazione suddividendo l’area del Parco in tre zone: la Zona 1, di rilevante interesse naturalistico paesaggistico, e storico-culturale, con limitato o inesistente grado di antropizzazione; la Zona 2, di valore naturalistico, paesaggistico e storico-culturale con maggior grado di antropizzazione; la Zona 3, con accentuato grado di antropizzazione. In base alla zonizzazione ha anche stilato le norme di salvaguardia (operazione, insieme alla zonizzazione. che secondo alcuni non rientrava nei compiti del commissario) che entreranno in vigore dalla nascita del Parco stesso fino alla emanazione da parte del Consiglio di Amministrazione del Regolamento. Esse prevedono che in tutte le aree sia vietato, in linea generale: la cattura, l’uccisione, il danneggiamento e il disturbo delle specie animali, ad eccezione di quanto eseguito per fini di ricerca e di studio previa autorizzazione dell’Ente parco; Proviamo ora a vedere cosa accadrà nelle città di Vasto e San Salvo con l’approvazione della documentazione preparata dal commissario ad acta. in queste aree, oltre le prescrizioni di cui sopra, sarà vietato: la realizzazione di nuovi edifici e il cambio di destinazione d’uso di quelli esistenti; sono fatte salve le previsioni normative contenute nel vigente piano demaniale marittimo; In Zona 2 (in giallino nella cartina) a Vasto rientrano la parte interna di Mottagrossa, quella cioè ad ovest della pista ciclopedonale, il tratto di questa ricompreso tra Vignola e Punta Penna, parte di contrada Zimarino nei pressi del Sinello, il secondo tratto della collina di via S. Lucia fino l’area della chiesa di S. Nicola e tutta la zona di c.da S. Tommaso, alla Marina, ricompresa tra l’Autostello e il torrente Buonanotte. A. San Salvo Marina tutto il tratto del litorale attorno il lungomare e un’area verde attualmente adibita a parcheggio. In queste zone, oltre le prescrizioni di cui sopra sarà vietato: la realizzazione di nuovi tracciati stradali, ad eccezione della prevista pista ciclopedonale denominata “Via Verde Costa dei Trabocchi” e delle opere necessarie alla sua funzionalità, nonché di quelle che dovessero ritenersi necessarie a seguito di problematiche attinenti la sicurezza e la mobilità delle popolazioni; Infine nella Zona 3 (in grigio intenso nella cartina) che, a ben guardare la carta della perimetrazione, è anche di difficile interpretazione, sarebbe ricompreso tutto l’abitato di Vasto Marina e la zona degli hotels sul lato ad est della Statale 16. Insomma, questa la perimetrazione e le prescrizioni di cui alleghiamo la carta inerente il tratto tra Fossacesia e San Salvo, che certamente non scriverà la parola fine alle polemiche soprattutto sulla eventualità che ai sindaci venga sottratta la possibilità di governare i propri territori, alla luce anche del fatto che il nuovo CdA dovrebbe (il condizionale ci pare d’obbligo anche se più volte l’arch. De Dominicis si è espresso in tal senso) essere composto da 8 consiglieri, 4 amministratori e 4 tecnici. Inoltre vedremo gli effetti che potrebbe avere su Piani urbanistici importanti, come il Piano demaniale marittimo. Luigi Spadaccini Fonte ilnuovonline |