Giovedì, 3 Settembre 2009 Abruzzo

Un nuovo direttore al vertice Sevel

Alfredo Leggero va alla Magneti Marelli, al suo posto Matarazzo dell’ex Iveco

Pubblicato su "Il Messaggero"

di MARIO GIANCRISTOFARO

LANCIANO - Cambio al vertice della Sevel di Val di Sangro, la più grande azienda d’Abruzzo, con quasi sei mila dipendenti, del Gruppo Fiat e della partner Peugeot. Il direttore dello stabilmento, Alfredo Leggero, lascia la carica e passa alla Magneti Marelli. Al suo posto arriva Carlo Matarazzo che proviene dall’Iveco-Fiat, di cui ha diretto aziende in varie città. Per il dottor Leggero si tratta di un passo avanti nella carriera di manager: alla Magnetti Marelli, infatti, va a ricoprire il ruolo di responsabile di tutta la produzione del Gruppo. In più, sarà amministratore delegato dei settori “Plastica” e “Sospensioni”. E proprio per il settore “Plastica”, Alfredo
Leggero continuerà a mantenere un rapporto con la Val di Sangro. Qui, infatti, è localizzata la “Plastic Components” (ex Ergom), rilevata dalla Magneti Marelli, che conta circa 200 dipendenti e produce serbatoi per il “Ducato” Sevel. Il nuovo direttore che arriva alla Sevel, l’ingegnere Carlo Materazzo, è chiamato a gestire un momento difficile delle Sevel, coinvolta nella crisi industriale generale, e in particolare in quella del settore auto. E se si pensa all’incidenza che la fabbrica del “Ducato” ha su tutto il territorio della Frentania, si capisce facilmente come siamo grandi le responsabilità di chi è chiamato a gestire l’azienda del Gruppo Di
Torino. «Noi - dice Marco Di Rocco, segretario provinciale della Fiom-Cgil - al nuovo direttore della Sevel chiediamo di aprire un confronto sulla gestione della crisi, in modo di giungere ad abbassare le settimane di cassa integrazione perché con la situazione attuale, che vede la fabbrica aperta solo due settimane al mese, le buste-paga si sono ridotte al minino e molte famiglie sono finite in grosse difficoltà: senza contare i mille precari che hanno perso definitivamente il posto di lavoro».
Tutti i sindacati, a cominciare da Fiom, Fim e Uilm, si trovano d’accordo su alcune richieste prioritarie, tra cui la costituzione di un “bacino” di quanti hanno perso il lavoro da reintegrare non appena ci sarà la ripresa; un tavolo istituzionale con azienda, sindacati, Regione, Provincia e Comuni e altre forze sociali e produttive; un tavolo interno per l’organizzazione dei turni lavorativi, perché non è accettabile si lavori un paio di settimane al mese, con gravi ripercussioni sui salari. Ma finora,
gli appelli dei sindacati sono caduti nel vuoto. E va detto dal fronte della politica, locale e regionale, non è che arrivino rilevanti sostegni. Alla Sevel è stato già programmato un nuovo periodo di cassa integrazione per l’autunno: dal 25 settembre al 4 ottobre. Un provvedimento che va ad aggiungersi all’altro stop produttivo in corso, dal 31 agosto all’8 settembre, dopo una sola settimana di lavoro seguita alle ferie estive. «Siamo davvero - commentano i sindacati - in una situazione di grande difficoltà ed è assurdo che la Fiat voglia continuare a gestire in modo unilaterale la crisi della Sevel».